Capitolo 14: Fallin' all in you.

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Me ne vado dopo un paio di canzoni e raggiungo casa sua in taxi. Non rimango tanto scioccata quando poso gli occhi su di essa. Immaginavo fosse carina e decisamente grande, e ho ragione. Ringrazio l'austista ed esco, ignorando chiunque incontro per strada e sperando che non notino nulla, sperando sono semplicemente persone normali. Quando raggiungo il cancello, c'è un uomo all'eserno ed è abbastanza spaventoso con la sua grande statura e il viso completamente assente. 

"Sono El, El Montogomery." dico al ragazzo e lui socchiude gli occhi, mettendo in dubbio la mia presentazione. Ci pendo per un secondo, sapendo che Harry non avrà detto al ragazzo il mio verso nome, lui ama fare giochetti. "Eleanor... forse?" chiedo e lui annuisce, aprendo il cancello dopo averlo sbloccato. "Non è il mio nome ad ogni modo, è El." dico al ragazzo e lui annuisce, un piccolo ghigno si forma sulle sue labbra, così piccolo che a malapena riesco a vederlo.

"Lo immaginavo, signora." parla al di sopra della spalla e io mi addentro nel giardino, per poi raggiungere la porta principale. Mi ha scritto un codice e lo digito, entrando e chiudendo la porta.

So che è passato un po' di tempo dall'ultima volta che è stato qui, considerando che prima dell'inizio del tour era in America, e non so come riesca come fa ad essere ovunque ma comunque così radicato. Poso le mie cose e so che la mia valigia è in una camera d'albergo da qualche parte dove io non starò, ciò dipende da come andranno le cose stasera, ma so cosa dirò, so come spiegare tutto e dipenderà tutto da lui ora. Non mi guardo intorno, nè mi impiccio, perchè non sono affari miei e mi sento a disagio a curiosare in casa di qualcuno, anche se conosco la persona. Onestamente, è solamente una casa, non è diversa rispetto ad altre, nonostante la grandezza. Quindi mi siedo sul divano e lo aspetto.

La porta si apre ore dopo ed Harry si affretta ad entrare, indossando lo stesso tipo di vestiti comodi che indossa sempre dopo i concerti, e mi nota seduta sul suo divano mentre posa le sue cose sul bancone.

"Benvenuta in casa mia." spalanca le braccia e io mi guardo intorno, annuendogli.

"È molto carina... complimenti." scherzo e lui alza gli occhi al cielo, venendo da me sul divano. "Com'è andato il concerto dopo che me ne sono andata?" chiedo e lui annuisce dolcemente con la testa.

"Sei rimasta solo per una parte?" chiede, sedendosi e piegando una gamba sul divano, per poi poggiare la testa sulla mano mentre mi guarda.

"Solo l'inizio, volevo vedere la mia canzone preferita con il completo, quello è uno dei miei completi preferiti e-" inizio e lui mi blocca.

"Aspetta... hai una mia canzone preferita?" chiede, improvvisamente divertito.

"Sì... non mi piaci, ma questo non significa che tu non faccia della buona musica." scrollo le spalle e lui scuote la testa.

"Sebbene mi piacerebbe parlare di musica con te, non è per questo che siamo qui..." inizia la temuta comversazione e io lo fermo.

"Parlo prima io, non interrompermi." gli ordino e lui sogghigna leggermente.

"Sì signora." annuisce e io sospiro, preparandomi.

"Allora, il primo ragazzo con cui sono mai uscita si chiamava Ethan... penso, ma non è quello il punto. Comunque, è successo dopo essermi trasferita a New York e non gli ho più parlato. Poi ci sono stati Dylan, ricordo che Dylan era divertente, e poi Collin, era così noioso che non me lo dimenticherò mai e nemmeno loro ho più incontrato. Una volta sono uscita con un ragazzo di nome Jonas, ci siamo incontrati più volte ma solo strettamente per qualche rapporto occasionale, niente di più, e dopo quello-" inizio ad andare al punto e lui fa esattamente quello che ha detto non avrebbe fatto.

"El, sebbene io ami sentirti parlare di tutti gli uomini con cui sei uscita, qual è il punto?" chiede, sarcastico, e posso sentire anche un accenno di gelosia.

Stylist [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora