"Porta quel ragazzo più spesso, Ellie bug, ci piace." urla mio padre mentre scendiamo gli scalini di casa, dirigendoci alla macchina noleggiata.
"Va bene, papà, magari la prossima volta che torno a casa." sorrido e noto mia madre con le lacrime agli occhi come sempre.
"Torna a casa più spesso, Eileen, tua mamma non sarà giovane per sempre, e ricorda quello che ti ho detto." mi saluta lei, lanciandomi un'occhiata ammonitoria, e io sorrido.
"Tornerò a casa presto. Vi voglio bene!" dico loro.
"È stato un piacere conoscervi entrambi, insieme agli altri ovviamente. Grazie di tutto." Harry dice loro sorridendo e mia madre gli lancia un paio di baci mentre saliamo in macchina. Mi lascio scappare un profondo sospiro mentre allaccio la cintura ed Harry tamburella le dita sul volante nel frattempo che guida lungo il vialetto d'accesso, ormai buio. Mio padre ha cercato di farlo sparare, ma non ci è mai riuscito, ed Harry ha fatto l'unica cosa che gli avevo detto di non fare, ha citato i Packers. Mio padre gli ha lancianto un'occhiata ripugnante, ma alla fine ha rispettato comunque il fatto che guardasse il football. Tuttavia sia mia madre che mio padre, insieme al resto dei nostri amici e familiari, si sono goduti la sua compagnia ed è una bella cosa, perchè so che nessun altro ragazzo con cui sono andata a letto sarebbe stato il benvenuto in quella casa.
"Eileeeeeen." urla e io gli lancio un'occhiataccia.
"Cosa? Perchè mi chiami così?" chiedo e lui scoppia a ridere.
"Beh, è il tuo nome, no?" mi chiede e io continuo a fissarlo male.
"No, il mio nome è El." incrocio le braccia al petto e mi giro in avanti.
"Perchè non ti piace Eileen?" mi chiede e io rido.
"Pensi davvero che Eileen sia un nome da newyorkese? Lascia perdere questo, pensi che Eileen sia un nome da stilista o disegnatrice per le celebrità? No, non lo è. El è più alla moda, è più da me." gli dico sincera, sapendo che Hayley mi chiamava El, ma sapendo anche che le mie parole sono veritiere.
"Non so, pensò che Ellie Mae suoni bene." scherza e io sospiro.
"Chiamami Ellie Mae e ti sveglierai senza le sopracciglia." rispondo piccata, guardando fuori dal finestrino mentre guida.
"Cosa intendeva tua mamma quando ha affermato di ricordare quello che ti aveva detto?" mi chiede e io scuoto la testa.
"Non era niente di che." gli dico, stringendomi lo stomaco.
"Stai bene? Fame o hai dolori?" chiede, preoccupato sinceramente.
"Un po' di entrambi, non faccio un controllo da un po', quindi dovrò ritornare, e presto." gli dico sinceramente, sapendo che abbiamo superato quella fase di menzogne riguardo la mia salute.
"Beh, quando avevi pianificato di andarci?" chiede, spostando lo sguardo tra me e la strada.
"Probabilmente quando sarei tornata a New York ad un certo punto." rispondo.
"Posso venire con te se vuoi, immagino sia piuttosto noioso andare da sola." si offre come ad essere amichevole, come se lo facesse per me, ma lui vuole farlo perchè gli importa, non perchè è mio amico.
"Um... sì, certo, se vuoi." scrollo le spalle e poggio la testa alla portiera della macchina, sentendomi esausta e affamata.
Compriamo qualcosa di veloce da mangiare e poi ritorniamo subito dopo in albergo. Non sono stata molto al cellulare a causa della mancanza di ricezione e della presenza asfissiante della mia famiglia meridionale se avessi tirato fuori un dispositivo elettronico. Quando finalmente guardo lo schermo, non riesco a far altro che fissarlo. Siedo sul letto in camera con gli occhi spalancati e non so cosa fare... siamo stati scoperti.
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Stylist [h.s. - italian translation]
Fiksi PenggemarEileen Mae Montgomery, meglio conosciuta come El, lavora per il team Gucci di design speciale da due anni ormai. È il lavoro dei suoi sogni, ma c'è una cosa che odia. Le celebrità rudi, narcisiste. Quando le viene assegnato di raccogliere idee e cre...