Chapter 17

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Heroes, Zayde Wølf.

"Bene, tu e Bruce vi occupate della gemma del tempo di tuo nonno. - ricapitolò Steve battendo le nocche sul tavolo, in quello che voleva essere un modo per stemperare la sua tensione, ma creando ansia a me - Rhodey, Nebula, Nat e Clint si occupano della gemma del potere e dell'anima, vi dividete una volta arrivati su Morag. Thor e Rocket prenderanno la gemma della realtà su Asgard. Scott, Tony e io ci occupiamo del cubo e dello scettro a New York. Ma manca quella del tempo del 2012..."

"Siamo a corto di uomini. - osservò Clint - Dobbiamo ridurre una squadra, non c'è altro modo."

"Noi non possiamo. - disse Rocket - Siamo due... - lanciò uno sguardo a Thor che mangiava beatamente, quindi sbuffò e si corresse - Sono solo per una gemma."

"E noi siamo in tre fusti per due gemme. Non abbiamo grandi alternative." aggiunse Tony battendo un pungo sul tavolo.

"Non guardate noi. - borbottò Bruce. - In due per una gemma."

"Facciamo così. - propose Rhodey - Io mi unisco alla squadra di Steve. Andrò io a prendere la gemma da Strange. Nebula se la caverà benissimo con la gemma del potere."

La ragazza interpellata annuì.
"Sì, io non sono un problema, so farcela da sola."

"Perfetto. - concluse Steve alzandosi dalla sedia - Direi che possiamo cominciare ad indossare le tute. Che la missione abbia inizio."

Impiegammo più del previsto a mettere le tute.
Erano un tantino attillate, e lo spazio per le particelle Pym davvero molto angusto.
In più, la fiala di particelle andava inserita delicatamente, e fu per questo che, a causa della mia pazienza e grazia quasi nulla, chiesi a qualcuno di inserirla nella mia tuta.

Non per cattiveria, ma possibilmente non Bruce.
Aveva ragione Scott, aveva quel fare un po' da Hulk e avrebbe messo troppa forza, e non volevo che la fiala si rompesse.

Clint arrivò in mio soccorso.
Maneggiò la fiala con la cura di un esperto, e con delicatezza la applicò nello spazio dedicato sul fianco destro.

Un lavoro da maestri.
Se l'avessi fatto io, le particelle sarebbero già sparse a terra insieme ai cocci rotti della fiala.
Chiedo perdono, ma ognuno è fatto alla sua maniera.
Probabilmente, durante la creazione, quando veniva distribuita la grazia femminile, io stavo in coda per prendere il sarcasmo.

"Grazie." mormorai all'arciere.

Lui sorrise.
"Stai attenta, capito? Fatti dare la gemma e non fare stupidaggini." mi raccomandò.

Roteai gli occhi sorridendo, troppo felice ad avere qualcuno che si preoccupasse per me per poter essere davvero annoiata alle raccomandazioni.

"Per questo c'è Bruce con me." commentai.

Mi poggiò la mano sulla spalla.
"Buona fortuna."

Annuii.
"Anche a te. Tienimi d'occhio Nat."

"Sarà fatto." rispose facendomi un occhiolino, quindi si allontanò.

Sospirai, e feci qualche passo stirando le braccia per abituarmi alla tuta.

"Ehi, signorinella, fermati lì."

La voce di Tony mi giunse alle orecchie.
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi.
Lui si avvicinò e mi parlò ancora:
"Vedi di non fare idiozie. Peter non vorrebbe che tu ti cacciassi nei guai. E io neanche." chiarì subito.

Sorrisi e mi salì un po' di malinconia pensando a Peter.
Ma poi la tristezza sparì, perché sapevo che se fosse andato tutto bene nel giro di poco tempo l'avrei rivisto.

"Va bene... signor Stark?" domandai poi.

Lui rimase in silenzio per ascoltare cosa volessi dirgli.
"Grazie." sussurrai.

Lui inclinò il capo confuso e aggrottò le sopracciglia.
"Per cosa?"

"Be', perchè senza i bracciali che hai fatto non staremmo per salvare il mondo." spiegai.

Lui distese le labbra in un sorriso.
"Io devo ringraziare te, invece. - disse, puntando il dito verso il petto - Mi hai fatto riflettere e capire che, per questi cinque anni, ho pensato  solamente a me stesso e alla mia famiglia, ma non questo serviva a rendermi veramente completo. Al mondo occorre ancora un Iron Man, e solo combinando questa mia identità alla mia famiglia sarei riuscito a sentirmi veramente felice."

Lo guardai negli occhi.
Capii che la famiglia era l'unica cosa che non aveva mai creduto di poter avere, eppure era riuscito ad ottenerla, perchè sotto l'armatura da supereroe esisteva un cuore d'oro.

Mi risvegliò dai pensieri dandomi una pacca sulla spalla e si allontanò pure lui.

"Perfetto. - esordì Steve - Siamo pronti?"

Tutti ci guardammo intorno e ci furono parecchi cenni d'assenso.
Cercai lo sguardo di Nat.
Anche lei ricambiò l'occhiata, e mentre ci incamminiammo verso la piattaforma, mi accostai a lei.

Ci guardammo ancora, sicure che avremmo colto l'una negli occhi dell'altra tutto quel che c'era da sapere.

"Hai aspettato cinque anni. - mormorò - Ora lo rivedrai."

"Hai sofferto cinque anni - replicai - Ora sistemiamo le cose."

Ci scambiammo un sorriso.
Era pieno di qualunque emozione una persona potesse mai provare, perchè il nostro rapporto era veramente così: indescrivibile, un'amicizia tra ragazze, essendo le uniche donne rimaste alla base per cinque anni interi, una certa professionalità come colleghe, ma soprattutto un rispetto reciproco, un'intesa notevole e un legame affettivo che mi aveva unita a lei più che a qualsiasi altro, un legame affettivo dovuto al fatto che fosse l'unica donna, l'unica a cui potevo parlare di determinati argomenti - come l'evoluzione della mia relazione finita male con Christopher - che di norma non avrei mai rivelato a nessuno.

Quando distolsi lo sguardo, tutti i pensieri sfumarono via. Ma non tutto il rapporto bellissimo che avevo costruito con lei.

"Sette gemme. Quattro squadre. Una possibilità. - iniziò a parlare Steve - Cinque anni fa abbiamo perso. Tutti. Abbiamo perso amici, famigliari, una parte di noi stessi."

Sospirai e chiusi gli occhi per trattenere le lacrime. Perchè i discorsi del Cap mi facevano sempre piangere? 

"Oggi abbiamo la possibilità di riprenderci tutto. - continuò - Prendete le gemme, riportatele qui. Un viaggio di andata e ritorno a testa, senza errori. Non potremo rifarlo. Molti di noi andranno in luoghi conosciuti, ma non vuol dire che dobbiamo sapere cosa aspettarci, quindi prudenza. Questa è la battaglia della nostra vita, e la vinceremo. A qualunque costo. - concluse e, dopo aver scambiato uno sguardo con Tony, mi rivolse un'occhiata penetrante - Buona fortuna."

Non capii i commenti seguenti di Scott e Rocket, ero già troppo concentrata.

Guardai i volti degli altri, a uno a uno, mentre veniva azionata la macchina. Come avrei mai fatto senza di loro?
Cercai di incontrare gli occhi di ognuno, e riuscire a strappare un po' di rassicurazione nei loro occhi.
Trovai fiducia, in sè stessi e nei compagni, e mentre i caschi si chiusero sulle nostre teste, incrociai lo sguardo di Steve.

I suoi occhi cristallini mi guardavano... Colsi una rassicurazione, proprio quello che cercavo.
Lo riporteremo indietro, mi parve leggere.
Non riuscii a captare nessun altro messaggio, perchè il contatto visivo si interruppe: tutti ci rimpicciolimmo ed entrammo nel regno.

Il viaggio ebbe inizio.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora