Fight Song, Rachel Platten.
Steve e Natasha avevano gli occhi spalancati, troppo stupiti per poter parlare.
Io invece non capivo: che voleva quel pazzo seriale?"È un video registrato?" domandò il Capitano quando ebbe ritrovato la voce.
"No, è alla porta principale." sussurrò Natasha, iniziando a sorridere.
Steve corse fuori dalla stanza per andare ad aprire, mentre Natasha si alzò bruscamente dalla sedia per seguirlo.
"Che succede? Chi è quel tipo?" le chiesi andandole dietro.
"Ora lo scoprirai." mi rispose solo.
Prima che potessimo raggiungere la porta, Steve era già di ritorno, con un uomo al seguito.
Era basso, i capelli neri molto scompigliati e, a dirla tutta, sembrava seriamente iperattivo."Ehi Scott." gli sorrise Natasha, facendogli un cenno col capo.
"Ciao, ciao a tutti... Ehi! Avete una nuova recluta? - domandò rivolgendomi lo sguardo. Si avvicinò e mi porse la mano - Sono Scott Lang, detto anche Ant-Man, molto piacere di conoscerti, bellezza."
Lanciai un'occhiata a Natasha.
"Chi è questo adulatore logorroico?"
"Se vuoi te lo ripeto: io son-" iniziò di nuovo Lang.
"No grazie. - lo interruppi. Afferrai la mano - Grace Edwards. Ma non capisco... come fate a conoscerlo?"
"Ha combattuto al mio fianco nella guerra civile. - mi spiegò Steve, a braccia conserte - E doveva finire di scontare gli arresti domiciliari."
Mi voltai verso Scott Lang, illuminata in volto.
"Ma tu sei la formica!" esclamai.Lui sorrise.
"Wow, come sono famoso.""Scott. - lo riportò alla realtà Natasha - Come mai sei venuto qui solo ora?"
"Ascoltate. Sono passati cinque anni da quando c'è stato Thanos. Io... è una lunga storia, ma prima ditemi: avete mai sentito parlare della fisica quantistica?"
"Sì! - intervenni raggiante - Al liceo, cinque anni fa. Sono un po' arrugginita, ma... Max Planck, dico bene? Dualismo onda-particella, proporzioni di Deutsch?"
Natasha e Steve mi guardavano come se stessi parlando in arabo.
Scott invece mi guardò speranzoso e annuì velocemente."Sì ma non esageriamo, - chiarì subito - io non sono esperto. Solo... c'è una cosa che dovete sapere."
Restammo tutti ad ascoltare mentre Scott raccontò.
Non capii molto del suo discorso generale, solo che aveva detto di essere rimasto intrappolato cinque anni in un regno parallelo, che poi non erano stati cinque anni ma cinque ore, cosa che a mio parere non poteva essere fisicamente nè matematicamente possibile.Ma vabbè, non mi sarei più dovuta stipite di nulla, accadevano sempre cose strane a New York, e lo si poteva notare parlando semplicemente del fatto che un titano pazzo era arrivato da un altro pianeta e aveva cercato delle pietre colorate con il potere di distruggere mezzo universo.
"Ho perso un pezzo. - intervenni allora - Cosa ha a che fare con un viaggio nel tempo? Non capisco... allora, se ipoteticamente si andasse indietro di un anno in quel regno, vuol dire che quando si ritorna non è passato un anno bensì solo un'ora?"
"Più o meno... credo."
Sorrisi.
"È geniale! - esclamai - Ma cosa c'entra con noi?""Ci sei già arrivata tu, Grace. - mi disse - Se potessimo andare indietro nel tempo, entrare ed uscire dal regno in un preciso momento, tipo... tipo prima di Thanos."
Emisi un suono strozzato.
Tutti si voltarono verso di me.
Avevo agli occhi spalancati. Non volevo dirlo, perchè era sempre sembrata un'eresia, un'assurdità.
Ma ora... ora era più possibile che mai.
Scossi il capo incredula.
Una possibilità."No... - gemetti - Scott, tu dici che..."
"Penso che abbiamo una soluzione. Una via. Per riportarli tutti indietro." annunciò.
Io sorrisi.
"Non ho mai perso la speranza." sussurrai con gli occhi colmi di lacrime che fissavano il pavimento."È una cosa folle. - riprese - Davvero folle. Ma, secondo me, ne vale la pena. Io ho perso una persona, che voglio riportare indietro, se ci fosse una possibilità."
Scott sembrava l'unico veramente convinto. E, soprattutto, aveva annunciato di volerlo fare interamente per riavere indietro una persona in particolare.
Come me.Natasha sorrise, posando lo sguardo su di me: forse avrei ricominciato a vivere per una causa. Quella causa.
Steve invece mi lanciò un'occhiata di sottecchi, capendo che non ci sarebbe più stato verso di farmi cambiare idea."Ti capisco, Scott. Anche io ho perso una persona importante. Anzi, veramente non è solo una, ma vabbè... dobbiamo provarci."
Scott mi guardò, forse volendo chiedermi chi avessi perso, ma a quanto pare lo trovò fuori luogo, perchè non disse altro.
Pensai al fatto che, così facendo, dedicandoci a questa missione, avrei lasciato perdere quella ricerca sui miei genitori.
Potevo portarne avanti una sola e me ne sarei rassegnata: i miei genitori, purtroppo, erano morti e sepolti. Ma Peter e tutti gli altri lo erano solo per metà, e io potevo contribuire a riportarli indietro tutti, a riportare l'umanità a quella che poteva essere una pseudo normalità dopo lo shock dello schiocco avvenuto cinque anni or sono.
Non potevo tirarmi indietro, non potevo mollare proprio in quel momento. Avremmo lottato per l'umanità, ancora una volta, come avevano sempre fatto gli Avengers, e come avevamo fatto nella guerra contro Thanos.
"Sono d'accordo. - fu Steve a parlare - Riuniremo tutta la squadra."
Natasha si precipitò alla scrivania e contattò tutti coloro che erano sparsi nello spazio: Rhodey, Rocket, Carol.
Solo la ragazza rispose che non sarebbe proprio riuscita ad esserci, perché impegnata a calmare una sommossa a quanto pare molto impegnativa, mentre Rhodey e Rocket risposero subito all'appello di Natasha.
In particolare, Rocket comunicò che avrebbe portato con sè anche Nebula, quella ragazza interamente di metallo che sapevo fosse figlia di Thanos, ma che non conoscevo molto.Steve invece si era incollato al telefono e parlava animamente, ma non seppi dire con chi.
Restai quindi nel salone con Scott.
"E quindi tu sei... sì, insomma, hai qualche potere strano e sovrannaturale che potrebbe mettere in pericolo le persone normali?"
Io lo guardai aggrottando le sopracciglia.
"Sì, in genere, qui è così: o hai una spiccata intelligenza, o hai tute magiche, o hai poteri mortali." commentò.
Come spiegazione era estremamente sincera, ma anche estremamente idiota. Come lui, d'altronde, ma sembrava simpatico.
Mi concentrai ed evocai il fuoco sulle mani. Scott mi stava guardando sbalordito.
"Uho, ehi, è una figata pazzesca!" esclamò.Sorrisi. Era davvero simpatico come sembrava.
"E tu? - gli chiesi - Tu sei la formica, no? La tuta... con quella diventi microscopico, vero?"
"Già, proprio così. - rispose. Restò in silenzio per un attimo, poi sospirò - Sai, è frustrante essere convinti di essere stati via cinque ore e scopri che sono passati cinque anni e metà della popolazione è svanita. Sembra... mi sembra che ci sia il fuso orario. Sono confuso."
"Posso a stento immaginare. - borbottai - Ma tranquillo, tornerà tutto come prima."
"Me lo auguro. Lo spero anche per te, sai? Sembrava qualcuno di importante. O meglio, sembravano, hai detto che erano più di una persona." osservò Scott con rammarico.
"Sì. Uno è colui che amo. Uno è il mio migliore amico, l'altra la mia migliore amica... poi altri conoscenti, ma i più importanti sono loro." dissi con lo sguardo basso.
"Tutti erano importanti allo stesso modo. - mi sostenne lui - E continueranno ad esserlo quando torneranno e li riavremo con noi."
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𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫
Fanfiction• SEQUEL di "Avengers: The Ultimatum" • Tempo di ambientazione: Endgame Sono passati cinque anni. Grace continua a struggersi per le perdite accusate contro Thanos, perchè lei stessa avrebbe potuto impedirle. Gli Avengers sono praticamente smantell...