Capitolo 18

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Pov's Tancredi

"basta Dalila"-dissi spingendola sul letto con fare scherzoso-"perchè mi guardi in quel modo?"-chiesi poi spostandole una ciocca di capelli dal volto.

La bionda sorrise e non aggiunse altro.

"chiamiamo Emanuele"-proposi poi prendendo il cellulare e facendo partire il FaceTime-"ci mette sempre secoli a risponde"-sbuffai appoggiando il telefono sulla scrivania e sedendomi davanti ad essa

"bella bro , come procede in Cali?"-chiesi non appena rispose

"tutto bene , lì a Milano?"-disse ridacchiando

Alzai le spalle , la casa era così vuota senza di lei.Sapevamo entrambi che la vita senza Gaia non era la stessa , ma ehi , non potevamo continuare a piangerci addosso.

"Ciao Lele"-urlò Dalila apparendo dietro di me-"hai conosciuto Emily?"

Emanuele corrugò la fronte rispondendo con un "sì" titubante, rimanendo di stucco davanti a quel nome mai pronunciato.

"come fa a conoscerla"-chiese dopo che Dalila se ne andò.Alzai le spalle , non lo stavo minimamente ascoltando e non m'importava per nulla come facesse a conoscere questa fantomatica "Emily"

Parlammo per 2 ore , il tempo di aggiornarci e di ricordare i vecchi tempo , omettendo qualche particolare.

"Dalila?"-domandai a Gianmarco , il quale era comodamente stravaccato sul divano a mangiare quintali di pop-corn guardando un film d'azione.

Non mi rispose , probabilmente non mi stava nemmeno ascoltando e non gli importava neanche lontanamente di quello che stava succedendo in quella casa.

Entrai in camera sua , erano settimane che non aprivamo quella porta , nessuno aveva il coraggio di farlo. Continuavamo a dormire nel letto matrimoniale o sul divano , ma nessuno dei due aveva mai osato smantellare la sua camera.

Era tutto come lo aveva lasciato. La sua maglia preferita stesa accuratamente sul letto , un paio di calzini sporchi accanto al cesto della roba da lavare , la quale stava prendendo vita , una felpa grigia appesa alla testiera del letto e una pila di vestiti , sporchi o puliti, sulla sedia.

Era tutto così in disordine , ma nessuno aveva provato a mettere una sola cosa fuori posto , non ne avevamo il coraggio.Forse non ci ritenevamo pronti per compiere questo passo.O meglio , vivevamo nella convinzione che tutto fosse un sogno e che lei sarebbe entrata dalla porta d'ingresso urlando per il casino.

"il suo diario"-sussurrai prendendo il piccolo quadernetto tra le mani-"Emanuele lo aveva lasciato a Diego"

Aprii il diario ed era tutto così strano , non c'erano parole , ma numeri . Una sequenza di numeri tutti uniti , neanche uno spazio. Arrivai all'ultima pagina e notai una 'dedica'.

"A Emanuele,l'unico che ha saputo capirmi. Spero che capirai anche questi"-lessi ad alta voce

SPAZIO AUTRICEEEEE 

Super emozionata , tra poco arriverà anche la nuova protagonistaaa 

ps. avete già capito?


A new life \\ Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora