Capitolo 18: Outnumbered.

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"Dalle a me." allunga le mani verso di me e io lo guardo stupita. Lui scuote ancora una volta le mani e io scuoto la testa.

"Non me le toglierò. Siamo nel mezzo della fottuta Australia, Harry, io-" smetto di parlare quando lo vedo appoggiarsi al muro e incrociare le braccia al petto. Smette completamente di camminare.

"Non farò un altro passo finchè non mi darai le tue scarpe." sorride e io alzo gli occhi al cielo, mantendomi alla sua spalla mentre mi slaccio i tacchi. Li tolgo e li porgo ad Harry, stringendomi a lui.

"Sei felice? Ora sono senza scarpe in Australia." alzo le mani in aria e lui ride.

"Sembra un titolo di una canzone." mi dice.

"Beh, intelligentone, perchè non mi porti a casa così che puoi scriverla." scherzo e lui fa dondolare le scarpe davanti a sè.

"Queste ti stavano facendo rallentare, ora puoi fare quello che vuoi... vuoi ballare in strada? Ora puoi farlo." indica con la mano la strada deserta e io scuoto la testa.

"Perchè diamine dovrei ballare in mezzo alla strada?" gli chiedo mentre aspettiamo per attraversare.

"perchè non stai indossando i tacchi, quindi puoi." mi dice, parlandomi come se fossi stata stupida a chiederlo.

"Non è quello che i-" inizio, ma il mio discorso viene interrotto quando mi afferra la mano e vengo tirata velocemente lungo la strada.

"È il momento di andare!" urla e io mi ritrovo a ridere.

"Sei un drogato. Giuro su dio che sei fatto." rido mentre iniziamo a rallentare dal lato opposto della strada.

"Sto cercando di farti aprire, dammi un po' di spazio." scuote le spalle e non posso fare a meno di ridere di nuovo e lui aggrotta la fronte. "Perchè stai ridendo?" chiede, un sorriso carino sul viso. Ho appena detto che è carino? No, il suo sorriso è carino, non è un crimine.

"Sentirti dire quelle cose... ecco tutto." gli dico e lui scrolla le spalle.

"Prendimi in giro quanto vuoi, non mi importa. Allora, Eleanor, cosa vuoi mangiare?" chiede e io scrollo le spalle.

"Non lo so, sei tu quello che è già stato qui, in Australia. È quasi mezzanotte, dimmelo tu." alzo lo sguardo su di lui e inizia a pensare.

"Non mangi carne rossa, solo pollo e pesce, ma maggiormente cibo salutare... fammi pensare." tira fuori il cellulare e io lo guardo socchiudendo gli occhi. "Cosa?" chiede.

"Non mi piace che tu sai queste cose su di me..." gli dico e lui ride mentre io guardo avanti.

"Certo che so queste cose su di te, El, passo ogni giorno con te. Io ordino il tuo servizio in camera. Pensi me ne sarei semplicemente dimenticato? Spazzato via dal cervello?" chiede e io scrollo le spalle.

"È quello che faccio con te." gli dico e lui si ferma, voltandosi verso di me.

"Come mi piace il caffè?" chiede e io torno a voltarmi verso di lui, notando il suo ordine nella mia mente, ma scrollo le spalle.

"Non lo so." incrocio le braccia e sogghigno vedendo la sua espressione arrabbiata.

"Eleanor Montgomery, se vuoi mangiare, risponderai alla mia domanda... onestamente!" mi punta contro il dico e blocca lo schermo del cellulare, posandolo in tasca.

"Bene. Ti piace con un po' di crema e una piccola spruzzata di vaniglia, a volte col caramello se ti senti in vena di rischiare, almeno da come dici, ora possiamo andare?" chiedo e lui posa le mani sui fianchi, sogghignando e facendosi venire qualche idea in mente.

Stylist [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora