Conti in sospeso

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.

[Disegno originale in copertina interna realizzato da Misatona]


- It takes a fool to remain sane -


CAPITOLO 28
Conti in sospeso



«VIA! ANDATE VIA! VIA!»
Le urla del Principe dei Saiyan risuonarono sul promontorio più forti delle onde del mare.
Non poteva crederci. Bulma e Bra erano lì, vicine. Troppo vicine, contando che la distanza di sicurezza per non essere prese di mira da Broly era all'incirca di un pianeta o due. Vegeta, con la gola secca e il cuore palpitante di terrore, guardò sua moglie e sua figlia con gli occhi di una supplica.
«È PERICOLOSO STARE QUI, ANDATE VIA!» gridò loro Vegeta, esasperato.
L'Aura di Goku si stava spegnendo poco a poco, i Ki-blast emanati da Broly avrebbero potuto colpirle da un momento all'altro.
Tuttavia, ben presto, Vegeta si accorse che quelle due non erano affatto le uniche nuove Auree presenti sul promontorio. E Bulma non si mosse di un millimetro da dove si trovava.
Perché lei sapeva che l'unico posto nel quale sarebbe potuta essere utile era proprio quello: accanto a suo marito, accanto a quei combattenti per portargli tra le mani l'unica soluzione che sperava con tutto il cuore potesse funzionare.
E così d'improvviso i raggi si fermarono, la stretta sul collo di Goku si allentò, le urla cessarono. Goten, Trunks e Vegeta con il cuore in gola si chiesero cosa diavolo fosse successo, come fosse possibile. Ma, prima di poter dire altro, un suono tremolante, un soffio uscì dalle labbra ancora digrignate del loro nemico.
«Chi... Chikori».



Era accaduto tutto così in fretta, da quando la piccola Bra l'aveva presa per una manica e, strattonandola, le aveva annunciato di aver iniziato ad avvertire l'Aura di suo padre.
Erano appena partite in macchina da casa di Crilin per poter recarsi alla Capsule Corporation, e Bulma – dopo aver tirato un gran sospiro di sollievo – aveva accostato in fretta e furia e aveva provveduto a ricontattare Whis.
"Alla buon ora" aveva detto con un ringhio all'Angelo e all'Hakaishin e, dopo che Whis si era premurato di raccontarle esattamente tutto ciò che fosse successo (ovvero che Beerus avesse appositamente atteso a rispedire i Saiyan sulla Terra per far raggiungere loro un potere superiore), lei aveva sbraitato oltre limite dei decibel umani per obbligare le due divinità a recarsi subito da lei per porgerle delle scuse per aver messo a rischio il loro pianeta, minacciandoli di far fallire ogni ditta di ramen in scatola presente sulla Terra.
In meno di cinque minuti Beerus e Whis avevano raggiunto Bulma e la piccola Bra. Aveva intimato loro di renderla partecipe di ciò che stesse succedendo sul campo di battaglia, ed era stato subito chiaro a tutti quale fosse il reale problema: Broly era fuori di sé e non riusciva a tirarsene fuori.
Dopo il suggerimento malamente accolto di Beerus di usare l'Hakai e farla finita, ci era voluto davvero poco per Bulma mettere in moto il suo geniale cranio per pensare a una soluzione. Aveva conosciuto una sola persona che era in grado di riportare Broly a uno stato di calma, e quella persona era Cheelai.
Whis aveva però denotato che Vampa fosse un pianeta davvero lontano e ci sarebbero voluti dai quindici ai venticinque minuti per fare avanti e indietro, un tempo troppo rischioso. L'unico modo sarebbe stato utilizzare il teletrasporto istantaneo dei Kaiohshin.
E, quando essi avevano fatto presente loro che gli affari dei terrestri avrebbero dovuto rimanere tali, una Bulma inferocita aveva semplicemente risposto: "se mio marito è in grado di usare un potere divino allora può essere considerato una divinità, quindi alzate quelle divine chiappe e venite subito a darci una mano!"
L'arrivo dei Kaiohshin era stato istantaneo, così come il teletrasporto su Vampa. Bulma avrebbe fatto paura persino a Darbula in persona.
Su quel pianeta ai confini dell'universo, però, trovarono una situazione ben peggiore del previsto: quando Freezer era giunto su quel pianeta per portare via Broly, egli non aveva tardato a distruggere la sua casa ed i mezzi di trasporto. Aveva lasciato i suoi amici in fin di vita, senza la possibilità di poter andarsene via da Vampa.
Per quasi due mesi Cheelai e Lemo avevano tentato di riparare la loro astronave senza successo. Non avevano più cibo ne acqua corrente, erano costretti a cacciare per procacciarsi del cibo, proprio come Broly aveva fatto per anni e anni prima del loro arrivo.
Inutile dire che, alla vista delle divinità e di Bulma, la povera Cheelai era scoppiata in un pianto a dirotto. Non piangeva mai, lei, ma quell'arrivo le aveva dato speranza. Per lei, per Lemo... e per quella bambina di quattro anni dagli occhi scuri, la pelle ambrata e i lunghi capelli spettinati dello stesso colore della luna.

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