VENTITREESIMO CAPITOLO

1.3K 120 6
                                    

Sono passate tre ore da quel messaggio e non mi ha ancora risposto.
maeve collins —> matti🤍🦋
"potresti anche prenderti la briga di rispondere."

Visualizzato anche questo.
Continuo a riempire la stanza di paranoie e problemi stupidi quando sento mia madre chiamarmi dal piano di sotto.
"Maeve! A tavola!"
Scendo e mi metto al mio solito posto, con mia madre alla destra, Liam alla sinistra e mio padre difronte a me.
"Allora Maeve... come va?" inizia il discorso l'uomo davanti a me.
"Bene pa'" gli rispondo d'istinto, non va tutto bene... non va assolutamente tutto bene.
"Ne sono felice"

Poco dopo i primi morsi m'innervosisco, sento che a questa cena tutti stiano aspettando che io faccia qualcosa di stupendo.
"Spero vivamente che tu e Mattia torniate insieme" afferma sempre mio padre. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo per non andare di matto.
"Si, alla fine è un bravo ragazzo" continua con tono leggero.
Mi alzo delicatamente per non perdere totalmente il controllo della situazione e me ne vado.
"Dove vai ora?!" esclama stupito alzandosi dalla sedia.
Scendo i pochi scalini che ho già fatto e gli dico chiaramente e a voce alta "Perché deve sempre girare tutto intorno a Mattia? Se non ho lui non posso essere felice? Spiegamelo perché sembra che vi importi della sua felicità e non della mia. Quindi ora se la smetteste tutti con il figlio dei Polibio sarebbe meglio"
Salgo subito in camera e scoppio in un pianto d'istinto.

maeve collins📞 ale❤️
"Ale ti prego ti scongiuro possiamo vederci? ho bisogno"
'Certo Maeve, tra venti minuti scendi'
"Grazie ti voglio tantissimo bene"
'Di niente, te ne voglio anch'io'

Mi metto una tuta a caso presa dall'armadio e mi sciacquo il viso per non far vedere di aver pianto eccessivamente.
"Dove vai?" mi sento urlare da mia madre.
"Al diavolo" le rispondo con lo stesso tono che ha usato con me.
"Non essere così maleducata!" continua.
"Me ne vado comunque al diavolo, oppure vuoi che ti dica che me ne vado a fanculo?" insisto senza neanche girarmi a guardarla in faccia.

Vedo la macchina del mio amico già parcheggiata, faccio una piccola corsetta e lo abbraccio forte, mi tira su il viso accarezzandomelo con il pollice.
"Vuoi andare da qualche parte?"
"Si, mi manca un posto a cui andavo con Mattia... mi ci porteresti?"
Mi annuisce e mi apre la portiera.

"Perché ti manca quel lunapark?"
"È il nostro posto... A ogni mese che-" inizio a tirare su con il naso.
"Oh Maeve se vuoi non parlarmene"
"No Ale, sono cose che devo tirare fuori. Ogni mese che facevamo attaccavamo un lucchetto a una ringhiera... non è una cosa che abbiamo detto perché era qualcosa di nostro... lo sanno solo Kairi e Avani"
"Capisco... Maeve lo sappiamo tutti che ti manca"
"Lo so, solo che non voglio ammetterlo, in primis a me stessa"
"Da amico di entrambi ti consiglio di mettere da parte l'orgoglio. Tutta quella sceneggiata era perché gli manchi e scoprendo di Mariano si è incazzato, scoprendo di quando ti ha lasciato è andato ancora di matto ancora di più"
Porto la testa indietro nel senso di frustrazione.

Siamo all'entrata del parco giochi, prendo un respiro profondo e mi avvio verso la ringhiera. Vedo lì i tre e unici lucchetti messi finora, l'ultimo risale a qualche giorno prima della nostra rottura. Li accarezzo uno a uno, è tutto ciò che ho per ora. Molteplici lacrime iniziano a scendere giù dalla mia iride,
"Vuoi un abbraccio?" mi invita il moro a pochi passi dietro di me. Gli annuisco e sprofondo tra le sue braccia.
"Grazie Ale" gli dico a bassa voce.
"Di niente Maeve"

Mi riporta a casa e mi da la buonanotte.
"Qual buon vento! Pensavo andassi al diavolo" ironizza mia madre. Non abbiamo proprio il tipico rapporto madre-figlia, da quando sono diventata una teenager fra di noi non è più la stessa cosa, le voglio bene, ovviamente, solo che a volte vorrei soltanto che scomparisse dalla mia vita.
"Sono ritornata, pensavo che in quanto tu sia mia madre non ti avrebbe dato fastidio!"
So benissimo che le danno fastidio le risposte del genere, la maggior parte delle nostre conversazioni va avanti così da ormai qualche paio di anni.

Mi metto il pigiama e mi butto sul letto a leggere.

mattia polibio—> mae🤍🦋
"non ti ho risposto perché non sapevo cosa dirti"
"e mi dispiace"
"ma ho seriamente bisogno di parlarti"
"decidi tu a che ora, ma deve essere domani mattina"

Vedo i messaggi e continuo a fare quello che facevo prima, d'altronde mi ha ignorato per tutto il giorno.

"lo so che li hai visti i messaggi"
"saranno anche le 10 ma sono sicuro al 100% che tu non stia dormendo"
"hai le luci accese"

Oh cazzo, spengo le luci e accendo solo quella del comodino.

"lo sappiamo entrambi che non dormi con la lucina del comodino"
"ora mi ignori?"
"buonanotte comunque"

Assalita da pensieri mi addormento poco dopo quei messaggi.

Buongiorno, circa, non è proprio un buon giorno... e pensare che siamo solo all'inizio. Dopo aver passato tutta la notte a pensare a brutte conseguenze non ci si sveglia proprio al meglio.
Fisso un po' il vuoto, ci ho sempre trovato molta calma, giusto per mettere un po' la mente a posto.
Mi alzo e mi lavo il viso, rosso e pieno di rughe. Scendo a fare colazione, cercando di evitare problemi.
"Partiamo tra mezz'ora" mi avvisa mia madre.
Cazzo, me ne ero dimenticata di dover andare con lei.
"Ehm scusa ma mi vuole portare Alejandro" mi invento una scusa sul momento.
"Oh ok" conclude.
Prendo il mio muesli e lo finisco subito, corro di sopra in camera per cambiarmi.

maeve collins —> ale❤️
"ale mi dei fare un favore enorme"
"ti scongiuro"
"devi venirmi a prendere per andare a scuola"

alejandro rosario —> maeve❤️
"va bene, passo tra 30 minuti"
Grazie a Dio, non so cosa avrei fatto se avesse rifiutato e sarei dovuta andare con i miei.

Non ho proprio voglia di vestirmi bene, ripesco la tuta di ieri e me la infilo, mi metto un minimo di mascara per non sembrare del tutto morta.
"Buongiorno" dico al moro che è venuto a prendermi.
"Buongiorno" ricambia il saluto.

Arriviamo a scuola e do un bacio a tutti, quasi tutti.
"A che ora hai dormito ieri?" chiede Mattia.
"Presto, molto presto. Ora devo andare" concludo per non entrare nei dettagli.

Mattia's POV
Maeve se n'è andata, saluto anch'io i ragazzi e la inseguo senza dare nell'occhio.
Si è fermata dal suo armadietto, ha sbattuto la testa contro il pezzo di ferro e sta strizzando gli occhi, sembra quasi sul punto di piangere.
Mi si spezza il cuore a vederla così, è la cosa più ripugnante su questo pianeta per me.
"Tutto bene?" le vado in soccorso.
"No, non va niente bene" risponde rimanendo nella stessa posizione.

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora