VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO

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"Vabbè di cosa volevi parlarmi?" cambia argomento.
"A dire il vero mi piacerebbe parlare più tardi, a pranzo, voglio solo avere abbastanza tempo e non dover essere interrotti da campanelle o cose del genere. Va bene anche per te?"
"Si certo, assolutamente Polibio" inizia a camminare.
"Scusa da quando mi chiami Polibio?"
"Lascia stare"
Forse è meglio se lascio stare, mi fido di Maeve e capisco che sa quello che fa e dice -o almeno la maggior parte delle volte-, in questo periodo non sta neanche tanto bene quindi non voglio stressarla.
Quando le parlerò le dirò soltanto che mi manca, me lo aveva anche scritto ieri che non avrebbe voluto trattare argomenti che non è pronta a trattare e quindi è l'unica cosa che le dirò.

Maeve's POV
Mi sono auto infilata in un guerra che non posso combattere, dopo tutta questa storia ci ho guadagnato solo casini.
Non vedo l'ora di sapere cosa vuole dirmi, voglio solo chiarire con lui e con le nostre famiglie, o solo con la mia. Giacomo e Mirna sono le persone più dolci che io conosca, so che mi appoggerebbero comunque, anche se le mie idee potrebbero essere contrastanti a quelle di Mattia. Lui mi manca veramente tanto, ma abbiamo rovinato tutto.
Vado alla prima lezione, quella di scienze umane.

È assata una decina di minuti e già non ce la faccio più, ho le testa appoggiata sul banco e guardo fuori dalla finestra.
Qualcuno bussa alla porta della classe, continuo a guardare il cielo dalla finestra.
"Salve prof, volevo portare i volantini per il teatro"
Mi si illuminano gli occhi, Mattia mi fa veramente quell'effetto, gli sorrido e comincio a guardare in basso. Nella mia testa viaggiano mille momenti passati con lui, Dio se mi manca, ho i suoi sorrisi tutti stampati nella mente; d'improvviso inizio a pensare a tutto ciò che abbiamo passato, inizio a fare respiri pesanti. Chiedo all'insegnante di andare in bagno e appena mi da il concesso scappo.
Ma dove sono arrivata? Seduta davanti al bagno delle femmine a piangere per un ragazzo, mai successo prima d'ora. Non so perché ma sento di essere tossica.
"Hey Maeve! Che hai?" sento da una voce familiare, alzo la testa e vedo Kairi, non ci parlo da un po'.
"Ciao Kai"
"Cos'è successo questa volta?"
"Niente Kai, non voglio parlarne"
"Lo sai anche tu che ne vuoi parlare"
"Kairi non lo so, sento che tutto questo sia colpa mia"
"Wait! Tutto questo cosa?"
"Ma mi vedi? Sono seduta davanti al bagno della scuola a piangere per Mattia"
"Oh... ora inizio a capire. Parla!"
"Non lo so, realizzo solo ora che Mattia mi aveva lasciata per Cynthia perché era anche colpa mia"
"Nononono, Maeve... Mattia ti ha lasciata perché è una testa di cazzo. Senti Maeve, il secondo giorno all'evento mi è venuto a chiedere se riuscirebbe mai a riconquistarti, gli piaci ancora... anzi è pazzo di te"
"Ne sei sicuro?"
Lui fa solo di sì con la testa e con uno dei suoi soliti sorrisi, lo abbraccio, mi asciugo le lacrime e torno in classe. Mi mancano tre lezioni prima del pranzo, in queste tre ore devo solo sembrare più carina e meno un defunto.

Si! La campanella della fine della quarta ora suona, prendo il mio zaino, lo metto nell'armadietto e inizio ad accelerare il passo verso la mensa.
"Giorno Maeve, ti vedo carica oggi" dice Alejandro.
"Lo sono, Mattia ora possiamo parlare? Ho qualcosa da dirti anch'io"
"Si certo" mi da corda alzandosi e seguendomi.
"Per me quelli faranno scintille" confabula Robert mentre ci vede andare fuori.

"Bene di cosa volevi parlarmi?" chiede Mattia una volta arrivati sotto le tribune del campo da calcio.
"No, inizia tu"
"Ok" prende un respiro profondo "Maeve tu mi manchi, da quando non stiamo insieme sto passando un periodo veramente brutto"
"Hai finito?"
"Beh... si, ieri mi hai detto che non volevi parlare di qualcosa delicato e ci sto provando."
Gli prendo la mano e lo porto verso le travi di ferro della struttura esterni con un rialzo di una decina di centimetri, mi metto su di essi per azzerare la differenza di altezza, ora entrambi le mie mani sono sulle sue e ci stiamo guardando negli occhi.
"Ora tocca a me: ieri sera ho chiesto ad Alejandro di portarmi dai lucchetti, mi sembravano l'unica cosa che mi è rimasta di noi. Mattia Polibio, tu mi manchi più di ogni altra cosa, mi mancheresti anche se ora ci allontanassimo per un minuto."
Gli bacio la guancia, lui toglie le sue mani dalle mie e mi ci prende il viso, si avvicina così tanto da far toccare i nostri nasi, appoggia le sue labbra nello spazio tra la guancia e la bocca finché non mi decido e lo bacio, finalmente. Sento la sua lingua picchiettare sui miei denti, apro la bocca e la faccio entrare. Ci stiamo baciando lentamente, mi mancavano questi momenti così leggeri. Mi mancava lui. Ci stacchiamo, gli mordo la guancia e appoggio la mia testa nel concavo del suo collo.
"Mi sei mancato Matti, fin troppo" gli sussurro.
"Anche tu Mae, anche tu"
Suona la campanella e torniamo dentro mano nella mano.

Fra un paio di ore abbiamo la cena con entrambe le famiglie, io e Mattia non abbiamo parlato di cosa avremmo detto ma probabilmente io dirò il mio punto di vista e lui il suo.
Ora che sono a casa da sola ci sto riflettendo, probabilmente se ci rimettessimo insieme staremo male ancora una volta ed è l'ultima cosa che voglio.

Mi metto i pantaloni di una tuta e un top bianco, i miei avevano avvisato che non sarebbe stato qualcosa per cui vestirsi in modo elegante.

Mi metto i pantaloni di una tuta e un top bianco, i miei avevano avvisato che non sarebbe stato qualcosa per cui vestirsi in modo elegante

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Spruzzo un po' di profumo e mi sciolgo i capelli, non amo piastrarli, ma ieri non avevo niente da fare se non deprimermi.
Scendo e vedo che sono già tutti in sala ad aspettarmi, saluto Mirna, Giacomo e Gianluca e iniziamo a spostarci verso la cucina.
Decidiamo di mangiare prima di parlare, i miei hanno preparato il filetto e delle patate arrosto. Ci siamo augurati il buon appetito e abbiamo iniziato e consumare i nostri pasti.

"Bene, Maeve quando vuoi puoi parlarci" mi invita Giacomo cercando di farmi sentire a mio agio.
"Ok... io e Mattia ci siamo lasciati circa un mesetto fa, dopo un paio di settimane avremmo avuto la playlist e io mi sono iniziata a scrivere con questo ragazzo" inizio con voce tremolante "solo che poi ci siamo lasciati e Mattia gli ha dato un pugno, fine!"
Non voglio scendere nei dettagli, ho trascurato molte cose importanti e sono certa di aver sbagliato.
"Beh... non esattamente." comincia Mattia "Negli ultimi giorni di relazione io e questa ragazza ci siamo iniziati a sentire. Maeve mi vedeva diverso e mi ha chiesto cosa succedeva, dopo averglielo detto abbiamo rotto"
Sono super a disagio.
"Dopo volevo rimanere amici perché Maeve è veramente la persona più importante della mia vita, ma sapevamo entrambi che non ci saremmo riusciti... lei ha iniziato a scriversi con questo tipo del Canada e quando all'evento li ho visti mi ha dato tanto fastidio e mi mancava tantissimo quello che c'era fra noi due, "
"Va bene così Mattia" lo interrompo.
"No, non va bene così. Maeve e questo ragazzo si sono messi insieme per un paio di giorni e si sono lasciati, quando l'ho saputo ho dato un pugno al ragazzo e lui me ne ha dato un altro. Questa è la vera fine"
Rimaniamo un paio di minuti in silenzio con lo sguardo fisso verso il basso, stanca della tensione mi alzo e salgo di sopra... mio solito.

GRAZIE MILLE PER LE SEIMILA LETTURE IO VI AMO

Mattia Polibio, when i'm with you i feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora