19. L'attacco dei terrestri

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Nonostante le urla canzonatorie dei miei compagni riuscii ad arrivare a destinazione e ad afferrare l'oggetto di Octavia tenendolo in alto, poco dopo si calarono anche Bellamy, Jasper e Finn.
Ma mentre scendevano notai qualcosa di molto strano ed appurai che fosse una macchia di sangue fresco, impallidii all'improvviso e qualcuno se ne accorse.
«che succede?» mi chiese Jasper allertato ma si zittì quando vide il sangue fresco sulle mie dita, non mi ero neanche accorta di averlo toccato.
«dev'esserci stato qualcuno oltre Octavia qui- ci fece notare Finn -ci sono delle impronte e sono più grandi di quelle di Octavia».
«qui deve averla presa in braccio» esclamò Blake, indicando delle impronte più profonde nel fango.
«ma... Se l'hanno presa vuol dire che è viva, no? Come quando hanno preso me» chiese Jasper speranzoso.
«si speriamo di sì, ma ora iniziamo a seguire le impronte. Se abbiamo un po' di fortuna troveremo quel terrestre» ordini io mentre loro mi seguivano e gli atri iniziavano a scendere a loro volta.
Camminammo ancora per un po' seguendo le impronte fino a che non vidimo gli scheletri di delle teste umane ancora sporche di sangue e impilate su dei palette di legno alti circa un metro.
«oddio, che cosa inquietante...» sussurrai io quasi incantata alla vista di quello spettacolo rivoltante, alcune persone se ne andarono per il troppo timore e forse dovevamo farlo anche noi.
«non parlo la loro lingua, ma mi sembra che questo voglia dire 'vietato l'ingresso'» esclamò Finn.
Io guardai stupita e delusa i delinquenti che ritornarono alla base «sì... Potete andatevene pure se avete così paura, ma Octavia è una delle mie migliori amiche ed io non la lascerò lì» girdai nella loro direzione per farli sentire in colpa e sperare che non mi abbandonassero tutti.
«sono con te, ovviamente» esclamò Bellamy, accompagnandomi verso quel campo di teste mozzate.
«andrei all'inferno pur di trovarla» esclamò Jasper facendomi trovare la situazione tenera se non fosse stato per le teste mozzate esposte con cura a meno di una spanna da noi.
«mi spiace deluderti, ma siamo già all'inferno» gli disse Finn con molto drama, come se la situazione non fosse già 'difficilec' di suo.
Continuammo a vagare senza meta per tantissimo tempo, l'unica minima fonte di luce era la luna, che stanotte era piena, oltre che le torce.
«non vedo nulla...- si lamentò Finn per l'ennesima volta -è meglio se torniamo indietro, non troveremo Octavia se non vediamo neanche dove mettiamo i piedi».
«tu va pure se vuoi, ma io senza Octavia non me ne vado da nessuna parte» risposi io troppo testarda ed orgogliosa per rimangiarmi le mie stesse parole.
«Alyx, dai... Sappiamo tutti che è una missione suicida» cercò di convincermi lui ma io lo guardai male e continuai a camminare.
«non ti smuove niente e nessuno, giusto?» mi chiese Blake Quaid divertito «sì, ma lo faccio solo per Octavia».
«dov'è Jones?» chiese quella 'brava ragazza' di Roma.
«non lo so, ma era qui un attimo fa» rispose un'altra ragazza.
«cerchiamolo allora, non sarà andato molto lontano» esclamò Bellamy, ma proprio quando concluse la frase, una figura mi cadde davanti.
Era Jones, legato ad un albero e con la gola tagliata, cacciai un urlo dalla sorpresa.
«gli alberi!- urlò Blake -usano gli alberi per attaccarci!».
«abbiamo superato il confine» ci ricordò. Finn dopo che Bellamy mi ebbe afferrato istintivamente per un braccio.
«ce n'è uno lì» disse di nuovo la ragazza di cui non mi ero neanche sforzata di ricordare il nome «anche uno lì» ripeté Finn.
«siamo circondati» appurai mentre arretravo per ordine di Blake.
«dobbiamo scappare» constatò Jasper facendo quindi correre tutti a gambe levate.
Io ero l'ultima della fila, se avessero lanciato qualcosa avrebbero sicuramente preso me; mi girai più volte, ci stavano inseguendo, erano circa una ventina ed erano ovunque.
Bellamy continuava a tenermi per un braccio mentre cercava di farmi superare qualcuno in modo che non fossi il primo bersaglio della lista.
Jasper all'improvviso cadde a terra «io non mi fermo per lui» disse una voce che in quel momento odiai con tutta me stessa.
A suo discapito mi fermai e lo feci alzare «non ce la faccio più a correre» si lamentò lui in uno sguardo sfinito «non ti lascio qui» gli risposi scuotendo la testa e trascinandolo con me.
«ed io sono stufo di correre» si mise in mezzo Blake.
«no aspetta, che vuoi fare?» gli chiesi spaventata quando lo vidi fermarsi improvvisamente anche se lo copiai a pochi passi.
«loro sanno dov'è Octavia» si giustificò lui.
«sai, non credo che se glielo chiedi con gentilezza ti risponderanno» gli disse Finn in il suo solito sarcasmo che trovavo sempre divertente, ma non ora.
«non correte di là» gridai io, seguendo la logica era dove ci volevano spingere, sarebbe stato pieno di trappole.
Ma non feci in tempo neanche a pensarlo che la ragazza che non conoscevo rimase infilzata in una di esse, Roma urlò spaventata e tutta quella confusione mi fece venire un gran mal di testa, avevo solo voglia di corrergli in contro e farla finita.
«che fanno?» chiese una ragazza rivolgendosi al cambio di rotta dei terrestri, lei mi pare che si chiamasse Monroe.
«penso che stiano inseguendo Roma» constatai io, raggiungendola quando la vidi contro un albero.
Aveva una lancia infilata nel petto e posso assicurare che non era un bello spettacolo, soprattutto perché non c'era la minima traccia della poltiglia verde.
«io... Era venuta solo per me» disse Blake con gli occhi sbarrati, mentre decisi di abbassarele le palpebre.
La odiavo ma aveva diritto alla dignità che non si era riservata in vita.
Io volevo quasi prendere il volto lentigginoso di Bellamy tra le mani e rassicurarlo dicendo che andrà tutto bene... Ma ovviamente non lo feci.
Nulla stava andando affatto bene.
«stanno giocando con noi come se fossimo il gatto e il topo» esclamò Finn.
«allora dovrebbero decidersi a farla finita!- urlò Jasper in una crisi di panico -lo so che siete lì» inveì contro i terrestri mentre mi precipitavo verso di lui e gli tappavo al bocca.
«vuoi stare zitto o preferisci farci ammazzare tutti ora?!» sussurrai con un'espressione probabilmente molto minacciosa, perché Jasper si calmò quasi subito nonostante avesse una mia mano sulle labbra.
«Alyx!» urlò poi Monroe, facendomi notare che un grande gruppo di terrestri stava per attaccarci.
Il mio primo istinto fu quello di mettermi davanti a tutti come una specie di scudo ma, prima che ci potessero uccidere, il suono di un corno si levò in aria e fece ritirare i terrestri.
Io e Bellamy ci guardammo spaventati, l'avevamo già sentito quel suono.
«cos'è? Perché stanno scappando?» domandò Jasper.
«perché è l'avvertimento della nebbia acida» rispose Finn, mentre tirava fuori dal suo zaino una tenda.
«dobbiamo scappare» esclamai io «non c'è più tempo» mi disse Finn mentre Jasper e Bellamy lo aiutavano ad aprire la tenda istantanea.
Ci riparammo con essa e solo quando tutti fummo coperti mi concessi un sospiro di sollievo.
Avevamo tutti una faccia decisamente spaventata ma quello in assoluto più in panico era Jasper.
Il mio amico stava guardando le pareti della tenda in modo morboso e con gli occhi spalancati, quindi io decisi di mettergli una mano sulla spalla facendolo voltare verso di me.
Mi guardò in un modo talmente tanto indifeso che mi sembrava un cucciolo abbandonato quindi, presa da un'ondata di dolcezza, gli misi una mano sulla guancia e gli sorrisi.
«andrà tutto bene, siamo al sicuro qui» esclamai mentre con la sua mano toccava la mia e cercava di boccheggiare qualcosa.
«sta' tranquillo, non ci accadrà niente qui okay? Siamo tutti al sicuro, andrà tutto bene» gli dissi non credendo ad una sola parola che stavo dicendo, ma l'importante era che ci credesse Jasper.
Tutti guardarono quella scena come se fossimo in un film e Jasper si decise ad annuire e tenere la mia mano schiacciata contro la sua guancia calda sul quale stava scorrendo una lacrima.
Ma non stava piangendo dalla paura, c'era qualcosa che lo divorava silenziosamente e stava per scoppiare.

I'm not your princess // The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora