TRENTESIMO CAPITOLO

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In mensa ci sediamo tutti -anche i nuovi ragazzi- allo stesso tavolo, ovviamente Mariano e quella ragazza non potevano non volersi sedere con noi.
"Che ci fai qui?" chiede Maeve a Mariano.
"Voglio solo rendere il vostro pranzo meno noioso"
"Esatto, andandotene"
"Dai principessa non fare la permalosa"
"Non ti avvicinare a lei" m'intrometto mettendomi tra loro due.
"No così mi spaventi però" ironizza lui.
Prendo un respiro profondo e ripeto quello che ho detto poco prima.
"Non ricercarmi per una scopata" conclude Maeve alzandogli il terzo dito, la ragazza insieme a lui finge di non capire e se ne vanno via insieme.
"Ooooh" faccio un sospiro di sollievo.
"Grazie Matti ma non mi serviva più di tanto il tuo aiuto" dice lei scherzosamente tirandomi un pugnetto sulla spalla, le faccio un sorriso e mi rigiro verso il mio vassoio.

"Maeve quindi uno di questi giorni ti insegno ad andare in skate?" sento lontanamente da Luca, in quanto non mi stessi concentrando su di loro.
"Certo, se vuoi anche stasera" gli risponde lei.

Vogliono seriamente già uscire insieme? Per davvero? Si conosceranno da quattro ore in croce e ora si danno appuntamento e per lo più di sera. Questa giornata non potrebbe andare peggio.

"Con piacere, alle 8 va bene?"
"Perfetto direi"

"Prima lo smile sul quaderno, ora che escono per andare in 'skate' o conosciuto anche come 'è il nostro primo appuntamento prima di sposarci' e poi? Lui mi inviterà a fare da testimone al matrimonio?" penso tra me e me, mi sto facendo troppe paranoie, devo solo tranquillizzarmi.

Dopo pranzo vado subito dal mio armadietto.
Ew, ho appena visto Mariano pomiciare con Angel; fingo di star vomitando e sbatto il pugno contro la tavoletta di ferro.
"Problemi? Geloso?" chiede lui staccandosi dalle sue labbra, successivamente salutandola e mandandola via.
"No fai solo schifo, che ci fai qui?"
"È il mio armadietto"
"Cosa?! No" dico prolungando la finale.
"Suppongo che questo sia il tuo" indica il mio box.
"Sfortunatamente" sbuffo roteando gli occhi.
"Ti manca Maeve eh"
"Cosa? Chi ti ha interpellato?"
"Uh il ragazzino si è arrabbiato"
"Vedo che te invece non ti sei fatto problemi e rimpiazzarla in... mezza settimana?"
"Forse un po' di meno"
"Fai solo la figura dello sfigato Castano"
"Mhm"

Lo lascio perdere e mi giro verso destra, Maeve e Luca.

"Lo sappiamo tutti che ti danno fastidio"
"Chiudi quella cazzo di bocca" lo zittisco con tono calmo, se avessi alzato la voce probabilmente avrei anche fatto qualcosa di peggio.

-

Come ogni giorno devo portare Maeve a casa.
In macchina il silenzio è micidiale, ogni sua singola mossa è minima: girare il viso di quarantacinque gradi, muovere le dita di un centimetro e sorridere guardando fuori dalla finestra. Ovviamente osservo tutto quello che fa.

"Perché sorridi?" le chiedo.
"Non posso?" ironizza lei.
"No è solo che non stai facendo letteralmente niente e sorridi guardando fuori dalla finestra"
"Penso ai bei momenti passati"

Rimango in silenzio a quest'affermazione, suppongo che in questi bei momenti ci sia anch'io... o meglio: spero che in questi bei momenti ci sia io. Pensare che lei abbia passato delle belle cose con me mi rallegra.

"Ciao Maeve, ci si vede domani"
"Ciao Matti, a domani" saluta mandandomi un bacio al volo, wow. Mi ha mandato un bacio al volo, forse l'ha fatto perché le viene d'istinto, ma mi fa comunque piacere.

Maeve's POV
Finalmente sono a casa, non ce la facevo più a stare a scuola.
Prendo una ciambella dalla scatola messa sul bancone e in men che non si dica la mangio tutta.

Sono le 6, fra due ore devo uscire insieme a Luca. Mi butto sul letto a fare un po' di compiti e svuotare la mia testolina da tutte i malsani pensieri che ci sono dentro. Mi faccio anche uno smoothie con banane, nutella e fragole, il mio preferito in assoluto.

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora