Chapter 28

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When the party's over, Billie Eilish.

Thanos si allontanò, e io restai su quel campo di battaglia da sola.
Sola con un Kevin Davies morente pochi metri vicino a me.

Assicuratami che quella di Thanos non fosse una trappola per colpirmi alle spalle ma una vera tregua di pochi minuti, mi precipitai da mio cugino e mi lasciai cadere sulle ginocchia.

Tolsi la maschera da combattimento che avevo indossato contro Thanos e indossai quella umana, quella debole: infatti, iniziai a singhiozzare e le lacrime presero a sgorgarmi sulle guance.

"Kevin..." mormorai, accarezzandogli i capelli.

Lui gemette.
Aprì gli occhi con sofferenza, come se la sola azione gli costasse tutte le energie che gli erano rimaste.
Il sangue gli colava lungo il braccio e pure il davanti della maglia - sul petto, dove giaceva la ferita mortale - era impregnato di rosso.

"Ehi. Va tutto bene." gli sussurrai per tranquillizzarlo.

"Grace... - gracchiò con voce rauca, gli occhi socchiusi e il respiro affannoso - L'ho fatto per te. Per... proteggerti." sputò l'ultima parola insieme ad un po' di sangue.

Sapevo che stava arrivando il momento.

"Non era necessario che lo facessi." dissi.

Lui sorrise.
"Volevo provare a... fare l'eroe anche io... per una volta..." rantolò sofferente.

Incapace di trattenermi, sorrisi tra le lacrime.
Gli presi il volto tra le mani e replicai:
"Tu sei un eroe, Kevin. Lo sei sempre stato."

Lui fece un piccolo cenno d'assenso, quindi reclinò il capo e sorrise.
"Non ci sono stelle stasera." straparlò.

Infatti era pieno giorno, l'unico inganno era la navicella piazzata sopra di noi e le fiamme che incessanti circolavano tutto ciò che c'era attorno a noi.
Ma mi dispiaceva contraddirlo.

"Già. Ma le vedrai... serve solo tempo." mormorai, cercando di mantenere la calma ed evitare di collassare dal dolore.

"Sto già iniziando a vederle. - sussurrò, poco prima di chiudere gli occhi - Ti prego." mugolò poi.

Sapevo cosa volesse, era una nostra abitudine cantare quella canzone quando uno dei due non stava bene.
E, a quanto pareva, Kevin voleva sentirla per l'ultima volta.
Perciò trovai il coraggio di iniziare a canticchiare:
"Don't you know I'm no good for you?
I've learned to lose you, can't afford to
Tore my shirt to stop you bleedin'
But nothin' ever stops you leavin'
Quiet when I'm comin' home and I'm on my own
I could lie, say I like it like that, like it like that
I could lie, say I like it like that, like it like that..."

Il petto di Kevin smise di muoversi, il cuore di battere: mio cugino smise di respirare, cessò di vivere, e io iniziai a piangere, con il petto sconquassato dai singhiozzi.

Mi piegai sul cadavere di Kevin stringendo il tessuto della sua maglia.

"Torna qui... torna qui. - lo supplicai dondolando avanti e indietro - Ho bisogno di te, cug."

Nessuno rispose, ovviamente, alla mia preghiera, e mi sentii tremendamente sola.
Solo allora udii un rumore e un lamento soffocato.

Mi voltai lentamente per scorgere Steve che stava a malapena in piedi, il viso stravolto e l'espressione addolorata nel vedere me in quelle condizioni chinata sul corpo morto di Kevin.

"Cosa è successo? - domandò. Non ottenendo risposta, si avvicinò - Grace, vieni qui..."

"No. - lo respinsi, allungando il braccio come se fosse un appestato - Tutti quelli a cui tengo poi muoiono... i miei, Peter e Wanda, poi Natasha, ora Kevin... è troppo. C'è qualcosa che non va in me, Steve. Io li uccido tutti." biascicai per i singhiozzi, ma incurante delle mie parole Steve mi accolse tra le sue braccia.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora