Papà

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.

- It takes a fool to remain sane -

CAPITOLO 3
Papà

«Passaggio... passaggio! E di là! MOLTO BENE!»
Un lungo e acuto fischio decretò la fine di quella partita amichevole a pallavolo, durante la quale Goten finalmente riuscì a essere apprezzato dai suoi compagni di classe. O, almeno, quelli della sua squadra: avevano vinto tutti i set con punteggi estremamente alti.
«Potete andare, ci vediamo giovedì!» urlò la coach. Si sfilò il fischietto arancione per metterlo nelle tasche della tuta aderente e, con un applauso, si congedò dalla classe invitando gli studenti a correre a cambiarsi per la successiva lezione in aula frontale.
La professoressa Hiromi era forse l'unica insegnante in quella scuola che sembrava avere un minimo di simpatia nei confronti di Goten, probabilmente per l'indiscussa abilità atletica e prestanza fisica, nonché propensione a eccellere nelle attività sportive.
Goten, dopo aver battuto un cinque alto svogliato a Mai, si avvicinò alla panchina sulla quale aveva lasciato la felpa sportiva.
«Vedo che la sua dote è di famiglia, signor Son» disse la professoressa dando al ragazzo una forte pacca sulla spalla, cogliendolo di sorpresa.
«C-come dice?» balbettò imbarazzato Goten, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Suo fratello è stato campione di baseball per cinque anni consecutivi. Un vero peccato che abbia intrapreso un'altra strada! Sarebbe potuto diventare una stella mondiale. Magari con il secondogenito andrà diversamente. Ti piacerebbe entrare nelle squadre ufficiali?» domandò la coach, lanciando ripetutamente una pallina da baseball in aria per riprenderla con la mano opposta. I suoi corti capelli castani si mossero al vento, mentre un sorriso speranzoso si fece largo sul suo viso non più giovanissimo ma ben curato.
Diventare un atleta scolastico? Sicuramente non avrebbe avuto problemi in fatto di competenza, ma gli avrebbe portato via un sacco di tempo. Tempo che, a giudicare dalla fatica che stava facendo a studiare, sarebbe stato prezioso.
«Ci penserò, grazie» concluse Goten, giusto per lasciare ogni possibilità aperta. Piuttosto che finire sotto un ponte come un barbone, forse sarebbe stato meglio fare l'atleta professionista. La professoressa Hiromi lo guardò di sbieco, congedandosi da lui con un cenno del capo.
Con le gambe pesanti e stanche si avviò in direzione degli spogliatoi, davanti ai quali il suo nuovo amico nerd lo stava aspettando con le sopracciglia incurvate maliziosamente.
«Credo che quella abbia già un debole per te!» ammiccò sottovoce Galvin, sporgendosi verso il suo orecchio. «Ha una passione per i giovani atleti! Hai presente Brief, quello del quinto anno? Ecco, si vocifera che abbia combinato qualcosa con lui negli spogliatoi!»
«Uhmpf!» tossì Goten, incredulo, ingoiando di traverso la sua stessa saliva. Trunks e la Hiromi?
«Che c'è?» domandò il ragazzetto brufoloso, stranito dallo strano comportamento del suo nuovo compagno di classe.
"Porco Zeno"
«N-nulla» mentì, divenendo rosso come un peperone. Si levò la maglietta sudata e la rimise nella sacca da ginnastica. Galvin lo squadrò da capo a piedi con aria esterrefatta, imitato a rotazione da altri suoi compagni del comparto di armadietti a fianco.
Perplesso si guardò i bicipiti, i pettorali, poi si specchiò nel lucido delle piastrelle per capire cosa avesse di tanto strano per essere squadrato in quel modo. Realizzò solo pochi secondi più tardi che, probabilmente, il suo aspetto fisico non rientrasse proprio nella normalità di uno studentello proveniente dalle montagne. Sin da quando era piccolo aveva preso parte ad allenamenti intensi e, oltretutto, il genoma di saiyan lo portava ad avere una massa muscolare ben più pronunciata di un comune terrestre.
«Beh, Goten. La Hiromi non è più di primo pelo ma è comunque una bella donna. Facci un pensiero!» continuò Galvin arricciando le labbra con una certa invidia, pensando però che Goten non avrebbe avuto problemi con le donne, con quel fisico lì.
Questi arrossì nuovamente, infilandosi di fretta nella doccia per scrollarsi di dosso tutti quegli sguardi indiscreti e invidiosi. Non era esattamente il tipo da mettersi in mostra, ed essere osservato in quel modo lo aveva messo non poco in imbarazzo.

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