Capitolo 14:il materasso sgualcito-Keira

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Mi svegliai sul materasso. Nico non mi abbracciava più, ma dormiva ancora. Sembrava stanco, quindi non lo svegliai. Avevo addosso una maglietta a maniche lunghe, ma abbastanza leggere per il dicembre di New York. Mi misi un altro paio di calze e cominciai a mettere su un buon caffè. Un espresso. Mia madre era di Buenos Aires, quindi mi aveva insegnato a far un buon espresso prima che lei... comunque, anche a Nico piaceva il caffè espresso, perché era italiano, quindi lo facevo per entrambi. Almeno una cosa di me gli piaceva... no, Keira, smettila. Tu sei un'amica di Nico e tanto ti deve bastare, perché è chiaro che a lui piace qualcun altro. Ma era così figo, e carino, e gentile e dolce e forte e basta mi sto dando il voltastomaco da sola. il caffè era pronto, quindi mi appoggiai al tavolino che avevamo messo vicino al fornelletto a gas,  sorseggiando il caffè con un savoiardo, mi girai in modo da guardare Nico, come per giudicarlo. Cosa dovevo fare con lui? Il buon senso mi diceva che era zona proibita, ma... la tentazione era così forte... Avrei voluto flirtare con lui almeno un po', ma mi incuteva così tanta soggezione e poi, da quando sentivo... No, no, non erano reali... o si? Be' il fatto è che... sentivo delle come voci che  mi... be', non erano propriamente delle voci, era più una sensazione... che mi diceva qualcosa a proposito del numero 21... e di qualcosa che suona tipo come Nome, non saprei... penso che si riferisca al fatto che siamo nel ventunesimo secolo... ma no, era proprio qualcosa legato a Brooklyn... certo io ero andata a Brooklyn perché c'era la Brooklyn Music Academy, ma.. c'erano tante altre scuole di danza anche migliori della Brooklyn Music Academy lontane da Manhattan a New York, ma io volevo proprio andare a Brooklyn, c'era qualcosa che mi attirava in quel posto, e non da poco, da quando ero piccola, ma ora che ero davvero lì, oh, era molto più forte... avrei dovuto dirlo a Nico? Proprio mentre mi facevo quella domanda, Nico si svegliò <<Buongiorno figlio di Ade>> dissi <<Come scusa?>> disse lui, come se gli avessi dato una schiaffo, con  un tono di voce di circa un'ottava più alta del solito. <<era un battuta. Il tuo modo di fare tenebroso mi ha ricordato il dio Ade della mitologia greca, una... persona che conoscevo  ne era molto appassionata, ma vabè, non so se conosci Ade o la mitologia greca, credo di no, non è proprio l'hobby di tutti i dodicenni...>> Nico sospirò, sembrava... sollevato, ma tanto, come se potesse essere davvero un figlio di Ade e non volesse che io lo scoprissi... che cosa stupida! Come se esistessero davvero gli dei dell'antica Grecia... in quel momento ci fu come un tuono, strano non pioveva, oh be'... << comunque, Figlio di Ade, Buon Natale!>> Nico mi guardò negli occhi, giusto un momento di troppo <<potresti smetterla di chiamarmi figlio di Ade? Non è divertente.>> <<ok ok va bene>> dissi alzando le mani, un segno di resa. <<... e Buon Natale anche a te>> disse alzandosi. <<Hai fatto del caffè? Grazie, mi ci voleva proprio. Ho passato una notte orribile...>> <<brutti sogni?>> chiesi <<una specie>> disse Nico, un po' incerto, poi prese del caffè e venne vicino a me.  <<Ma... tremi?>> mi chiese, guardandomi, io distolsi lo sguardo e arrossii, avevo detto che avevo una maglietta fredda, no? Continuai a sbocconcellare il mio savoiardo e sorseggiare il caffè. Poi Nico si tolse la sua felpa e me la porse <<tieni. ne ho tante, a differenza di te.>> Aveva ragione. La felpa era nera con un logo, mi sembrava di qualche band rock, con delle rose rosse. <<é dei Guns 'n' Roses>> disse Nico <<dai, prendila, ne hai bisogno. Non rifiutare l'aiuto.>> lo guardai , poi dissi <<grazie>> e presi la felpa, me la misi, me la feci andare sul naso e sulle mani, visto che per me era un  po' troppo grande. Nico se ne mise un'altra. Io annusai il suo odore, della felpa che mi aveva dato. Volevo considerarlo un regalo di Natale, e mi sembrava brutto non fargliene uno a mia volta. pensai a qualcosa che sapevo fare... cosa? Ballare? Come potevo trasformarlo in un regalo per Nico? Poi  mi venne un'illuminazione. Avevo visto al centro commerciale una cosa molto particolare, che sono sicura a Nico darebbe piaciuta. E avevo un'idea per guadagnare i soldi. Mi ricordo che la mia maestra di danza una volta mi disse che per preparasi u un'audizione fare un'esibizione di strada poteva aiutare. sia per il parere sia per il pubblico. <<Nico>> dissi <<oggi devo uscire.>> <<vengo con te.>> disse lui <<non sai neanche cosa sto andando a fare>> <<ah, è vero. Cosa stai andando a fare?>> <<stupido>> gli dissi <<sto andando a fare arte di strada. Ballerò.  Per un'audizione è terapeutico, e poi ci servono dei soldi.>> <<è vero>> ammise lui. <<ok, andiamo.>> Mi misi i leggins, i pantaloncini jeans, calza trasparente da sotto e gli anfibi. Poi mi sarei messa le scarpette sul posto. saremmo andati davanti al Mall. Avevo la felpa di Nico. Arrivammo; io mi misi le scarpette, lui mise la musica. Avevo scelto Viva la vida, perché era la mia migliore coreografia, e anche perché mi piaceva il messaggio. Cominciai a ballare, e piano piano venne sempre più e più gente. mi sentivo in cima al mondo. Sarà stato perché era natale, ma dopo due canzoni avevamo già circa 35-40$. Facemmo un ultimo pezzo, arrivando a quota 45, e poi ci fermammo. Poi dissi a Nico di aspettarmi fuori dal Mall. Entrai velocemente. trovai il negozio che avevo visto la volta prima ed entrai. Presi il regalo a Nico, pagai e uscii. Trovai Nico dove lo avevo lasciato. <<Nico!>> gli dissi, andandogli in contro <<chiudi gli occhi>>  <<perché?>> chiese lui <<tu fallo. ti fidi di me, di Angelo?>> lui rise <<ovviamente, Miller.>> e poi chiuse gli occhi. Gli presi la mano, la aprii col palmo di sopra, misi il regalo dentro e poi la richiusi. Poi mi alzai e li sussurrai all'orecchio <<buon Natale>> Nico aprì gli occhi e ci ritrovammo naso contro naso, le nostre labbra erano lontane di qualche centimetro... All'improvviso non sapevo più cosa stessi facendo ma... il mio corpo si mosse da solo e... lo baciai. Restai attaccata a le sue labbra circa due o tre secondi, poi mi feci subito indietro <<o mio dio scusa scusa scusa scusa scusa no no no no no no...>> Nico era scioccato, o così mi sembrava <<Keira...>> <<no no no no scusa scusami davvero non.. non volevo, cioè si, volevo ma non così, non... oddio no.>> <<Keira senti... io, oddio sei una ragazza fantastica, ma non sei il mio tipo, cioè... ecco, le ragazze non sono il mio tipo... mi dispiace>> Nico è gay. Dio grandissimo perché tutte a me? <<Mi... mi dispiace Nico non avrei dovuto... possiamo solo... dimenticarci che sia successo?>> mi coprivo la faccia con le mani perché ero rossa come un peperone. Nico venne gentilmente verso di me. << ma certo Keira, non preoccuparti. più che altro vorrei vedere il tuo regalo. >> mi scostò le mani dal viso e mi abbracciò. E lo abbracciai anch'io. Eravamo amici. Niente di più. E mi andava bene così. Ora che avevo baciato Nico la mia mente era completamente vuota da lui. Provavo affetto nei suoi confronti, ma niente di più. E mi sentivo molto, ma molto meglio. Ci staccammo, e poi Nico aprì la mano. Il mio regalo era un anello maschile con sopra un teschio. Il teschio non era troppo grande. <<Keira, mi piace un sacco. Davvero, lo adoro. Grazie.>> disse Nico. <<Prego, Nico di Angelo>> risposi.

How I met Nico di Angelo- Percy Jackson fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora