Capitolo 24

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Amelia, Tormalina 1801

La carrozza fece il suo ingresso nella città la Tormalina, una delle prime città in cui il vaiolo era scomparso. Una volta passate le porte eravamo già all'interno della zono abitata, una cosa alquanto insolita visto che nelle altre città prima di arrivare nel paese si doveva attraversare lunghi sentieri alberati dai quali si potevano osservare i campi da lavoro.
Il viaggio era stato lungo, io ormai ero abituata ma immagino che per Erick fosse stato noioso ma fortunatamente non mi aveva fatto impazzire. Era stato buono e per far passare più velocemente il tempo aveva cercato di dormire il più possibile. Avevamo fatto due soste durante le quali i cavalli avevano recuperato energie e il mio seguito ed io, ne avevamo approfittato per rinfrescarci e sgranchirci le gambe. Quelle orette di riposo erano state per Erick momenti di gioco e divertimento puro, corse sull'erba e arrampicate sugli alberi, tutto sotto l'occhio vigile mio e di Lucius. Prima di risalire sulla carrozza si rinfrescava e cambiava gli abiti, una volta seduto chiudeva gli occhi e si appisolava, oppure si faceva leggere delle storie.
Scostai una delle tendine per poter osservare le strade e i suoi abitanti ma quando guardai oltre il vetro rimasi sorpresa. Nessun vampiro.
Al procedere della carrozza osservavo le porte e le persiane di ogni singola abitazione, nonostante il pessimo stato in cui si trovavano erano tutte chiuse cosa alquanto strana di notte; potevo capire durante il giorno per proteggersi dai raggi ma la notte era il nostro momento, quando tutto ripartiva.
Mi avvicinai ancora un po', avevo la faccia completamente schiacciata contro il vetro e mi sforzavo di guardare più lontano possibile nella speranza di scorgere qualche movimento in lontananza ma niente.
La carrozza continuava a percorrere quelle vie prive di vita, rumori e odori. Procedeva a passo d'uomo per evitare di investire qualche passante e, quando dovevamo passare per vicoli stretti, rallentava così tanto che sembrava di restare fermi. Finalmente la carrozza di fermò, Lucius venne ad aprirmi la porta e mi porse la mano per aiutarmi a scendere, quando misi la testa fuori fui subito travolta dalla fresca aria invernale.
Mi allontanai leggermente dal consigliere che mi aveva accompagnata in questo viaggio ed osservai ciò che avevo intorno a me. Dovevamo essere nella piazza in cui si normalmente si svolgeva il mercato, davanti a me infatti si trovava un grande edificio nero con le colonne in marmo e decorazioni dorate, tipiche delle banche di tutte le città.
《Dove sono tutti?》chiesi a Lucius, Erick si staccò dalla sua mano e corse a prendere la mia. Mi chinai leggermente verso il piccolino per assicurarmi che fosse ben coperto.
《Sono tutti chiusi nelle loro case》Lucius si chiuse nel suo mantello. Essendo un viaggio ufficiale poteva utilizzare il mantello violaceo che solitamente veniva usato nelle riunioni che si svolgevano durante il giorno, quindi riunioni di emergenza. 《Il consigliere Alek è da poco tornato in città con la sua famiglia, dice che mentre si recavano alla loro residenza i sudditi chiudevano le porte al loro passaggio. 》
《Un segno di rabbia..》Commentai.
《O di paura》Continuò guardandosi attorno《In questo momento potrebbero essere entrambe le cose, la rabbia perchè si sono sentiti abbandonati e molti sono morti, oppure la paura di potersi nuovamente ammalare. 》
《I medici hanno detto che la malattia è sparita.》
《Ma il popolo Amelia quando ci sono queste malattie ha sempre paura... Come quando scoppiò la peste molti secoli fa.》Lucius si voltò verso la nostra sinistra. Una figura maschile, lo dedussi dall'altezza e la corporatura, avvolta in un mantello violaceo si stava dirigendo verso di noi. Camminava con la testa bassa, come se volesse ripararsi dal vento che in questo momento però era assente. Sentii le mie guardie prepararsi, al loro posto anche io mi sarei preparata ad attaccare. Il misterioso vampiro si fermò davanti a noi, abbassò il cappuccio, era Alek
《Maestà》Fece un inchino, poi si tolse il cappello e guardò il vampiro al mio fianco《Lucius.》Non avevo bisogno di abbassare lo sguardo ma sentivo che Erick stava stringendo la gonna del mio abito, gli passai una mano sulla testa mentre con l'altra gli tenevo la mano come per rassicurarlo《Prego seguitemi.》
Mentre lasciavamo la piazza per avviarci in una delle numerose vie deserte, i miei soldati camminavano al mio fianco con lo sguardo che andava da una parte all'altra, come se dovessimo essere sotto il tiro di qualche nemico, alcuni avevano caricato i loro fucili altri no. Alek ci mostrava le varie vie di Tormalina spiegandoci anche che tipologia di attività si poteva trovare in ciascuna di esse.
Le case avevano le persiane e le porte chiuse poiché erano disabitate, mi guardavo attorno e mentre avanzavo tra una casa e l'altra nella mia mente iniziavano a scorrere immagini di vampiri malati che cadevano a terra a causa della malattia, oppure vampiri che andavano a prendere i corpi dei loro simili subito dopo che questi avevano lasciato il loro mondo per bruciare le loro spoglie. Pensai ai medici che, probabilmente, avevano fatto dentro e fuori per ciascuna di queste case, alle urla di dolore ed i pianti disperati delle madri che vedevano i loro figli perdere la vita tra le loro braccia, con la consolazione che presto li avrebbero raggiunti perché anche loro malate.
In questo scenario orribile e funesto però c'erano anche coloro che, per miracolo come si vociferava, ne erano usciti. Già in questo clima quei vampiri che erano riusciti a guarire probabilmente lottavano tra due sentimenti, la gioia ed il dolore. Il primo era collegato al fatto di esserne usciti vivi, il secondo invece era per le perdite che avevano subito, molti di loro probabilmente immersi nella sofferenza, si stavano chiedendo perchè questo terribile male li avesse graziati, perchè questo nemico invisibile avesse deciso di risparmiare loro e separandoli dagli affetti.
Lucius e Alek continuavano a ragionare sulla situazione e l'animo degli abitanti di Tormalina, le loro voci arrivavano alla mia testa come un'eco. Se la vista non mi era peggiorata mi sembrava di aver scorto una porta aperta in lontananza ed una sagoma che sbucava fuori.
Nel preciso istante in cui avevo deciso di affrettarmi a raggiungere quella figura misteriosa una porta alla mia destra si aprì emettendo un cigolio raccapricciante, presa dallo spavento mi lasciai sfuggire un leggero gridolino e subito i miei uomini caricarono i loro fucili.
Si trattava di una donna anziana. Prima di uscire esitò un momento, ovviamente le armi puntate non erano un buon inizio, invitai i miei soldati ad abbassare le loro armi. La signora aspettò qualche istante ed una volta sicura che non le sarebbe successo niente decise di lasciare il suo rifugio per venire verso di me.
I capelli erano ben sistemati e raccolti in uno chignon basso e morbido. Indossava un abito marroncino, sulla gonna del vestito si trovavano toppe di diverse grandezze; attorno alle spalle per ripararsi dal freddo dell'inverno aveva uno scialle marrone, era finito e ai bordi la stoffa era sfilacciata. Quando si fermò, a poco più di un metro da me, sollevò la sottana e fece un inchino, in quel momento notai che non indossava le scarpe e i piedi erano neri dalla polvere.
Mi avvicinai ma sentii uno dei due consiglieri dietro a me mi stava tenendo la gonna, come ad invitarmi a non andare ancora avanti.
L'anziana si alzò in quel momento fui catturata dal suo viso, oltre ad essere pieno di rughe a causa dell'età era pieno di buchetti, o meglio di cicatrici.
《Cos'è successo al vostro viso》 lentamente avvicinai una mano alla faccia della donna, lei si lasciò accarezzare e una lacrima le rigò la guancia.
《Sono... Sono i segni del vaiolo maestà》 rispose con voce bassa e roca. Anche Erick si era avvicinato a lei e le aveva preso la mano, le persiane delle abitazioni una ad una cominciarono ad aprirsi.
《Avete perso qualcuno?》
《Mio marito, mia figlia e un nipote》 la signora cominciò a singhiozzare, senza pensarci due volte l'abbracciai. Per quanto non fosse una cosa saggia e prudente non mi importava, la figura femminile che stavo stringendo era a pezzi; aveva perso tutto, era sola e sicuramente non c'era più nessuno che portasse il cibo in casa, già perché adesso quello iniziava ad essere un problema per molti vampiri. Tornare alla normalità avrebbe richiesto tempo.
《Mi dispiace molto per la sua perdita》
Mi accorsi che stava tremando. Mi staccai da lei, mi tolsi il lungo cappotto che indossavo e glielo poggiai attorno alle spalle, non appena una delle mie dame si accorse del mio gesto si precipitò a consegnarmi quello di riserva. Secondo il protocollo una delle mie dame doveva portare sempre un cappotto di riserva, nel caso si sporcasse quello che indossavo.
《Maestà non posso accettare》 Fece per toglierlo ma le bloccai l'indumento sulle spalle.
《Io ne ho un altro come vedete》 le sorrisi《Potete tenerlo, ne avete più bisogno voi》Mi prese la mano e l'avvicinò alla sua bocca. Restai ancora un po' a chiacchiera con quell'anziana signora poi la salutai per continuare la passeggiata.
Gli abitanti in questa via non erano molti ma quei pochi rimasti erano scesi per strada e sembravano incuriositi dalla mia presenza, non avevo ancora fatto un viaggio ufficiale forse alcuni di loro mi avevano già vista perchè erano venuti fino a Luxuria per parlarmi dei loro problemi e chiedere miglioramenti. Ad ogni porta mi fermavo per chiedere a quei vampiri informazioni sulla loro salute, sui loro cari ed informarmi sui lavori che facevano prima dello scoppio dell'epidemia. Non tutti avevano i segni del vaiolo ad alcuni erano andati via ad altri invece le cicatrici si concentravano sulla pancia, o sulle braccia o sul viso.
《Alek》 Il consigliere si avvicinò subito《Commissiona al sarto della città nuovi abiti e coperte.》
《Amelia ti ricordo che le casse dello stato..》
《Lucius non toccherò le casse dello stato》Feci una pausa mentre aspettavo che Erick tornasse a prendere la mia mano, aveva appena finito di giocare con un bambino《Zio Nicolas mi ha lasciato una buona eredità...》
《Maestà permettetemi di dire che..》Bloccai subito Alek.
《In più appena torneremo parleremo con tutto il consiglio, i miei viaggi nelle città devono essere più frequenti》 dissi prendendo una delle vie che conduceva alle carrozze《 Avete visto i loro sguardi quando mi hanno vista? Sembravo un apparizione.》
《Ma il sovrano è una figura importante, le apparizioni pubbliche sono state abolite dal 900 dopo l'attentato..》
《Si ma forse potremmo ricominciare》 Lucius camminava con lo sguardo fisso a terra e con la testa chiaramente immersa nei suoi pensieri, sapevo che tramava qualcosa e avrei dato tutto l'oro di questo mondo per sapere cosa stesse pensando la sua mente diabolica. 《Coinvolgere Amelia nella vita dei sudditi potrebbe essere una buona idea, ovviamente dovremmo adottare misure di sicurezza.》I due consiglieri per il restante tragitto continuarono a parlare dei vantaggi e degli svantaggi che potevano esserci nel farmi avere un rapporto più attivo con i miei sudditi. Io intanto ripensavo soddisfatta alla mia prima visita della città. Incontrare i sudditi al di fuori delle mura del castello era qualcosa di straordinario, senza regole senza distanze o stupidi cerimoniali. Quel contatto quella vicinanza non poteva che essere positiva per migliorare il rapporto sovrano e popolo.

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