Il cliente

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.



- It takes a fool to remain sane -


CAPITOLO 19
Il cliente



Non seppe di preciso per quanto tempo rimase imbambolato, così, con quel sacchetto minuscolo stretto nel pugno e l'altra mano chiusa a tenaglia sulle tempie, come per riflettere. La realtà era che nessuna di quelle riflessioni lo portò a una degna conclusione, a una presa di coscienza abbastanza convincente per non fare ciò che oramai da qualche giorno aveva in mente.
Si rigirò ancora una volta il sacchetto nella mano e, sbuffando aria calda che si trasformò in fumo in quella notte gelida, Goten guardò per l'ennesima volta il cielo terso e le stelle luminose.
Ebbe paura, inutile negarlo. Non si sarebbe trattato di buttar giù una bevanda superalcolica o fumare una sigaretta speciale – cosa che, per inciso, non aveva nemmeno mai fatto. Quella roba era potenzialmente pericolosa.
Il fuoco dentro di lui arse le ultime energie rimaste e si sentì ancor più stanco, ancor più stremato. Non solo per via della serata trascorsa nei campi, non solo per le precedenti nottate in bianco. Quel dilemma stava assoggettando la sua mente oramai da troppe ore, ma era più che chiaro che non avesse scelta.
Inalare quella sostanza oppure svenire lì, in mezzo a quel campo, senza poter studiare e quindi venire bocciato all'esame del giorno dopo.
Che alternative aveva, del resto? Non era lucido. Era oramai perso dentro un tunnel così buio da non lasciargli intravedere neanche uno spiraglio di luce, neanche in lontananza.
Con le mani tremanti aprì la clip del sacchettino e se lo portò davanti agli occhi. Deglutì il coraggio, si concentrò per smettere di tremare. In fondo si sarebbe trattato di un tentativo. Una cosa che poi si sarebbe automaticamente conclusa nel giro di pochi giorni. Quando tutto sarebbe tornato alla normalità non ne avrebbe più avuto bisogno. No?
«Coraggio» si disse a bassa voce, con il timbro roco e la lingua secca contro il palato.
E così, dopo ore di indecisione, riuscì ad agire. Rovesciò un po' di quel contenuto sul dorso della mano e, con un gesto incerto e scomposto, avvicinò la punta del naso per prendere il respiro più doloroso di tutta la sua vita.




Trunks non aveva fatto altro che pensare tutto il week-end. Non riusciva oramai più a levarselo dalla testa. Ciò che Mai gli aveva detto l'aveva scalfito talmente tanto nel profondo che ogni tentativo di razionalizzare risultava complesso, difficile.
Da quanto tempo sei innamorato di Goten?
Possibile che avesse ragione lei? Possibile che non se ne fosse mai accorto? Che avesse sempre scambiato quel forte affetto per qualcosa di innocente, quando di innocente c'era ben poco?
Si prese la testa tra le mani e si immerse nel buio dentro le proprie palpebre, estraniandosi ancora una volta dalla situazione e perdendo di vista l'intera sua esistenza per l'ennesima volta in dieci giorni.
Perché già il lunedì era difficile di per sé, ma lo era ancora di più dopo aver passato l'intero fine settimana ad autocommiserarsi nella propria stanza senza mettere il naso fuori casa, trascorrendo le notti a contemplare la tonalità di bianco ghiaccio del soffitto. E, in aggiunta, la voce melliflua del professor Nakao non aiutava affatto la concentrazione.
«... a causa della crescente forza di gravità, diventa sempre più difficile allontanarsi dalla superficie, fino al punto limite in cui nulla può sfuggire dalla stella, neppure la luce. Non siamo più in grado di vedere la stella anche se siamo in presenza di un corpo di grandissima densità chiamato buco nero».
"Lo stesso buco nero che mi ha inghiottito in questi giorni?" pensò Trunks, tra le mani la penna biro per far finta di prendere appunti.
Si guardò intorno spaesato, quasi come se fosse tornato alla realtà dopo un lungo periodo di sonno criogenico. Ma la luce sembrava più fioca, i colori meno brillanti, il profumo di disinfettante più fastidioso. Si sentiva perso in quel mondo in cui era sempre stato bene, si sentiva diverso da se stesso, come se non si fosse mai conosciuto per davvero.
E, per assurdo, la causa e la conseguenza di tutta quella sua confusione era l'unico con cui avrebbe voluto parlare. Avrebbe voluto uscire a grandi falcate da quella fottutissima classe, prendere Goten per il colletto della giacca e trascinarlo fuori, all'aria aperta, respirare insieme, stare zitti o parlare per ore e cercare di comprendersi a vicenda. Cercare di capire meglio quelle sensazioni che provava. E invece non si parlavano da più di dieci giorni, da quella strana festa di Halloween. Sembrava di essere parte di un maledetto loop! Quattro anni prima avevano smesso di parlarsi per quella cazzo di festa, e ora sembrava che si stessero allontanando di nuovo, con la sottile differenza che entrambi ricordassero alla perfezione ciò che era successo e non stessero facendo niente di niente per risolvere la questione. Aveva paura. Troppa paura di affrontarlo, troppa paura di realizzare che ciò che Mai aveva detto fosse vero.
Era davvero innamorato di Goten? Cielo! Di Goten! Gli erano sempre piaciute le ragazze e, anche se non aveva mai funzionato, era certo che provasse attrazione dei confronti del corpo femminile. E Goten non era di certo una donna. Era un ragazzo. Un bellissimo ragazzo, era innegabile, ma non aveva mai immaginato che quel... che quella attrazione nei suoi confronti fosse qualcosa di più. Quella... elettricità statica, tra di loro. Non ci aveva mai dato peso, semplicemente, ma era qualcosa che accadeva già in passato e negli ultimi mesi si era presentata davvero tanto spesso. Il desiderio di vederlo, di stargli vicino, di passare del tempo con lui. Erano chiari segnali e li aveva sempre ignorati?
"Oh cazzo. Sono bisessuale! Sono bisessuale e mi piace il mio migliore amico!"

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