Capitolo 22: Liar.

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L'ultimo concerto in Brasile è andato davvero bene e onestamente so che mi mancherà il Brasile più di tutto. Harry mi aveva chiesto quale fosse stato il mio luogo preferito in Australia e io avevo detto che Milano era stata la mia favorita, ma il mio nuovo posto preferito è il Brasile. Ora siamo in Messico, sono stata in alcuni punti del Messico, ma solo posti in cui si fermava la crociera, solo aree turistiche come Cozumel. È l'ultima serata in Messico, ho sentito che il concerto della sera precedente è andato davvero bene, ma stasera ho intenzione di vederlo sul palco.

Al momento sono all'arena e da quel giorno in Brasile, un paio di giorni fa, tutto è semplicemente ritornato alla normalità, un po' strano, ma niente di cui preoccuparsi, e non è cambiato niente col quello che provo o il modo in cui lo affronto. Non ci penso neppure. Penso sarà anche strano ritornare in America, strano essere in una terra che conosco.

"ELEANOR!" urla appena entra nel camerino e io sobbalzo.

"Gesù Cristo..." mormoro, riprendendomi.

"Hey, non metterlo in mezzo." ride, prendendo una sedia e sedendosi accanto a me.

"Cosa vuoi? Perchè stai urlando?" chiedo e noto quanto è stanco. Ultimamente si è sentito male, molto male, ma non lo mostra, proprio come ora. Sta cercando di essere il solito sbruffone, ma precipiterà presto, riesco a percepirlo. Spero soltanto per il bene del tour e dei fan che non dobbiamo cancellare qualche concerto. Dopo il concerto di stasera, però, avremo un paio di giorni di pausa quindi può riposare, se tutto va per il verso giusto.

"Volevo solo assicurarmi che fossi sveglia, pronta... tutte quelle cose." scrolla le spalle e si avvicina con la sedia.

"Quindi hai deciso che il modo migliore per farlo sarebbe stato farmi prendere un infarto?" gli chiedo e lui ride, poi tira su col naso e getta la testa all'indietro gemendo, ovviamente dovuto al suo malanno. "Come ti senti? Un po' meglio rispetto a ieri?" chiedo e lui scuote la testa.

"Non tanto. Sono stanco, è più di un semplice raffreddore e ho a malapena il tempo di guarire." mi dice e ha ragione. Ci sono concerti senza sosta, non ha molto tempo per riposarsi.

"Ce la fai a esibirti stasera?" chiedo e lui annuisce.

"Certo... dovrei essere sul punto di morte per cancellare un concerto. Non mi fermerà questo, quelle persone lì fuori che stanno aspettando sono più importanti... il dottore può aspettare." mi dice e io sospiro. Mette sempre i suoi fan davanti a sè e so che è qualcosa a cui dovrei abituarmi... per il resto dei tour, ecco.

"Beh, magari non andarci giù pesante, risparmia un po' di energia e non sforzarti?" suggerisco, avvicinandomi a lui. Mi fermo dietro la sedia e gli poggio la mano sulla fronte. "Porca puttana, Harry, stai bruciando, non puoi-" inizio e lui mi guarda attraverso lo specchio, l'espressione più seria che abbia mai visto su di lui.

"El, dico davvero... non cancellerò il concerto... Kate già sa di non dire nulla a Jeffrey. Ti prego, non dirglielo." Gli strinsi la testa e gli passai le mani tra i capelli, rimanendo ferma dietro di lui. "Ma puoi continuare a fare questo, le tue mani sono calde e io, d'altro canto, sto congelando." mi dice e io scuoto la testa, tenendo le mani su di lui.

"Sei un casino, amore." mormoro incoscientemente e vedo la sua espressione cambiare mentre mi guarda, allora realizzo quel che ho detto. "Non trasfromarlo in qualcosa che non è, ti avverto." gli dico attraverso lo specchio e lui continua a tenere la stessa espressione mentre viene aperta la porta.

"Stai cercando di rubarmi il lavoro, El?" scherza Kate appena si unisce a noi. Mi allontano da Harry e lascio che si avvicini Kate a lui, notando entrare anche Jeffrey.

"Come ti senti? Meglio?" gli chiede e si ferma proprio dietro di lui per guardarlo nello specchio.

"Un po' meglio, niente di cui preoccuparsi." gli dice e Jeffrey solleva un sopracciglio.

Stylist [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora