Flashback POV Isabelle

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Agosto

Mi sembra di camminare lungo una strada polverosa, bianca nell'oscurità di una notte estiva. Mentre cammino, divento consapevole che questo sentiero è come infestato da invisibili presenze delle quali non riesco a definire la forma nella mia mente. Tra gli alberi che costeggiano la strada, posso cogliere dei rotti sussurri incoerenti pronunciati in una lingua sconosciuta che però in parte riesco a capire. Mi sembrano espressioni frammentarie di un mostruoso complotto contro il mio corpo e la mia anima.

La notte è caduta da tempo, ciononostante l'interminabile foresta attraverso la quale cammino è illuminata da un debole bagliore che non ha un punto di diffusione, perché nella sua luce misteriosa nulla lascia ombre. Una bassa pozza formata forse da una pioggia recente, nella cunetta di una vecchia carreggiata incontra il mio sguardo con un bagliore cremisi. Mi fermo e vi immergo la mano. Le dita si macchiano: è sangue! Sangue! Osservo allora che ogni cosa è macchiata di questo fluido; l'erbetta che cresce rigorosa ai lati della strada mostra macchie sulle larghe foglie, e le chiazze di polvere asciutta tra le carreggiate sono puntinate come da una pioggia rossa. Ci sono poi ampie macchie cremisi che defilano i tronchi degli alberi, e dal loro fogliame gocciola sangue simile a rugiada.

Osservo tutto ciò in preda a un terrore che sembra compatibile solo con il compimento di una naturale aspettativa. Mi sembra che tutto questo sia la punizione per qualche crimine che, benché consapevole della mia colpa, non riesco a ricordare esattamente. Inutilmente cerco di ricomporre nella memoria la mia vita, per ricordare il momento del mio peccato. Scene ed episodi mi si affollano tumultuosamente nella mente: un quadro cancella l'altro o si mescola nella confusione e nell'oscurità, ma da nessuna parte riesco a cogliere un barlume di quel che cerco. L'insuccesso aumenta l'orrore; mi sento come una persona che ha ucciso nel buio, senza conoscere chi e perché.

La situazione è realmente terrificante. La luce misteriosa splende con una minaccia tacita e terribile; le piante malsane, gli alberi rivestiti da una patina malinconica e funesta, cospirano apertamente contro la mia pace. Dall'alto e tutt'intorno a me sono udibili impressionanti i sussurri e i sospiri di queste invisibile presenze. Non posso durare più a lungo e, con un grande sforzo per rompere il sortilegio malvagio che lega le mie facoltà al silenzio e all'immobilità, urlo con tutta la forza che ho nei polmoni.

Mi sveglio gridando e sudata, con gli occhi fissi sulla stoffa porpora. Mi aggrappo a Reece, e lui mi tranquillizza a suon di baci e mi culla come faceva mio padre quando da piccola mi alzavo dal letto nel cuore della notte e mi mettevo sotto le coperte con lui per sentirmi protetta. Rimaniamo lì così per più di un'ora, abbracciati, condividendo segreti nell'alba silenziosa che filtra dai vetri. Ma nemmeno le sue parole riescono a impedirmi di piangere. Non posso tornare indietro. Non posso più salvarti, figlio mio.

Ormai ti ho perso.

Questa è la colpa di cui mi sono macchiata.

Spazio autore
Buonasera giovani scrittori.
Questa settimana mi andava di scrivere un piccolo flashback di Isabelle. Spero che vi sia piaciuto.
Colgo l'occasione per ringraziarvi di cuore per tutto il supporto e i consigli che mi state dando. Alcuni mi hanno addirittura parlato della possibilità di una pubblicazione con il marchio di una casa editrice.
Sinceramente, però, per quanto possa piacervi il mio libro, credo che difficilmente potrà confrontarsi con i romanzi che vengono pubblicati quotidianamente. Pensate che ogni giorno vengono scritti chissà quanti tomi.
Comunque, a me bastate voi. Sono già soddisfatto così.
Ci vediamo mercoledì.
Un abbraccio,
Francy

Blind - Libro 1 [#Wattys2020] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora