Kirishima arrivò a casa dopo poco tempo. Contando la sua guida non esattamente sicura, ci aveva messo meno dell'andata.
Decise di farsi una doccia prima di riposarsi, così, appena si infilò sotto l'acqua calda, cominciò a pensare tra sé e sé.
Era successa una cosa parecchio inaspettata, poco prima. E anche molto interessante. Ma cosa doveva fare? Non voleva chiamarmi subito Bakugou sembrare un disperato. Ma neanche aspettare troppo, il ragazzo avrebbe potuto pensare che non gli interessava l'offerta.
Invece era una grande occasione per lui, e non poteva assolutamente permettersi di perderla.
Si sà, sotto la doccia ci è più facile pensare.
Sospirò, scuotendo la testa. Certo che era assurdo quanto fosse strano il fato. Se non avesse scelto proprio quel lavoro come tecnico, ora non avrebbe l'opportunità di essere in una band. Se il chitarrista dei Bakusquad non fosse andato via, stessa cosa. Se non fosse stato cacciato dalla band, non l'avrebbe neanche mai conosciuto, quel biondo.
Che strani giochi che fa, a volte. Ma a Kirishima piacevano i giochi. E come già detto, lui nel fato ci credeva.
Dedusse che l'idea di uscire col biondino non gli dispiaceva, anche se non lo conosceva troppo bene, e la cosa era nuova per lui.
Lui non era come Ashido, una cara amica con cui aveva passato medie e liceo, che si innamorava di tutti i bei ragazzi che passavano. Lei vedeva il bello in tutti, e la maggior parte si rivelavano persone tremende che le spezzavano il cuore.
Eijirou non era così, e per fortuna. Non pensava sarebbe sopravvissuto a tutti quei cuori spezzati. Ashido era più forte di lui, da quel punto di vista.
Innamorarsi delle persone non gli era mai riuscito un granché bene. Non aveva neanche mai veramente capito di chi si sarebbe dovuto innamorare. Non aveva fatto quelle esperienze degli amori liceali, della cotta che passa nel corridoio e ti fa un saluto, lasciandoti lì a sciogliere come un ghiacciolo al sole.
Tutti i suoi amici si erano fidanzati mille volte, si erano girati tutte le ragazze della scuola.
Lui invece, non aveva neanche mai capito se gli piacessero o no, le ragazze. Per un periodo aveva pensato di essere difettoso, e di non amare proprio nessuno. La verità, era che non aveva trovato la persona giusta, e con il tempo se ne era reso conto. Lui avrebbe amato chi avrebbe amato, e andava bene così. Un giorno avrebbe trovato la persona giusta.
Il rosso uscì dalla doccia, premendo un asciugamano e mettendoselo attorno alla vita. Si guardò allo specchio con un sorriso d iniziò ad asciugarsi i capelli zuppi d'acqua.
Bakugou, nel frattempo, aveva deciso di tornarsene a casa a piedi.
Purtroppo per lui divideva il suo appartamento con quei due svitati della band, e aveva deciso che poteva permettersi cinque minuti di tranquillità prima di tornare a casa.
Camminava a passo svelto, anche troppo, quasi stesse correndo.
Non aveva fretta, tutt'altro, ma gli veniva quasi spontaneo camminare veloce.
Si fermò davanti alle strisce pedonali, a causa del semaforo rosso, e tirò fuori le cuffiette.
Le inserí nella fessura del cellulare, poi se le mise nelle orecchie, facendo partire una playlist casuale.
Voleva distrarsi un po'. Non ci voleva pensare al bel ragazzo dai capelli rossi. Non voleva pensare a come suonava, alla sua voce, o al suo sorriso.
No, no. Proprio doveva uscirgli dalla testa.
Si chiedeva se fosse stata furba, l'idea del numero sul fazzoletto. Lui pensava di sì. L'aveva trovata figa come idea. Gli dava un po' quell'atmosfera da ragazzo misterioso. Ci stava. No?
Mentre le canzoni andavano avanti, una dopo l'altra, la mente di Bakugou ragionava su cosa avrebbe detto nel caso Kirishima l'avesse chiamato.
Non sapeva bene perché ci dovesse pensare, voleva farlo e basta.
Nel generale, gli avrebbe detto dove fare l'incontro, quindi magari doveva scegliere un posto. Non doveva trovare un posto particolarmente carino, no? O si?
Kirishima sembrava più un tipo da pub. Forse il bar davanti al teatro sarebbe andato bene. E poi perché sarebbe dovuto andare in un posto 'carino'? Non aveva senso. Forse voleva solo fare colpo. Ma non aveva senso fare colpo così.
Mentre camminava canticchiava, a bassa voce, perché lui non era uno da farsi vedere.
Cioè, si, lo era, ma non per queste cose. Contro ogni previsione, era abbastanza timido con ciò che lo riguardava sul personale. In strada non si faceva vedere. Quando poi era sul palco, era completamente un'altra storia.
"You ought to know that
I think we're one and the same
I don't think we could help it
No, I don't think we could help it
We don't talk much
Guess 'cause nothing has changed
And I'm not sure I like it
And I'm so tired of fighting""If I told you, you know how to
Go and break my heart in two
'Cause I would anyways
We'd end up like always
You know me, you better show me
That you could say it to my face
'Cause you know we're the same
There's worse things I can take"Canticchiava per strada con le mani in tasca. Non esattamente una canzone che qualcuno si sarebbe aspettato uno come Katsuki cantare.
Non che non potesse, per carità. Semplicemente, non sembrava il tipo.
Arrivato davanti a casa, si tolse le cuffiette e le arrotolò con cura.
Prese anche il cellulare in mano, per chiudere l'app della musica, e controllò i messaggi e le chiamate.
Non aveva ancora sentito dal rosso. Era sorpreso. Pensava che il ragazzo avrebbe chiamato subito. Da un lato, sperava che fosse disperato quanto lui. Almeno avrebbero risolto due problemi in uno.
Inserì le chiave nella toppa ed entrò dentro casa, scuotendo la testa.
Quanti problemi si stava facendo, per una cazzata del genere.
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"The Perfect Pair", Beabadoobee
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"Welcome To The Show" -KiriBaku- [Ita]
Fanfiction[COMPLETATA] Quando un giovane chitarrista dai capelli scarlatti, dal nome di Kirishima Eijirou, viene buttato fuori dalla sua band, al ragazzo non resta altro se non trovarsi un lavoro part-time. Il lavoro che si trova non è proprio il massimo, ne...