Capitolo 13

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Dopo l'ultima conversazione che abbiamo avuto io e Jace, impieghiamo almeno venti minuti prima di potere vedere la luce del sole, nonostante sia quasi completamente nascosto dietro le montagne. Quando guardo l'orizzonte, mi tornano in mente quelle sere d'autunno trascorse con Katy fuori dal perimetro dipartimentale, sull'erba umida; la luce scendeva obliqua e rossastra giù nelle valli fra le montagne, riverberandosi nelle acque appena increspate di un lago, nei quali si sprigionavano un tale incanto, una tale magia, un tale senso d'infinita beatitudine, che sembrava impossibile dovessero essere appesi al breve arco di cielo che il disco solare doveva ancora percorrere, prima di scomparire dietro le sagome scure delle vette.

L'aria fredda e limpida sembra accogliere questo meraviglioso spettacolo con reverente solennità, avvolgendomi e fasciandomi in una atmosfera incantata, simile a un cristallo di rocca dagli splendidi riflessi opalescenti.

Il giorno sta per concludersi, con struggente malinconia. Il sole, però, scende vittorioso verso la fine della sua corsa circonfuso di gloria, mandando in ogni direzione lame di luce che, per un momento, accecano la vista e guizzano dardeggianti per un'ultima volta, prima di spegnersi e scomparire bruscamente nell'oscurità della sera che avanza.

Sono istanti senza tempo, fuori dal tempo; è come se quest'ultimo si sia fermato e noi siamo rimasti così, sospesi nel vuoto, senza ieri e senza domani, senza giorno e senza notte, lontani da tutto e da tutti, in un qui che è già un altrove e che, non appena tentiamo di stringerlo in mano, fugge via inesorabilmente, come la sabbia fra le dita d'un bambino.

L'anima gusta quelle emozioni con intensità voluttuosa, le assorbe avidamente sino in fondo e le fa proprie, trasformandole, nello scrigno della memoria, in sostanza eterna e incorruttibile, che nulla potrà mai più cancellare.

Comincio a sentire le gambe pesanti ma faccio finta di niente. Mi giro verso Jace, anche lui con lo sguardo fisso verso l'orizzonte, chiedendomi dove dobbiamo andare. Penso che entrambi noi non abbiamo idea di quello che dobbiamo fare. Così, dopo ancora qualche minuto di contemplazione, che sfrutto soprattutto per riposarmi, ci rimettiamo in marcia, percorrendo il versante occidentale dello Scafell, con un torrente che ci fa da guida. Il corso d'acqua viene giù a balzi, cadendo in una serie di rapide schiumanti, tra grandi massi da cui, da piccolo e in una situazione diversa, mi sarei sporto per osservare i riflessi argentati del fondo. Guardando verso valle, il torrente rallenta e si dirama, come se da giovane che è diventi adulto, tagliando isolotti colonizzati dalle betulle. Oltre ancora, un intrico di legname forma uno sbarramento. In quel punto scende un canalone, e immagino che sia stata la slavina, d'inverno, a tirar giù tronchi e rami che ora marciscono nell'acqua.

Dopo essere saliti di almeno duecento metri, imbocchiamo una mulattiera, la quale taglia il fianco della montagna senza farci guadagnare quota. Le fiamme d'oro e di bronzo dei larici illuminano il verde cupo degli abeti mentre camminiamo. Continuiamo a tenere lo stesso ritmo per un'ora, quando, oltre i tronchi degli alberi, notiamo una distesa di prato magnifica, con ciuffi di genziane e di stelle alpine dai lunghi steli.

«Abbiamo raggiunto il versante opposto», dice Jace, dopo aver fatto qualche passo verso quella zona ampia e spoglia.

«Da cosa lo intuisci?».

«Guarda là». Con l'indice indica un punto lontano da noi. «E' il Dipartimento Gamma».

Io annuisco, anche se poco curante di quello che ha detto. Qualcos'altro ha attirato la mia attenzione nel momento esatto in cui ho alzato lo sguardo verso il paesaggio davanti a noi.

«Jace, vedi anche tu quello che vedo io?», gli chiedo con un tono che fa intendere che non mi stia riferendo per niente al Dipartimento Gamma.

«Non mi è mai capitato di vederlo. Ne ho soltanto sentito parlare», mi risponde. Dalla sua voce si distingue una nota di stupore misto a paura.

Blind - Libro 1 [#Wattys2020] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora