Capitolo 24: Worst In Me.

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Indosso un vestito stretto dal colore strano, pieno di brillantini, e ovviamente Jaclyn voleva darmi una borsa nuova, ma non gliel'ho lasciato fare. La mia borsa semplice, nera, Gucci mi seguirà fino a quando non arriverà il giorno in cui dovrà essere buttata, ma non è ancora arrivato quindi se ne starà posata sulla mia spalla. Andiamo all'evento, accetto il premio e faccio un piccolo discorso. Cammino sul red carpet prima e dopo, e sorrido a tutte le macchine fotografiche. L'ho fatto solo due volte, e devo rifarlo domani sera per un altro premio, ma non mi piace, specialmente da sola. So che Jaclyn e gli altri sono qui, ma loro fanno da tappezzeria, sono qui per farmi apparire bella, qui per prepararmi al prossimo giro di fotografi. Non è come l'altro red carpert, in cui avevo Harry con la mano intorno alla mia vita e che sorrideva con me... non che avessi bisogno di lui.

"Grazie a Dio è finito." sospira Gwen appena siamo tutte sedute in macchina. Non ho controllato il cellulare sin da quando ho messo piede su quel tappeto e non ho intenzione di farlo, sapendo che ci saranno troppe notifiche e troppo tag sui social media, quindi lo evito semplicemente.

"42esima strada." dice Jaclyn al tassista e lui si allontana dall'evento.

"Porca puttana, odio i red carpet." sospiro e mi copro la bocca, realizzando che c'è Jaclyn qui. Lei alza gli occhi al cielo e mi spinge via la mano.

"Mio dio, posso essere il tuo capo, ma non sono una stronza. Ti sto portando fuori a bere per l'amor di dio, lasciati andare, El, hai appena vinto un diamine di premio, stai bene." sorride e io sospiro.  Ha ragione, però, non ricordo l'ultima volta che mi sono preoccupata della mia immagine, perchè dovrei iniziare ora? Non è cambiato nula da quando sono tornata in città, sono la stessa El del tour, che non è la stessa persona di New York di prima che partissi.

Ci dirigiamo al bar che Jaclyn ha menzionato ed è davvero carino, più carino di altri posti in cui siamo stati all'estero, e mi chiedo perchè diamine non sia mai uscita prima del tour, perchè a malapena conoscessi uno di questi bar e club in una città piena.

"Allora, dicci tutto." insiste Charlie appena circondiamo un piccolo tavolo in un bar e io mi allungo a prendere il drink che la cameriera mi porge.

"Ho bisogno prima di questo." mormoro, prendendo un lungo sorso dal bicchiere di vetro. "Cosa volete sapere?" chiedo, voltandomi verso Charlie, ma rivolgendomi a tutti.

"OKay, um... Harry Styles? Ecco, dicci tutto... beh, tutto quello che puoi dirci." insinua Gwen e io scuoto la testa.

"È davvero gentile. Un ragazzo leale sicuramente." dico loro e non ci cascano.

"Questo non è tutto quello che hai da dirci a riguardo, aspetteremo che beva un altro po'. Okay, la prossima: qual è stata la tua parte preferita del tour? Il luogo migliore? Com'è la filiale di Gucci a Milano?" insiste Gwen, lei è stata assunta da poco, quindi non è ancora mai stata a Milano, non come il restante di noi. Inizio a raccontare loro di Milano e di tutti i stupidi, ma comunque divertenti, momenti che abbiamo condiviso io ed Anthony. Gli parlo del Brasile e del caldo, del freddo, semplicemente tutto quello che riesco a ricordare, per un'ora circa mentre ce ne stiamo seduti lì, e loro ascoltano e a volte ridono. E io ho decisamente bevuto troppo. Però, ora, posso bere, Harry non è qui e io non posso prendere nessuna cattiva decisione quando non è nei paraggi.

"Okay, ritorniamo sulla barca dei sogni, sei ubriaca ora." fa pressione Gwen e io sorrido.

"È attraente, vero? Merda, non avrei dovuto dirlo. Lui è un mio amico, un grande, super buon amico, Mr. Harry Styles." annuisco, cercando di renderlo credibile, e Charlie socchiude gli occhi, almeno penso sia questo che sta facendo. Potrebbe star sbattendo le palbebre per un lungo lasso di tempo, non ne sono sicura.

Stylist [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora