Capitolo 55

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~~~••• Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro•••~~~ D.H.

AARON's pov

Mi assicuro di essere rimasto solo e chiamo inutilmente un ristorante che effettui consegne in questo luogo dimenticato da Dio. Al diavolo, ci toccherà uscire. Osservo il display notando svariati messaggi. Josh...sbuffo e invio la chiamata <<si può sapere che cazzo di fine avete fatto tu e Audrey?>> mi dirigo fuori nel portico <<rilassati. Sto lavorando è tutto sotto controllo>> un sospiro non comprendo bene se di sollievo arriva dall'altro capo dell'apparecchio <<devo dirti una cosa. Importante>> <<vai>> << si tratta della signora Apper>> silenzio <<lei, ecco...>> ancora silenzio...<<parla cazzo Josh>> quanto mi snervano i giri di parole <<sta male amico. Male sul serio. Brittany ha tentato di contattare Audrey e , dopo svariate chiamate senza risposta, Greg ha deciso di richiamarla...mi spieghi perchè ha lui il suo telefono?>> << non ha importanza. Cosa ha detto la strega?>> <<che forse è il caso di tornare a New York >> <<e mio padre?>> <<ci stavo arrivando, ci vuole lì domani stesso>> <<no. Partiremo giovedì, ho da fare delle cose importanti e non posso muovermi prima>> << ma Aaron non capisci. Emily non...lei non...mettiamola così, non puoi impedire a Audrey di dirle addio>> mi passo una mano sulla fronte devastato <<giovedì saremo lì, tutti. Questo è quanto ti prego di comunicarlo a chi di dovere. Sto per spegnere il cellulare quindi ciao>> <<aspetta non puoi Aar>> non gli do modo di completare la frase. Rientro in casa in tempo per vederla entrare in soggiorno...bella, spettinata e incasinata esattamente come me.

<<Tutto bene?>> mi chiede timidamente. <<naturalmente si e il merito è tutto tuo!>> sorrido maliziosamente lei arrossisce, adorabile. Come potrei dirle che ci stanno cercando per darle l'ennesima brutta notizia?! Decido di non pensarci fino a quando non sarà necessario...<< ho tentato di ordinare la pizza ma qui non effettuano consegne a domicilio...quindi...>> <<beh ma in casa non c'è proprio nulla?>> <<e io che ne so>> solleva gli occhi al cielo dirigendosi in cucina. Mah che domande, siamo arrivati tipo un'ora fa, cazzo ne so io se la spesa era inclusa nella tariffa dell'affitto. Prendo il pacchetto di sigarette e la raggiungo. Sta frugando nel piccolo frigo marrone come una bambina alla ricerca delle caramelle <<dunque, abbiamo dell'insalata qualche pomodoro e del tonno...>> mi fissa malissimo quando accendo una marlboro la ignoro sbuffando via una nuvola di fumo <<evviva>> affermo sarcastico <<meglio di niente>> <<sai che c'è? vado a comprare qualcosa>> << bene, andiamo>> <<no tu mi aspetti qui>> mette le mani intorno a quei deliziosi fianchi << non sono sotto sequestro o sbaglio?>> <<no, semplicemente non ti voglio tra i piedi.>> solleva un sopracciglio arricciando le labbra...quelle labbra...mi sto eccitando al solo ricordo di quando avvolgevano il mio... <<ehi, ci sei?>> schiocca le dita sotto il mio naso strappandomi a quei pensieri peccaminosi...peccato! <<Ascolta, siamo in un piccolo paese e, per quanto l'opinione degli altri valga poco quanto nulla per me, pensi sia una buona idea uscire conciata così?>> si osserva in silenzio <<beh sai, non ho avuto modo di portare nulla con me>> dice indispettita <<nemmeno io>> faccio spallucce <<ma come puoi vedere non me ne vado in giro vestito come se dovessi partecipare alla fashion week>> china la testa da un lato <<sul serio...>> è carina ma non penso sia il caso di esibirla in giro insomma, avrebbe di sicuro tutti gli occhi addosso e non mi va di picchiare gente a caso <<farò presto. Promesso>> sbuffa ma alla fine sembra rassegnarsi <<ok ma almeno potresti procurarmi vestiti più da fiera agricola che da eventi mondani?>> rido e annuisco <<contaci>> recupero le chiavi della macchina e mi appresto ad uscire.

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