It takes a fool to remain sane || 𝕋ℝ𝕌ℕ𝕂𝕊 𝕏 𝔾𝕆𝕋𝔼ℕ ||

Presentazioni

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Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
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- It takes a fool to remain sane -

CAPITOLO 21

Presentazioni

Quanto può essere dolce respirare?
Quanto può essere leggero il cuore quando la testa, improvvisamente, smette di pensare?
Goten percepì il proprio cervello arrestarsi. Qualcuno aveva appena premuto il tasto di spegnimento, o semplicemente staccato la spina. Chiudi sessione. Arresta il sistema.
E chi poteva essere, quel qualcuno, se non Trunks? L'aveva messo a tacere nel modo più incantevole e spaventoso.
Un bacio.
Non sapeva perché l'avesse fatto, Trunks, ma sentiva di averlo desiderato. Aveva solo chiuso gli occhi e si era gettato sulle labbra del suo amico e no, non si era schiantato rovinosamente. Era come galleggiare, fluttuare adagiato su una nuvola bianca. Lanciarsi in picchiata e sapere di atterrare al sicuro, nell'abbraccio di un cuscino di piume.
Goten non rispose subito al bacio, nel modo nel quale se l'era sempre immaginato. Perché, appunto, era sempre stato solo frutto della propria immaginazione. Non aveva mai dovuto fare i conti con l'improbabile eventualità che potesse succedere, una cosa del genere. E quindi si era spento. Si era bloccato, ma dolcemente.
Aveva strabuzzato gli occhi nel vedersi piombare addosso il suo sogno recondito, aveva inspirato con il naso per essere sicuro che non fosse un'allucinazione. No, non lo era. Aveva il suo profumo addosso. Aveva le sue mani dietro la nuca che l'avevano trascinato vicino fino a collidere. Aveva le sue labbra. Le aveva lì, e tanto gli bastava per toccare il cielo con un dito.
Non se l'era di certo sognato così, il loro primo bacio. Non nel mezzo di un deserto, non con il sapore di sangue in bocca e vistose escoriazioni e ferite su tutto il corpo. Non dopo essersi quasi ammazzati a vicenda. Ma meglio così che niente, giusto?
Allora perché non chiudere gli occhi? Allora perché non lasciarsi andare, almeno per un po'? Si sciolse, giusto per un attimo, giusto il tempo di portare entrambe le mani sul volto di Trunks per toccarlo, per sentire al cento per cento che fosse davvero lì. E sì, lo era. Sentì le sue guance bruciare sotto i polpastrelli.
E Trunks, in quel momento, si sentì quasi svenire. Stava veramente baciando Goten? Stava baciando il suo migliore amico? Se gliel'avessero detto una settimana prima si sarebbe messo a ridere.
Eppure era... bello. Era così bello da sentirsi esplodere. Non sapeva perché, non sapeva come, non sapeva cosa l'avesse portato fin lì, ma si sentiva nel posto giusto.
Non aveva più il coraggio di aprire gli occhi, di staccarsi, di realizzare che fosse stato un momento. No, no, no, non poteva far ripartire la sua mente, non poteva riaccendersi proprio ora.
Ma quel momento arrivò. Si staccarono lentamente, ma sembrò come se gli avessero strappato via i polmoni. Goten si sentì cadere, allora si aggrappò più forte. Gli strinse le dita tra i capelli e riaprì gli occhi neri, incrociando quelli azzurrissimi di lui. Buio contro la luce, notte contro giorno.
Si guardarono spaventati, mescolando i propri respiri affannosi l'uno contro le labbra dell'altro. Pochi centimetri li separavano ancora, ma la paura di allontanarsi di nuovo era tanta, troppa.
Mille perché, mille domande e mille dubbi iniziarono a vorticare nelle loro menti.
Ma non ci fu tempo per esternare quelle paure, non ci fu tempo per domandarsi del come e del perché. Non ce ne fu occasione, perché il placido silenzio estraniante che si era creato in quel luogo venne spezzato da un boato spaventoso. Una deflagrazione lontana ma tanto potente da spostare l'aria e far tremare la Terra.