21. Solo Delle Risposte

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C'era un'enorme tempesta e dentro la navicella la tensione era palpabile: molte persone cercavano di tenere giù i teli che servivano da porta; Bellamy, Jasper e Monty non erano ancora tornati dalla loro spedizione, Raven cercava di mettersi in contatto con l'Arca producendo delle interferenze terribili e Clarke cercava in qualche modo di curare Finn.
Io ero insieme ad Octavia in un angolo appartato e cercavamo di parlare ignorando la situazione circostante.
«mi dispiace per quello che ha detto tuo fratello, a volte diciamo che non si comporta nel modo più gentile del mondo» le dissi io cercando in qualche modo impacciato di sdrammatizzare la situazione.
«già... Solo che è stato molto strano, non avevamo mai litigato in questa maniera, ma ti ringrazio di avermi cercata e salvata e... Tutto quello che hai fatto, insomma» mi rispose lei con sorrisetto tirato.
«figurati, anche lui voleva salvarti a tutti i costi ma sai com'è... Tutte queste morti lo rendono più nervoso ed irascibile del solito».
Perché cerco di difendere quell'idiota di Blake?
«sì, lo so. Ma a proposito di morti, grazie per avermi difesa prima con Bell ma non ti devi sempre addossare tutta la colpa, non è sempre per merito tuo che le persone muoiono. Semplicemente accade ed a volte noi non possiamo farci un bel niente» esclamò lei senza guardarmi negli occhi. Okay, da dove le tira fuori queste frasi filosofiche?
Fortunatamente in quel momento Raven riuscì a mettersi in contatto con l'Arca «Raven? Raven ci sei?» rispose la voce di Abby, ah quindi la dolce mammina è ancora viva?
«mamma! mamma sono tua figlia» esclamò Clarke tesa come una corda di violino mentre prendeva in mano la radio.
«chi?» chiese, ma probabilmente la domanda che voleva fare era 'quale'.
«Clarke, sono il cancelliere. Ci sono dei sopravvissuti sulla terra?» domandò la voce di Jaha.
«sta morendo mamma, ha un coltello infilato nel petto» continuò lei ignorando spudoratamente l'uomo che ci aveva mandati qui a morire.
«Clarke- esclamò una voce troppo famigliare per i miei gusti -mia figlia è con te?» chiese e la ragazza bionda si girò nella mia direzione, tutti la imitarono.
«sono qui» esclamai avvicinandomi lentamente in modo da far passare alcuni attimi di silenzio «sia lodato il cielo, sei viva» continuò Marcus Kane con un ton che pareva sollevato «così pare» risposi io svogliata mentre fissavo la radio come se fosse stata la mia peggior nemica.
«Clarke, mio figlio è lì con voi?» chiese Jaha e Clarke ebbe uno spasmo, come se l'uomo le avesse appena infilato un coltello nel petto anche a lei «mi... Mi dispiace... Wells è morto» rispose lei, zittendo il Cancelliere e iniziando l'operazione di soccorso con l'aiuto della madre.
Il segnale però si interruppe improvvisamente e Raven spiegò che la colpa era della tempesta «Monroe chiudi le porte» ordinò Clarke dopo che Octavia fu tornata con due brocche piene di alcool per disinfettare la ferita di Finn.
«No; Bellamy, Jasper e Monty non sono ancora tornati» mi opposi io cercando di fermare la ragazza.
«sono in gamba, troveranno un riparo» mi liquidò Clarke con una frase mentre guardava disperatamente Raven che cercava di recuperare un contatto.
La ragazza mora però trovò un ago da sutura e Octavia andò a prendere al piano superiore del fil di ferro per chiudere la ferita, ma non prima che Raven l'abbia avvertita di fare attenzione a dei cavi ustionanti che aveva collegato ai pannelli solari.
«sono tornati» appurò Monroe dopo che Blake ebbe buttato a terra lo stesso terrestre che avevo colpito.
«che cosa diavolo vuol dire questo?» chiesi io stupita ed incazzata alla vista di quel corpo bendato e steso a terra come se si trattasse di merce da trasportare.
«volevo informazioni» spiegò semplicemente Blake tentando di giustificarsi ma co scarsi risultati.
«volevi vendetta» disse Octavia dopo che ebbe dato il filo a Clarke.
«voglio solo delle risposte, portatelo di sopra» ordinò poi lui ai miei due amici reggendo il mio sguardo di odio con un'innaturale calma mentre Jasper e Monty eseguivano i suoi ordini, così mi decisi a seguirli nel piano di sopra.
Due ragazzi iniziarono a spintonarsi in modo poco amichevole «ehy, voi due piantatela! Andate tutti di sopra e lasciamole lavorare!» ordinai io ad alta voce e Clarke mi scambiò uno sguardo riconoscente.
Andai anch'io di sopra ma preferii raggiungere l'ultimo piano, ovvero quello dove dove Blake aveva portato il terrestre.
«che fai?» mi domandò Octavia «vado a controllare che quell'idiota non si faccia uccidere» risposi io mentre avanzavo sulla scala a pioli senza guardarla «vengo con te» mi disse poi lei seguendomi.
«che ci fate voi due qui?» ci chiese Bellamy non appena ci vide.
«controllo che tu non faccia altre cazzate- risposi io osservando poi il terrestre a cui stavano legando le mani in modo da lasciarlo in piedi e con il usto completamente rivolto verso di noi -ma con questo metodo non arriverai a nulla» continuai disgustata dalla situazione.
«lui ha rapito Octavia, occhio per occhio dente per dente» mi rispose lui. Non sembrava per nulla in sé.
«lui mi ha salvato la vita, ficcatelo in quella testa» esclamò Octavia spazientita mentre si sedeva su una cassa lì vicino.
«si è svegliato!» urlò una 'guardia' di nome Miller.
Il terrestre iniziò a muoversi ed a cercare di liberarsi, ci vollero un paio di soldati per immobilizzarlo i nuovo «legalo più stretto! ci mancherebbe solo che 'sto stronzo si liberi perché non l'hai legato bene!» sbraitò Blake. quel punto Octavia si alzò ed il terrestre, vedendola, smise per un attimo di porre resistenza.
«te l'ho detto, lui mi voleva proteggere» disse lei.
«Octavia, va via da lì» la riprese Blake.
«torturarlo non servirà a nulla» continuò lei.
«non lo sto facendo solo per te, ma anche per Dax, Jones e Roma»
«non è stato lui, altrimenti avrebbe ucciso tua sorella già da un bel pezzo» esclamai io.
«non puoi saperlo!» mi urlò addosso lui e ciò fece arrabbiare anche me.
«questa non è la maniera giusta!» urlai io cercando di tenere indietro il braccio di Bellamy che reggeva un coltello, ma lui si divincolò dalla mia presa ed in meno di un secondo sentii un bruciore alla guancia.
Mi portai una mano sul punto ferito, sanguinava. Guardai Blake che aveva una faccia un po' smossa da quella maschera di indifferenza, ma non si scusò affatto dall'avermi tagliata.
«mi dispiace» dissi io al terrestre che ora mi stava guardando negli occhi come se avessi capito che cosa avevo intenzione di fare.
Ha capito che cercavo di proteggerlo?
«Bellamy, no!- disse Octavia mentre Blake diceva a Miller di portarla via -io c'ero! ho visto! Ehy, levami quelle mani di dosso!»
«non credo che parli la nostra lingua, non può capirti» disse Miller mentre portava giù Octavia di peso.
«oh, io penso proprio di sì» esclamò Blake, che ora stava guardando il terrestre con astio.
Ci fu una grande scossa per colpa del temporale «cos'è?- disse Blake dopo essersi rialzato siccome era caduto a terra -siamo sotto attacco?».
«no, è la tempesta» risposi io facendolo voltare verso di me.
«sei ancora qui?» domandò lui seccato dalla mia presenza.
«già» risposi io mentre lui faceva un sospiro seccato.
«okay, riproviamoci: chi sei? Dov'è il tuo accampamento? In quanti siete?» domandò ancora al terrestre.
«è tutto inutile, non dirà nulla» dissi io per la centesima volta dopo aver sospirato.
«ehy, cos'è questa roba?» chiese Miller una volta tornato ed io mi alzai andando verso di lui.
«veleni, o antidoti, o entrambi» ipotizzai.
«e questo?» chiese ancora, iniziando a sfogliare un diario ed il terrestre iniziò a muoversi per liberarsi.
«bingo. Abbiamo trovato qualcosa che non voleva vedessimo. Aprilo» ordinò Blake a Miller, ma io gli strappai il diario dalle mani, iniziandolo a sfogliare.
C'erano dei disegni bellissimi di paesaggi e mappe, una paio di bozzetti di una ragazza dai capelli corti in riva al fiume o che fissava delle farfalle. Mi assomigliava molto.
Scambiai un'occhiata col terrestre e notai che mi stava guardando, ecco cos'era quella sensazione di essere fissata.
Ma il disegno più dettagliato di tutti era quello che raffigurava una ragazza posta di fronte. Octavia.
«Bellamy- lo chiamò Miller -ha disegnato Octavia» e fu lì che Blake iniziò a fargli veramente del male.

I'm not your princess // The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora