24. Sono un assassino

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Dopo che Jasper si fu addormentato per terra, io e Octavia decidemmo che dovevamo distruggere le bacche e avvertire quelli ancora sani di non mangiarle.
«aspetta- mi chiamò lei quando feci per andarmene -mi ha parlato» mi sussurrò come se fosse un segreto.
«chi? Jasper?- le domandai non capendo di chi stesse parlando, ma poi intuii a chi si stesse riferendo -oh cavolo... Sapevo che parlava la nostra lingua. Che ti ha detto?» domandai riferendomi al terrestre.
«solo che si chiama Lincoln, ma ci sto lavorando» mi rispose lei orgogliosa di sé stessa.
«brava, forse riusciamo a non farci uccidere immediatamente se continui così» le dissi io ricambiando il suo sorriso con una smorfia divertita.
«sì ma... Ti prego non dirlo a Bell, okay?» mi chiese, supplicandomi con gli occhi.
«certo, sta tranquilla» la rassicurai per poi rientrare nella navicella.
«Raven» chiamai, sperando che non abbia già mangiato delle noci.
«sì?» si girò verso di me, la sua voce proveniva dal piano di sopra così la raggiunsi e vidi che stava aiutando Finn a camminare di nuovo.
«non hai mangiato nulla, vero?» le domandai guardando torva il braccio del ragazzo che appoggiava sulle spalle di lei.
«no, perché? È successo qualcosa?» mi chiese un po' allarmata.
«bhe... Jasper e Monty hanno trovato delle bacche che causano allucinazioni, io e Octavia le stiamo distruggendo. Volevo solo accertarmi che tutti stiano bene» dissi io.
«ah capisco, vi aiuterei ma...» disse facendo poi un un cenno con il collo in direzione di Finn.
Sorrisi falsamente, non lo avevo ancora perdonato per aver preso in giro Clarke «capisco, ci vediamo dopo allora» dissi salutandoli ed andando a bruciare le bacche insieme ad Octavia.
Mentre ero alla ricerca delle bacche perdute cercavo anche Dax, sicuramente non avrebbe portato a nulla di buono e volevo evitare un altro morto.
Quest'ultimi sono già ammontati a dieci e tre di loro non li abbiamo trovati e seppelliti, tranne Charlotte.
Non riuscii a trovare Dax, ma in compenso Raven e Finn si decisero di smettere di fare i piccioncini romantici e Raven iniziò a darci una mano con le persone strafatte mentre Finn buttava nel fuoco tutte le bacche che gli davamo, aveva insistito molto per rendersi utile.
«sì Connor, certo che sei la più bella scopa di tutto il ripostiglio» disse Raven, trasportando sottobraccio il povero Connor e mettendolo a sedere con gli altri, se non fossi così agitata per Clarke e Bellamy troverei le loro conversazioni esilaranti.
All'improvviso una ragazza si mise a piangere «ci penso io» disse Octavia, andando nella sua direzione.
Io diedi un altro carico di bacche e Finn «sai che non puoi averle entrambe, vero?» gli domandai liberando una manciata di noccioline nel fuoco in modo da non incrociare il suo sguardo indignato.
«cosa?» chiese lui facendo finta di non capire a cosa mi riferissi.
«Raven e Clarke. Non puoi stare con tutte e due contemporaneamente, non posso sopportare di vedere Clarke soffrire» dissi, ma non potevo credere di aver veramente detto una cosa del genere.
«dovresti guardare la tua di situazione, neanche te sei messa nella condizione di dare consigli» mi disse, se l'era presa a quanto pare.
«cosa intendi dire?» domandai, non capivo che cosa diavolo stesse insinuando, io non vado dietro proprio a nessuno.
«con Bellamy. È chiaro che ti piace, è inutile che cerchi di nasconderlo facendo la dura, si vede che daresti la vita per lui» mi disse facendomi confondere ed arrabbiare.
«non sai di cosa stai parlando» dissi io, irritata «ora capisci come ci si sente» mi rispose, lasciandomi lì come una perfetta idiota.

***

«È fuggito! Il terrestre è scappato!» urlò la voce di Miller, finalmente si era svegliato.
Guardai stupita Octavia che però abbassò lo sguardo cercando di sembrare innocente e capii all'istante che era stata lei ad aiutarlo a fuggire.
«ed ora come ci difenderemo?» chiese una voce.
«che i terrestri vengano pure- esclamò la voce di Blake dal nulla, erano tornati -direi che abbiamo temuto i loro coltelli e le loro lance per troppo tempo. Non so voi, ma io sono stanco di nascondermi e scappare» disse lui, buttando davanti ai suoi piedi un sacco che teneva sulla spalle.
Clarke mise una mano all'interno ed estrasse un fucile, sotto i miei occhi stupiti «queste sono armi, okay? non giocattoli. Quando arriveranno le navicelle dell'Arca le daremo alle guardie, ma per ora ci terranno al sicuro dai terrestri» esclamò lei mostrando le armi da fuoco a tutti.
«ce ne sono molte- esclamò Blake -da domani incominceremo l'addestramento».
Tutti annuirono e tornarono al proprio lavoro, mentre mi avvicinavo a Clarke ignorando lo sguardo curioso di Bellamy «c'è un problema- la informai io -non ho trovato Dax, ma sono sicura che stia tramando qualcosa. Probabilmente vorrà fare del male a qualcuno o-» provai a spiegare ma Blake se ne andò, probabilmente a lui non gliene fregava niente di cosa avevo da dire.
Bene.
«sta' tranquilla, lui non è più un problema» mi rispose Clarke, mentre seguivo il ragazzo con lo sguardo fino a quando entrò nella navicella.
«come no? Perché? Cos'è successo?» la tartassai di domande.
Clarke si assicurò che nessuno ci stesse guardando e poi parlò «Dax ha provato ad attaccarlo ma Bellamy fu più svelto, lo  uccise per primo e si sentiva un mostro. Voleva andarsene ma-» esitò lei facendomi immediatamente imbestialire «ma cosa?!» la spronai a continuare, mi sentivo schiacciata.
«ma lo convinsi a restare qui al campo... Ed a parlare con Jaha» si vantò lei ed io feci un sospirò di sollievo «okay» risposi solamente prima che Clarke mi lasciasse da sola.
Aspettai Blake fuori dalla navicella con le spalle appoggiate nervosamente al muro fino a quando non uscì «ehy» lo salutai.
«è un deja-vu?» mi chiese ed io sorrisi.
Ma non volevo sorridere, era stato semplicemente spontaneo.
Aveva una bella voce.
«di che avete parlato?» gli chiesi io, riferendomi a Jaha.
«di quando gli ho sparato, mi ha perdonato» mi rispose con la faccia corrucciata.
«è una buona notizia, no?»
«sì, certo...»
«e quindi cosa c'è che non va?»
«cosa c'è che non va? Sono un assassino Aly! Ho ucciso trecentodieci persone e-»
«no, non lo sei. Un assassino uccide solo perché ne ha l'intenzione, tu non volevi che succedesse. Ci hai anche aiutato a recuperare la radio» cercai di farlo ragionare.
«no, avevi ragione tu. Sono solo un egoista»
«no che non lo sei. Volevi solo sopravvivere, come tutti noi»
«ti rendi conto che ti stai contraddendo da sola?» mi chiese, alzando un sopracciglio.
«no, ho sbagliato prima. Ero solo arrabbiata con te, l'unica che può essere chiamata egoista sono io, perché ho lasciato che Atom morisse solo perché volevo salvare te. Avresti potuto salvarlo...» dissi io guardando a terra e mordendomi il labbro, gli avevo appena confessato che avevo paura di perderlo.
Maledizione.
Lui fece alcuni passi nella mia direzione ed anch'io lo feci mentre lo guardavo negli occhi; era molto vicino a me e mi sfiorava con una mano la cicatrice del collo ed il graffio della guancia «questi ci sono per colpa mia» sussurrò.
«no invece- dissi io sorridendo leggermente e mettendo una mano sulla sua, proprio come aveva fatto Jasper quando era spaventato -sono solo... Molto impulsiva. Avevo agito senza riflettere, non è stata colpa tua» gli dissi e lui parve calmarsi.
Mi avvicinai, finché non mi accorsi di starlo abbracciando «tu non te ne vai, okay? Non osare nemmeno pensarlo» gli dissi con una voce decisa e la testa nell'incavo del suo collo.
«va bene...» disse lui rispondendo al l'abbraccio, potevo sentire molto chiaramente la presenza di vidi Finn e Octavia che ci stavano sicuramente guardando sbalorditi ma mi costrinsi ad ignorarli e mi godei il rumore del cuore di Bellamy sotto al mio orecchio.
Lo odiavo, lo odiavo davvero a morte, ma nonostante tutto lui mi faceva sentire...  Bene.

I'm not your princess // The 100Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora