TRENTANOVESIMO CAPITOLO

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Decido di chiamarlo, di solito mi porta sempre lui.

Maeve: "Ciao Mattia, io sarei davanti a casa, ma... non ci sei tu"
Mattia: "Ah scusa non te lo avevo detto, devo andare a prendere Lena oggi e scusa"
Maeve: "Ah, chiederò ad Ale"

Concludo chiudendo la chiamata. Ci sono rimasta male, non siamo qualcosa ed è vero ma comunque mi ha sempre portata a scuola e credevo che sarebbe continuata così; in più ad Alejandro è scomodo venire da casa sua a qua.

Dopo una quindicina di minuti lo vedo accostare, mi alzo dal porticato di casa ed entro nella sua macchina.
"Ciao scimmietta" lo saluto baciandolo di scatto.
"Ciao patata" dice lui mettendo la sua mano sulla mia coscia "Mi sei mancata" riprende qualche secondo dopo.
Faccio connettere le nostre labbra ancora una volta e lui parte.

"Ti va bene se ti passo a prendere io ogni giorno?" mi chiede.
"Ale è un po' lontano" gli rispondo.
"Lo so..."
"Ma...?"
"Voglio stare in tua compagnia, anche quei dieci minuti in più"
"Sicuro? Sicuro sicuro?"
Annuisce entusiasta e cedo dicendogli che va bene.
"Visto che siamo già in ritardo e dovremmo entrare alla seconda classe, ti va di andare da qualche parte?"
"Va bene, basta che non saltiamo anche la seconda"
Lui mi lancia uno sguardo come per dire che era sottinteso e gira a sinistra, se dovessimo andare a scuola saremmo andati a destra.

-

"Ora chiudi gli occhi" mi dice aprendomi la porta.
Faccio come lui desidera e, con gli occhi coperti dalle sue mani, mi porta in una sala scura.

"Okay... so che i tuoi cantanti preferiti sono soprattutto Lil uzi vert, Travis Scott e Juice WRLD" inizia lasciandomi vedere "Qui, questo weekend, ci sarà una specie di concerto con le loro figure in 3D."
Lo guardo a bocca aperta, apro le braccia e gli salto addosso lasciandogli tanti baci su tutta la faccia.
"Grazie, io- Veramente grazie" gli dico felice.
"Te lo meriti, solo per essere tu. Dai andiamo a prendere i biglietti" mi invita allungandomi il braccio.
Lo seguo e arriviamo dal tipo dietro al bancone.

-

Circa mezz'ora dopo entriamo a scuola, prima eravamo stati al parco a parlare e fare battutine.

"Ciao Maeve, dov'eri?" mi chiede Kairi al suono della campanella venendomi in contro dagli armadietti.
"Ero con Ale, Mattia si era dimenticato di dirmi che oggi non poteva portarmi quindi visto che eravamo già in ritardo abbiamo deciso di uscire un po'" gli spiego.
"Capito. Ora abbiamo algebra insieme, ricordi?"
"Yup, andiamo"
Do un bacio ad Alejandro che stava ascoltando tutto e mi dirigo verso la mia classe.

È passata abbastanza velocemente la lezione, mancano due minuti al suono della campanella e io e Kai stiamo giocando a tris su un foglio del mio block notes.

Sentiamo lo squillo acuto, è finita l'ora. Prendiamo i nostri zaini e usciamo velocemente. A lui piace la matematica ed è anche il più intelligente del gruppo, quella impedita sono io.

In corridoio incontriamo Mattia e Lena camminare mano nella mano.
"Ciao ragazzi" inizia lei.
"Ciao Lena" le dico io dandole un bacio amichevole sulla guancia.
"Maeve scusa per sta mattina, comunque neanche per il ritorno posso. Tra poco mi deve venire a prendere mio padre e dobbiamo andare dal dentista" mi avvisa facendomi vedere il suo blocco schermo con l'orario.
Lo sfondo, quello sfondo.
Gli annuisco, saluto velocemente tutti e scappo nervosa.

Io avevo già cambiato lo sfondo del mio telefono da settimane, tipo da... prima di incontrare Mariano per la prima volta.
Lui ce l'ha ancora, ha ancora il nostro sfondo.
So che è sbagliato, non deve avercelo.
Ora ha Lena e deve stare con lei.
Deve avere il suo sfondo con lei.
Io non c'entro.
Non devo c'entrarci.

Poco dopo mi raggiunge Alejandro. Sono rannicchiata in un angolo dietro scuola, a pensare a quanto sia brava a fare una sola cosa: rovinare tutto. In qualche modo ce la faccio, rovino sempre tutto.

"Ciao tipetta" dice sedendosi vicino a me.
"Ciao Ale"
Non lo guardo nemmeno in faccia, sono troppo confusa.

"Io ti piaccio?" gli chiedo sul punto di impazzire, tenendo ancora lo sguardo basso.
"Certo che mi piaci Maeve" mi risponde come se fosse sottinteso.
"Ti piaccio piaccio?" gli richiedo.
"Sai cosa non faccio con chi non mi piace piace?"
"No, stupiscimi"
"Se qualcuno non mi piace piace non lo bacio." inizia facendo scontrare le nostre labbra "Poi se uno non mi piace piace non lo farei diventare il mio tutto. E infine se uno non mi piace piace glielo direi. Te l'ho mai detto che non mi piaci piaci?"
Scuoto la testa in segno di no.
"Quindi tu mi piaci piaci" conclude alzandosi e porgendomi il suo braccio.
"Sei fortunato Rosario, mi piaci piaci anche tu" gli affermo abbracciandolo.
"Ci piacciamo piacciamo a vicenda" esclama facendomi salire sulla sua schiena come se fossi un koala.
Entriamo nell'edificio e corriamo per il nostro prossimo corso, che abbiamo insieme.

"Giorno professor Finch" lo saluto entrando, ancora aggrappata ad Alejandro.
"Collins lei le ha le gambe, cammini normalmente. Grazie Rosario ma poteva farcela anche da sola a venire" ironizza scrivendo il giorno sulla lavagna.
"Prof lei ha mai incontrato qualcuno che le piace piace?" gli chiede lui facendomi sedere.
"Ci sono persone che mi piacciono, qualcuno lo amo, ma nessuno mi è mai piaciuto piaciuto" gli risponde poggiando il gesso sulla cattedra.
"Beh, piacersi piacersi è stupendo, soprattutto se è ricambiato." conclude guardandomi sorridendo.
Da tutti parte un 'aw' come in automatico, il signor Finch le capisce le cazzate da adolescente infatti con lui ne parliamo sempre di ste cose.

Io sono felice con Alejandro, per ora mi importa solo di questo.
Essere felice.
Non sono felice da settimane.
Ci sono persone non felici da mesi, anni.
Sono solo fortunata.
Sono felice.
Ma forse sono stata più felice.
Molto più felice.
Con qualcun altro.
È un problema?

hey bellocci, ieri non ho postato perché questo capitolo era incompleto e non mi piace neanche così tanto :(
comunque volevo consigliarvi la storia di abortodi14anni

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora