TRENTAQUATTRESIMO CAPITOLO

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Esco dalla doccia e prendo dall'armadio un pigiama, non un completo ma solo un top e dei pantaloni della tuta. Qua in New Jersey c'è quasi sempre bel tempo quindi in casa mi vesto pesantemente pochissime volte, invece la sera fuori c'è della brezza fredda.

Afferro dal cassetto l'asciugacapelli e mi posiziono difronte allo specchio.

Ci siamo appena messi l'intimo dopo esserci lavati il corpo, questa è stata una giornata calda e faticosa. Io mi sto specchiando e spalmando le creme che uso prima di uscire, lui invece è sdraiato sul letto.
Inizio a pettinarmi i capelli facendoli sgocciolare sul parquet e Mattia sposta il suo sguardo verso di me.
"Che hai?" gli chiedo vedendolo con il riflesso.
Si alza e mi abbraccia da dietro, abbassa la testa per stabilire del contatto visivo e io alzo la mia.
"Ti amo Maeve, tu sei mia e solo immaginare il fatto di perderti mi fa male. Non andartene mai."
Mi metto sulle punte dei piedi per collegare le nostre labbra e continuare ad acconciarmi i capelli.
"Ti amo anch'io" gli rispondo.
Lui lascia le sue mani sui miei fianchi e continuiamo a specchiarci.

Buffo, meno di un mese dopo queste parole ci siamo lasciati per la sua Cynthia. Una macchina del tempo non farebbe male, tornare a quando stavamo bene e senza problemi e pensieri strani per la testa.

Un sassolino colpisce la mia finestra, strano, non lo aveva mai fatto nessuno. Mi affaccio e vedo Alejandro.
Lo guardo confusa, ha il fiatone e correre da Patterson a Totowa è molto faticoso.
"Beh ciao" lo saluto ancora stranita.
"Ciao" ricambia il saluto riprendendosi.
"Mh... che ci fai qui?" gli chiedo.
"Puoi scendere? Magari andiamo da qualche parte"
Annuisco e mi fiondo dall'armadio a cambiarmi, sceglierò qualcosa di caldo da mettere per non prendere freddo. Prendo un maglione e l'impermeabile della nike, mi infilo le Air Force velocemente e scendo.
È seduto sul terzo scalino del portico con le dita incrociate e la gamba che fa da molla. Si alza appena sente la chiusura della porta.
Sono le 7 di sera e da un momento all'altro il sole tramonterà totalmente lasciando il posto allo scuro unicolore del cielo notturno.
"Okay... mh, ciao!" dice lui evidentemente agitato.
"Ciao di nuovo" gli rispondo con una risatina.
"Ti va di..." indica in giro guardandomi.
"Certo"
Iniziamo a camminare normalmente, uno accanto all'altro, facendo passi pesanti e lenti.

Ci sediamo vicino a un prato con qualche panchina leggermente distante da casa mia. Passiamo diversi minuti a non fare niente, si sentono solo i nostri respiri e le cavallette in sottofondo, è tutto così imbarazzante.
"Allora... come va?" mi chiede per interrompere il silenzio, il suo sguardo è basso e come prima ha le dita incrociate e muove la gamba a molla.
"Bene, te?" rivolgo la domanda.
"Non c'è male... con Mattia tutto bene?"
"Intendi da amici?"
"Oh beh sì sicuro"
"Bene, ma è stato strano oggi"
"Capisco"
Me l'aspettavo quella domanda, ed effettivamente l'aspettavo: avrebbe indicato una svolta tra di noi.
"E con Luca?" riprende il discorso.
"Niente di che, amici. Katie come sta? Intendo... dopo la rottura"
"Non l'ha presa benissimo, ma le relazioni a distanza non le sopporto. Mi piaceva molto ma non ci riuscivo"
"Io dopo la playlist non l'ho più sentita..."

La conversazione è continuata con difficoltà, sembrava che non ci vedessimo da tantissimo tempo quando è sempre stato lì vicino me. Avete presente quando l'ultimo incontro con una persona risale a mesi? Io e Ale siamo eravamo nella stessa situazione.

Ora siamo sempre seduti sulla panchina, ma più intimamente, abbiamo le gambe attaccate e le nostre braccia sono in qualche modo agganciate.
"Facciamo un gioco" prende su lui dopo delle risate a una battutina "A ogni ragazzo del gruppo, compresi anche i nuovi ragazzi e Alvaro e Roshaun,-"
"Sempre nei nostri cuori quei due" commento.
"Diciamo con chi starebbe bene" continua.
"Va bene, parti tu"
"Kairi"
"Mhh... c'era una ragazza con cui ha fatto un duetto, si chiama Aliz tipo"
"Ah si, ho capito e ci starebbe molto bene. Tocca a te"
"Robert"
"Okay so che ti sembrerà strano ma secondo me starebbe bene con Taylor. Alvaro!"
"Woah, ci starebbe veramente bene ora che ci penso. Per me con Ashley... Ashley Newman"
"Sì dai..."

Dopo diversi minuti iniziano a mancare solo due ragazzi: lui e Mattia.
"Mattia!" dice per indicare che è il suo turno.
"Lena, mi sembra una brava ragazza ed è simpatica." ammetto con un'espressione triste "Beh manchi tu... tu con chi vuoi stare?"
"Tu con chi vuoi che io stia?" capovolge la domanda.
"Non devo essere io a decidere"
"Te la descrivo: è poco più bassa di me, non ha origini americane, i suoi capelli sono ricci, scuri e lunghi e profuma sempre di buono."
"Sembra una bella ragazza" dico abbassando lo sguardo.
"Lo è"
Con due dita mi tira su il mento e la toccare i nostri nasi. Profumerò pure di buono, ma anche lui ha un odore irresistibile.
Si avvicina così tanto da far sfiorare le nostre bocche, sembrano calamite, sono uno contro l'altro.
Si stacca e mi guarda negli occhi, lui sembra contento.
"Scusa... non è quello che vuoi, capisco" sospira.
Metto la mia mano sulla sua nuca per farlo riavvicinare a me e spingo le sue labbra sulle mie.
"È proprio quello che voglio"
Mi sorride ancora avvicinati, rende il bacio più intenso, le nostre lingue sono in sintonia. Io sono seduta a cavalcioni su di lui e entrambe le nostre mani sono sul collo dell'altro.

A fermare il momento è il suo telefono.
"Scusa ma devo rispondere"
Prende il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e vede il nome di Mattia.

Alejandro's POV
Alla vista del suo nome mi irrigidisco.
Lancio alla ragazza seduta su me uno sguardo e faccio strisciare il dito sullo schermo per accettare la chiamata.

mattia: "Ciao Ale"
alejandro: "Ciao Mattia"
mattia: "Dove sei? Pensavo di giocare un po' a fifa"
alejandro: "Sono fuori"
mattia: "Mhm, con chi?"

Maeve da vicino a me mima con la bocca di rispondergli di essere fuori con mio fratello.

alejandro: "Sono fuori con mio fratello"
mattia: "ah ok, quando torni dimmi"

Mattia's POV
Mente. Prima lo avevo visto con Maeve uscire di casa e lei non risponde al telefono, poi si sentivano dei respiri di sottofondo ed Emiliano sicuramente non respira così leggermente, è un mostro quel bambino.

scusatemi se ieri non ho postato ma mi sono addormentata e mi sono svegliata solo alle 7 di sera e non me la sentivo di far uscire un nuovo capitolo.

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora