34. Che la guerra abbia inizio

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Clarke correva come una matta tra le file per vedere se stesse andando tutto bene, io e Bellamy avevamo ancora le mani intrecciate e quando lei lo notò mi fece un sorriso a trentadue denti che ricambiai, arrossendo un bel po'.
Octavia era a capo del campo ed io, in mezzo a quegli alberi, continuavo a chiedermi dove fosse finito Monty.
Lo sognavo quasi tutte le notti, sempre lo stesso sogno. Sognavo la promessa che ci fummo fatti mischiata ai vecchi ricordi, anche la sua faccia quando mi diceva di correre; una volta provai a non ubbidirgli ed andare verso di lui, ma una specie di muro mentale mi bloccava la strada ed anche con molteplici pugni e calci non si crepò minimamente, era indistruttibile..
Dei suoni strani e regolari mi risvegliarono dai miei pensieri, sembravano dei tamburi molto potenti «tamburi di guerra!» urlò qualcuno.
«terrestri!» sentì urlare la voce di Jasper e tutti girarono i tacchi, correndo verso di noi come il cinghiale che avevamo incontrato durante le prime battute di caccia.
Staccammo violentemente le mani e ci mettemmo ai lati opposti della strada in modo da lasciare spazio alla mandria di bufali spaventati che correvano verso il campo senza farci disarcionare.
Cercai lo sguardo sicuro di Bellamy, ma non lo trovai fino a che tutti non furono passati, poi insieme ci riavvicinammo e corremmo per chiudere la fila ed accertarci che nessuno fosse rimasto indietro.
Quando tutti fummo entrati Blake e Miller chiusero i cancelli, facendomi riprendere fiato.
«dove sono?! Perché non attaccano?» chiese Bellamy mentre analizzavo la situazione: volevamo scappare e ci hanno riportati qui, siamo in trappola.
«perché è esattamente quello che volevano» risposi io.
«ha senso: i tamburi, la corsa per tornare al campo, stanno giocando con noi. Qui siamo in trappola» spiegò Clarke.
«Lincoln ha detto che gli esploratori saranno i primi ad arrivare» disse Finn.
«se sono solo gli esploratori ce la possiamo fare, è quello che farebbe Lincoln» rispose Octavia.
«non facciamo più quello che dice Lincoln- esclamò Bellamy -l'ultima volta che l'abbiamo fatto Drew è morto. Vuoi essere tu la prossima?» domandò lui sarcastico.
«non fare lo stronzo» lo rimproverai.
«sono d'accordo con Octavia, potrebbe essere solo uno» continuò Finn.
«uno, sì, ma con una mira pazzesca» esclamò Jasper.
«no, Lincoln ha detto 'tornate a casa prima che arrivino gli esploratori'. E a casa mia esploratori è un nome plurale» esclamò Clarke.
«io dico di restare qui ed ammazzarlo un ad uno» propose Bellamy, anche se somigliava più ad un ordine.
«no, è una pessima idea, dobbiamo cercare un altro modo per scappare. Deve esserci» insistette Clarke premendosi due dita sulle tempie.
«Alyx, a te la scelta» decretò a quel punto Finn.
«cosa? Perché io?» chiesi stupita mentre arretravo istintivamente di qualche passo.
«oltre loro anche tu ci hai aiutato molto e gli altri ti danno ascolto, loro sono in disaccordo, tocca a te quindi decidere se dobbiamo scappare o dobbiamo combattere» mi spiegò lui ed io rimasi in silenzio per alcuni secondi.
Ma poi l'istinto di proteggere tutta la mia gente mi sopraffasse, non potevo solo rimandare la minaccia, avevamo tutti diritto ad un po' di pace. alzai gli occhi ed esclamai con voce convinta: «allora combattiamo».

***

«Quindi cosa ci è rimasto? Il burrone minato e poi?» domandai io, sempre più in crisi sul da farsi.
«parzialmente minato, grazie a Murphy» rispose Raven con evidente disappunto.
«abbiamo le bombe» propose Bellamy.
«sono troppo poche» constatò Clarke.
«sempre grazie a Murphy» ripeté la meccanica in maniera seccata.
«okay, quindi quando arriveranno i terrestri al cancello li bloccheremo con granate e colpi di fucile, e dopo che facciamo?» domandai io, amavo avere il controllo della situazione.
«chiudiamo le porte e preghiamo» mi disse Raven guardandomi negli occhi.
Io feci un sorriso rabbioso, odiavo il suo sarcasmo.
«non è fattibile, entreranno comunque fino a far cadere il cancello e raderanno al suolo tutto» le spiegò Clarke. per me
«okay, quindi non devono assolutamente superare il cancello» disse Bellamy, annuendo.
Questo era il piano? tutto qua?
Pensai velocemente a qualcosa che ci sarebbe stato utile contro il loro esercito... Aspetta questa è una navicella no? Questo vuol dire che deve avere dei razzi.
«hai ancora dell'idrorepellente?» chiesi a Raven.
«sì, ma non basta per una bomba» mi disse.
«non stavo parlando di una bomba» risposi e Raven sorrise, capendo al volo.
«vuoi far esplodere i razzi?» mi chiese Clarke ed io annuii.
«un barbecue di terrestri? Mi piace come ragiona la tua testolina» mi disse Bellamy sorridendo e scompigliandomi i capelli amichevolmente.
«funzionerà?» chiese Finn appoggiato al muro, era estremamente contrario a tutto ciò, ma non avevamo alternativa.
«i cavi sono rovinati ma sì, se mi date un po' di tempo li cucinerò a dovere» rispose Raven.
«va bene» esclamai io con il cuore leggermente più leggero, per poi uscire fuori e comunicare il piano agli altri.
«cosa pensi di fare?» domandai poco dopo a Finn che stava tentando di uscire dal campo, ma io ero un'esperta in quello e conoscevo i posti facilmente raggirabili.
«devo andare ti prego, è urgente» mi pregò lui con un'espressione afflitta.
«a fare cosa? È pericoloso uscire e non ci saresti d'aiuto in questo modo» gli ricordai io, stringendo il fucile per l'ansia.
«Raven ha ancora il proiettile nel corpo ed ha un emorragia interna, tra poco non potrà fare nulla se non vado a recuperare del coagulante da Lincoln» si giustificò lui ed io annuii capendo la gravità della situazione.
«va bene, ma fa molta attenzione. E, ti prego, resta vivo» lo salutai io mentre mi faceva un saluto militare ed usciva dal campo.
I terrestri non si fecero sentire fino a sera, quando i tamburi risuonarono ancora, Finn non era ancora tornato.
«dove diavolo è Octavia?» chiesi a Miller arrampicandomi su una postazione e posizionandomi in posizione di tiro «non lo so, ha detto che andava via ma non ha detto dove. Pensa di essere una sorta di samurai» disse lui ed io ridacchiai nonostante fossi in pensiero per lei.
Notai con la coda dell'occhio Bellamy, che era nell'altra posizione sopra le mura, poco più lontano.
«vedete niente?» urlai e ricevetti in risposta solo alcuni 'no' con la testa, dovevo rimanere super vigile, ero nel punto più vicino ai cancelli.
«più aspettano meglio è, daremo a Raven più tempo» sentii Bellamy, pochi secondi prima che il walkie-talkie parlasse «li vedo! Sono uno, due, tre, no! C'è ne sono di più! Sono troppi non riesco a contarli».
Sentimmo anche uno sparo «chi è?» domandò Bellamy.
«Starling credo» disse Monroe «trincea sud» precisò Miller.
«trincea sud, al rapporto» esclamai io dalla radio.
«sì sì, stiamo bene, non ci hanno attaccato ma sembra sparare a dei fantasmi» risposero.
«vogliono farci sprecare muni-» iniziai io, ma Monroe li avvistò ed iniziarono a sparare all'impazzata.
«no, non sparate! Vogliono farci finire i colpi» ripetei io alla radio ma Miller mi fece notare che erano le loro ultime munizioni. Quei deficenti le avevano appena finite tutte.
«maledizione...» sussurrai.
«dobbiamo indietreggiare!» disse Monroe.
«no, se lo facciamo prenderanno il cancello principale!» le ricordò Bellamy.
«sono ovunque!- esclamò Jasper dal walkie-talkie -servono rinforzi!»
«arrivo» dissi io e, per la prima volta, nessuno mi disse nulla.
Sentii un'esplosione in lontananza mentre correvo con il cuore a mille dall'altra parte del campo «le mine funzionano!» gridò Jasper ed io fui leggermente sollevata.
Clarke chiamò quest'ultimo per dare una mano nella navicella ma Bellamy si rifiutò.
«la parte ovest è minata» disse lui «ma i terrestri l'hanno capito. Jasper vieni qui» continuò la biondina ed allora lo asciai andare.
Il ragazzo lentigginoso iniziò di nuovo a sparare, ma Jasper ci avvisò di non farlo perché sprecavamo munizioni.
Come se non l'avessi già detto io.
«non sparate finché non siete sicuri che vi stiano attaccando» sottolineai io alla radio «Clarke sto arrivando» la informò poi Jasper.
«Alyx, ci stanno attaccando, torna qui!» mi dissero Miller e Monroe ed io corsi a perdifiato, il cuore mi pulsava perfino nelle tempie ed io sentivo solo quel rumore, oltre al mio fiatone e il rumore degli spari.
Mi arrampicai nel punto in cui c'era Bellamy, dato che Monroe si era data alla fuga.
Miller stava per essere attaccato, ma io sparai un colpo in testa al terrestre facendolo cadere.
«grande» mi sorrise Bellamy e, in quel secondo di distrazione, un terrestre approfittò per arrampicarsi di soppiatto.
Bellamy gli sparò un colpo, ma l'uomo lo tirò giù con lui.
«Bellamy!» urlai, non potevo sparargli o rischiavo colpire Bellamy.
Tutto il resto, le urla e le esplosioni, passarono in secondo piano, dovevo cercare di liberare Bellamy.
Dovevo pensare in fretta, era una corsa contro il tempo.

-1!

I'm not your princess // The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora