VENTISETTESIMO CAPITOLO

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Di scatto il mio sguardo va su Maeve, sembra che non abbia nulla da ridire e sono sicuro che non sia ancora sotto l'effetto di quella roba. Si gira e si dirige in cucina. Sembrano tutti molto straniti e in effetti è una situazione molto strana. Faccio cenno ai ragazzi di rimanere in sala e la seguo.
"Maeve sei sicura che sia tutto a posto?" le chiedo raggiungendola nell'altra stanza.
"Si, perché?"
"Insomma... Mariano si è fidanzato subito dopo la vostra rottura"
"Quindi? Mi è piaciuto e lui ha deciso di rompere, ci ha perso lui infondo"
È proprio vero, ci ha perso lui. Se dovessi dare un valore in soldi a Maeve sarebbe un numero con una fila di zeri. Mi avvicino a lei e le metto le mani sui fianchi facendo stabilire un contatto visivo.
"Non cambiare mai" le dico prima di baciarla.
"Mattia, noi ora cosa siamo?"
Rimango spiazzato, adesso non me l'aspettavo come domanda.
"Tu cosa vuoi che siamo?"
"Voglio solo stare con te"
Lo voglio anch'io, ma se succedesse tutto così velocemente da non riuscire a tenere il controllo?
La abbraccio senza darle alcuna risposta.
"Ci siamo persi qualcosa?" ci interrompe Kairi.
"Sì, quando eravamo su ci siamo baciati" gli spiego con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Tutti i ragazzi si avvicinano a noi e ci abbracciano, è questo quello di cui ho bisogno per stare bene: Maeve e i ragazzi.

È quasi sera e siamo ancora tutti qua, i proprietari di casa non sono ancora tornati; abbiamo deciso di ordinare la pizza.

Siamo tutti seduti a tavola a scherzare ma una domanda mi travolge completamente: chi gliel'ha venduta a Maeve quella roba?
"Mattia tutto bene? Sembri infastidito" si accorge di me la ragazza vicino a me. Sono un mix tra incazzato e confuso, tutto ciò che è successo solo oggi mi ha veramente scosso. Le annuisco con la testa e controvoglia mangio un boccone dalla mia fetta di pizza. Probabilmente glielo chiederò nei prossimi giorni.

"Maeve siamo a casa!" urla Taylor una volta sorpassata la soglia della porta. L'espressione sul viso della ragazza è cambiato in un millisecondo, si infila due dita nel colletto della maglia e se lo tira, raccoglie velocemente i cartoni -vuoti- e li butta nel sacco della carta, da un bacio al fratello e stringendo i pugni sale al piano di sopra.
Tutti guardano la scena confusi, io so cos'ha Maeve, ha una specie di trauma da non so ben cosa, ma sicuro i suoi genitori c'entrano. Salutiamo il resto della sua famiglia e la inseguiamo, qualche metro prima di camera sua avviso i ragazzi di non parlare troppo, poche parole semplici che non le dessero fastidio.
È messa come l'ultima volta: mani nei capelli e guarda un punto fisso a caso sul soffitto con le lacrime che le rigano la guancia.
Stiamo in piedi a lato del suo letto, hanno tutti lo sguardo basso, tranne io, la guardo negli occhi. Si gira verso di me e mi guarda, mi fa cenno di avvicinarmi a lei e così faccio.
"Che hai Mae?" le chiedo, i ragazzi mi guardano come per dire 'ma che cazzo stai facendo?'. So che con me si sarebbe aperta, con loro un po' di meno.
"Sento tutta la pressione addosso" mi risponde, le apro le braccia e posiziona la tua testa sul mio petto, con le mani le accarezzo i capelli e la fronte.
Tutti gli altri si siedono vicino a noi e stiamo abbracciati per qualche minuto.
"Ragazzi, suppongo che voi dobbiate andare" ci dice Maeve asciugandosi le lacrime e scansandoci.
Ci accompagna di sotto, da un bacio sulla guancia a ognuno di noi e mentre ci fa 'ciao' con la mano chiude la porta.

Maeve's POV
Voglio bene a quei ragazzi, sono speciali. Mi giro e salgo i primi scalini non curandomi dei miei genitori e di Liam seduti in sala.
"Vieni qui Maeve!" mi urla mia madre.
"Parli con me?"
"Si esatto, queste scenate non devo più riaccadere. Che imbarazzo!"
"Che imbarazzo!?" chiedo incredula.
"Certo, sei imbarazzante!"
"Mamma tu lo sai almeno perché non vi guardo più in faccia?"
"No, dimmi pure!"

Lo vedo in macchina, davanti al cinema, felice, tranquillo, come se non fosse niente. Accarezza la guancia a qualcuno e lo guarda negli occhi, lo bacia. Mi avvicino senza farmi notare e vedo una donna che non è mia madre.

È lì, che cammina spensierata con un uomo, in una via del centro di Totowa, sono mano nella mano. Ha un sorriso stampato in faccia, come se a casa non avesse lasciato una famiglia. L'uomo non è mio padre.

"Vuoi proprio saperlo?"
"Ti ho detto di dirmelo!"
"PERCHÉ TI HO VISTO CON UN UOMO CHE NON È PAPÀ E HO VISTO PAPÀ CON UNA DONNA CHE NON SEI TU, PER QUESTO NON RIESCO A GUARDARVI IN FACCIA!"
Le tre persone davanti a me hanno gli occhi spalancati e puntati su di me, tutti con la mascella che cade. Liam si tappa le orecchie sperando di non sentire qualcos'altro di sconvolgente e scappa di cucina, ha già capito che urla, parolacce e bestemmie sarebbero partite da qua a poco.
"Mi hai veramente tradita?" interroga mia madre all'uomo vicino a lei.
"Mi hai tradito anche te!"
"Chi era? Quella zoccoletta del tuo ufficio?"
"E il tuo lui? Quello della palestra?"
Beh che dire, entrambi i miei genitori si tradiscono e io non so dove abbia la testa.
"Pensi che sia questo l'esempio da dare a Liam?"
"Ah giusto perché io non c'entro mai e non dovete preoccuparvi di me" m'intrometto.
"Non ti ha interpellato nessuno"
"Esatto, è proprio questo il punto! Se non l'avessi detto avreste continuato così per chissà quanto tempo, e poi vi stupite di certi miei atteggiamenti!"
Mentre ci imprechiamo addosso mi accorgo di una cosa: Liam è in silenzio da troppo tempo, lui non è mai in silenzio.
Vado verso la cucina e cerco sotto il tavolo, niente.
Cerco nello spazio tra l'armadio e il muro, niente.
Cerco nella stanzetta usata come dispensa, niente.
Corro in camera sua, di solito sta sotto al letto e sul suo balconcino, niente.
Vado in garage, niente.
Mi dirigo verso il giardino posteriore, niente.
Salgo le scale per la soffitta, niente.
Scendo in cantina, niente.
Mi rimangono solo la tavernetta e lo studio, niente nemmeno lì.
Molteplici lacrime arrivano a bagnare la mia maglia.

non passate ad affermazioni troppo affrettate, non voglio spoilerarvi niente nella vita amorosa di maeve succederà qualcosa

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora