10. Non Mi Fai Paura

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Jones ed un altro ragazzo portarono a seppellire il cadavere di Atom ed io, dopo un sospiro profondo, rientrai ancora nella navicella dove Griffin e la sua brigata provvisoria cercavano di 'curare' il più possibile la ferita di Jasper, c'era silenzio in quel luogo ed io odiavo questo suono.
«mi dispiace... Per Atom» disse poi la bionda ad Octavia dopo che ebbe finito di fare l'impacco di quell'alga rossiccia al mio amico.
«anche a me... Ma forse dovremmo abituarci all'idea che sulla terra le persone muoiono» rispose la ragazza castana in tono ferito.
«ma tu no- insistette quest'ultima rivolta a Jasper -tu non ti azzardare a morire».
Era una scena molto dolce, forse se Octavia assumeva quell'aria da dura solo per mostrarsi grande davanti a suo fratello ed agli altri.
La seguii velocemente davanti allo stesso falò di ogni sera, insieme a Finn, Monty e Griffin che stavano bevendo una bottiglia rubata in una macchina che avevano usato per scampare a loro volta dalla nebbia radioattiva.
«assaggia, è buono» esclamò un Monty quasi ubriaco alla mia amica castana.
Lei accettò e fece un lungo sorso «bleah è disgustoso- disse con una smorfia -ma mi piace» constatò con un sorriso bevendo un altro sorso facendo ridere tutti, poi mi porse la bottiglia.
«nah... Non bevo» risposi, non mi andava molto di bere ma il ricordo dell'ultimo festino clandestino assieme a Monty e Piper mi fece sorridere.
Scambiai un'occhiata divertita al ragazzo moro che ricambiò sorridendo «dai Aly, non fare la noiosa, potrebbe essere l'ultima volta della tua vita» insistette la ragazza accanto a me con le gote rosse, convincendomi finalmente a prenderne una sorsata, il liquido era più forte del normale perché era vecchio di tantissimi anni e la mia smorfia di fastidio per il bruciore fece ridere tutti.
«posso unirmi anch'io?» chiese una voce un po' malridotta, mi girai verso di essa e notai che era Jasper.
«Ciao Campione» lo salutai io mentre mi alzavo e lo abbracciavo cercando di non fargli del male seguita subito da Monty «direi di ricominciare con qualcosa di più tranquillo» esclamò Finn ridacchiando e porgendogli una tazza con dell'acqua.
«sbaglio o mi hanno impalato come un pollo allo spiedo?» domandò lui sedendosi tra me e Octavia, che salutò dolcemente.
«sì, ma solo per poche ore» cercai di sdrammatizzare la situazione con un leggero sorriso.
«e avrai una bella cicatrice come prova» si intromise a quel punto Griffin.
«il mio angelo» disse lui sorridendo nella sua direzione, riprendendo poi a chiacchierare come se non fosse successo nulla.
«ma dov'è Bellamy?» chiese Jasper, bene, proprio la domanda che speravo di evitare per tutta la giornata.
«non lo so, qualcuno dovrebbe andare a cercarlo prima che sradichi qualche albero» rispose Finn.
«allora vai tu Alyx» mi incoraggiò Monty.
«perché io?» risposi cercando di non arrossire.
«sei l'unica a cui non darebbe un pugno» osservò lui con un sopracciglio alzato ed un'espressione divertita.
«Octavia?» proposi io ma lei rifiutò «mi caccerebbe via perché sono 'la sua sorellina'» lo scimmiottò lei.
Sospirai «Clarke?» insistetti ancora.
«perché io? non eri tu quella nelle sue grazie?» mi chiese lei guardandomi male.
«dai Alyx, alza quel culo dalla panca che è tutta salute» mi disse Jasper, facendomi ridere.
«va bene, va bene, ma solo perché sei tu a chiedermelo» dissi io rassegnata, andando poi a cercare quel coglione di Blake.

***

«ehy Principino» lo stuzzicai quando lo trovai di fronte ai cancelli dell'accampamento.
«ehy Stramboide- mi salutò lui -come mai da queste parti?» mi chiese ancora.
«mi hanno mandato a cercarti perché temevano che avresti ucciso qualcuno, ti stai perdendo la fantastica festa e Jasper si è svegliato» risposi io, sedendomi poi nel tronco vicino a lui.
«bene» rispose solamente lui senza guardarmi.
«fai la guardia?» insistetti ancora, non sapevo neanche io perché cercavo di mandare avanti la conversazione.
«non si vede?» mi rispose lui con fare aggressivo.
«scusami se volevo solo fare una conversazione civile» gli dissi alzandomi nervosa, lo sapevo che sarebbe ritornato lo stronzo di prima fuori da quella caverna.
Lui non disse nulla, e ciò mi fece arrabbiare ancora di più.
«cerca di dormire stanotte, okay? Non ci sarò più io vicino a te a-» esclamai io con un tono di voce alto ma mi bloccai all'istante, non sapevo neanche io perché stavo dicendo una cosa del genere, dopotutto lui era lì per me perché mi ero mostrata debole di nuovo.
«non è a me che serve compagnia» rispose con voce dura quando feci per andarmene per cercare di non peggiorare la situazione.
Mi fermai di colpo «scusami?» chiesi voltandomi lentamente verso di lui.
«la storia di tuo padre e degli incubi, non crederai mica che me la sia bevuta, vero?» mi disse convinto che stessi scherzando.
«sei serio?» domandai io, avvicinandomi a lui in modo minaccioso.
Quindi io sarei una bugiarda?
In tutta risposta lui fece di nuovo quel suo sorrisetto che faceva quando si prendeva gioco delle persone ed allora scoppiai.
Gli tirai un pugno alla mascella ed il suo volto si spostò da una parte. L'avevo colpito, lo sapevo perché le nocche sanguinavano e mi facevano un male cane.
«... Tu» disse con un tono duro dopo che si fu massaggiato la parte che avevo colpito malamente.
Mi prese per i polsi e mi schiacciò contro un albero lì vicino, mi stava stringendo così forte il bracciale che temetti lo rompesse in mille pezzi mentre metteva le mie mani sopra la mia testa, al chiarore della luna potevo vedere i suoi occhi diventare scuri come due buchi neri.
«non osare mai più colpirmi, chiaro?» mi minacciò, puntando i suoi occhi fiammeggianti nei miei.
«non mi fai paura» lo sfidai con lo sguardo.
«dovresti invece» rispose lui lasciandomi i polsi di scatto e rimettendosi nella stessa posizione che aveva quando fui arrivata, lasciandomi lì contro il tronco di un albero, sbigottita.
Mi massaggiai il polso senza bracciale, probabilmente quell'idiota mi avrebbe lasciato il segno.
«fanculo» esclamai allontanandomi da lui.
Quando tornai dentro alla base trovai solo Octavia seduta ancora dove l'avevo lasciata. Mi stava aspettando?
«com'è andata?» mi chiese quando mi vide.
«una meraviglia, è stata davvero un'ottima idea mandare me» risposi stringendo i denti ed Octavia capì subito che qualcosa era andato storto, a quanto pare non so camuffare la rabbia così bene come pensavo.
«perché? Cos'è successo?» mi chiese lei, alzandosi in piedi di scatto e mettendosi davanti a me per bloccarmi il passaggio.
«niente, abbiamo solo litigato come al solito» risposi cercando di chiudere la conversazione all'istante.
«e...?» domandò lei, con gli occhi verdi che sembravano più chiari al bagliore della luna.
«e niente» dissi io scoccandole un'occhiata per farle capire che non volevo parlarne.
Ma ovviamente anche lei è una Blake.
«non è possibile. Voi litigate sempre, è successo qualcos'altro» insistette lei avvicinandosi a me.
«gli ho tirato un pugno» risposi allora io velocemente.
«e sei ancora viva?» chiese stupita dopo che fu stata in silenzio per due secondi.
«a quanto pare» dissi io scocciata mentre distoglievo lo sguardo.
«wow... E lui che ha fatto poi?» domandò ancora, facendomi sospirare rumorosamente a causa della sua insistenza, mi sta veramente dando sui nervi.
«niente- risposi seccata -mi ha stretto i polsi e mi ha minacciata» esclamai nuovamente arrabbiata, grazie Octavia.
«e basta? Non ti ha colpito a sua volta?» domandò stupita.
«no Octavia, te l'avrei già detto e sarei ancora lì a picchiarlo»
«okay okay, dico solo che è strano: lui colpisce sempre dopo che è stato colpito indipendentemente da chi l'abbia fatto soprattutto ora che, a detta tua, è arrabbiato» rispose.
«non me ne frega niente ed adesso, se non ti dispiace, vorrei andare a dormire» risposi forse un po' troppo duramente ma perlomeno servì a far zittire Octavia.
Quella notte sognai delle cinture.

I'm not your princess // The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora