Chapter 20

839 41 7
                                    

Knocking on Heavens door, RAIGN.

"Credo che sia ora di andare, Grace."

Bruce mi spronò a sincronizzarmi con lui, mentre io ero ancora persa tra i pensieri.
Thanos.
La cosa triste era il fatto che fosse già morto, Thor lo aveva decapitato.
Mi sentivo quasi senza uno scopo. Perchè mi trovavo lì? Cosa mi aveva spinto a fare quel viaggio per sapere che i miei genitori erano stati ammazzati da Thanos e che non avrei potuto più vendicarli?

Poi ricordai Peter, e il rancore sfumò.
Non avrei potuto riportare indietro i miei, ma Peter e gli altri sì. Era una magra consolazione. Forse la migliore seconda possibilità che potessi richiedere.

Annuii.
"Va bene, ma solo un attimo." dissi a Bruce.

Mi voltai a guardare William Hyde, ancora seduto sulla poltrona mentre io e Bruce ci eravamo già alzati da un pezzo.

Sospirai.
"Vorrei poter fare qualcosa per te. - mormorai - Qualsiasi cosa."

Lui sorrise, e scorsi un affetto tipico dei nonni verso i propri nipoti, che consideravano perle preziose in mezzo alla crudeltà che il mondo riservava sempre.

"L'unica cosa che sognavo nella vita era poterti conoscere e parlarti. - replicò - E anche se vieni dal futuro, mi ha fatto piacere, Grace."

"Vorrei che avessimo più tempo. - dissi con rammarico - Sei uno dei pochi membri della mia famiglia che è rimasto in vita."

"Non ho ancora molti anni da vivere, Grace. Questo tempo è stato abbastanza, per tutti e due. Abbi cura di te, - si premurò di dire - e poni rimedio al tuo futuro. So che sei in grado di farlo."

Sorrisi.
Incapace di trattenermi, mi avvicinai e gli lasciai un bacio sulla guancia.
"Grazie nonno." sussurrai, prima di lanciare uno sguardo a Bruce, sincronizzarci e tornare nel Regno Quantico.

****

Mi materializzai sul pavimento trasparente della macchina quantica, e vidi anche gli altri.
Passai a rassegna tutti i volti, sembravano sollevati.

"Mi state dicendo che ha funzionato?!" esclamò al settimo cielo Rhodey, proprio quando i miei occhi si posarono sul volto cupo di Clint.

Qualcosa non andava.
Ricontrollai i volti, e mi si gelò il sangue quando...

"Clint, dov'è Nat?"

... quando Bruce diede voce al mio pensiero.
Nat non c'era, e la cosa mi preoccupava parecchio.

Clint alzò lo sguardo, e i suoi occhi colmi di lacrime intercettano i miei.
Immediatamente capii tutto.
Cos'è Vormir?
È un dominio di morte.
Non era stato Thanos a uccidere sua figlia, ma il suo sacrificio era il prezzo da pagare per la gemma.
Clint e Natasha erano andati su Vormir insieme... il che significava che il sacrificio sarebbe stato o Clint o Natasha.
E visto che Clint si trovava lì, era chiarissimo chi fosse la perdita che avremmo dovuto affrontare, la perdita a cui Clint aveva dovuto assistere.

Anche ai miei occhi fecero capolino le lacrime, come in quelli di tutti gli altri.
Feci tre passi avanti, incurante degli sguardi altrui, e presi un Clint sconsolato e distrutto tra le braccia, mentre sentii Bruce accasciarsi a terra.

Clint non si oppose, sentivo i suoi muscoli tesi nel mio abbraccio, eppure riuscì a posare le mani sulla mia schiena per ricambiare simbolicamente la stretta, poichè non c'era alcuna forza nel suo gesto.
Sembrava una bambola di pezza lasciata libera di cadere.

"Non ho potuto fare niente. - sussurrò con un tono che non gli apparteneva - Si è lasciata cadere e l'ho vista precipitare senza che potessi..."

"Shh. - feci - Sono qui."

Sedemmo sul terrazzo che dava sul mare tutti insieme per raccontarci reciprocamente le avventure, tutti giù di morale.
Ci serviva un attimo di tregua, non potevamo subito agire e schioccare le dita, non quando avevamo appena perso non una persona qualsiasi, ma Natasha, l'unica che desiderava forse più di tutti portare a termine la missione.

Clint mi aveva raccontato a fatica l'accaduto mentre avevamo lasciato le gemme sulla scrivania dell'ufficio che era stato di Natasha e mentre alcuni si curavano le proprie ferite, e a quanto pareva era stato un duello tra loro due, dove entrambi volevano salvare l'altro.
L'arciere non si dava pace e continuava a ripetere che sarebbe dovuto spettare a lui, che lei non aveva fatto nulla mentre lui negli ultimi cinque anni era diventato una assassino.

"Se schiocchiamo le dita, dopo, tu riavrai indietro la tua famiglia. - gli rammentai - È per questo che Natasha lo ha fatto. Ti ha salvato."

"Non c'era bisogno che lo facesse." ribattè.

Annuii.
"Lo so perfettamente. - mormorai - Ora è meglio se ci uniamo agli altri."

Tony inscenò un monologo su come lui e Cap - soprattutto lui, però, Cap aveva solo accettato - fossero stati dei mostruosi geni e fossero riusciti a improvvisare un secondo viaggio nel 1970 dopo aver perso il Tesseract perchè lui voleva una pizza.

"Sei un fottuto idiota." commentò Rhodey.

"No, ti sbagli, sono un fottuto genio perchè ho rimediato." replicò Tony con quel suo sguardo divertito e saccente allo stesso tempo.

"Quindi la gemma dello spazio e della mente ci sono. - ricapitolò Steve - Thor, per voi com'è andata con quella della realtà?"

"Modestamente ho fatto tutto io. - prese la parola Rocket - Mentre lui è stato a fare una consulenza psicologica da sua madre."

"Ehi, modera il tuo linguaggio, coniglio. - lo rimbeccò Thor stappando una bottiglia di birra - Pochi minuti e Malekith l'avrebbe uccisa, avevo bisogno di parlarle."

Clint ripetè agli altri ciò che aveva detto a me, il modo in cui aveva conquistato la gemma dell'anima e il prezzo che avevamo pagato tutti.
All'appello rispose anche la gemma del potere, che aveva recuperato Nebula.
Il fatto che lei non ci fosse perchè era dentro non mi preoccupò granchè: Nebula aveva un indole poco sociale, e spesso spariva per lunghi periodi di tempo quasi senza che nessuno se ne accorgesse.

Rhodey raccontò poi il suo colloquio per prendere la gemma del tempo dall'Antico, mentre Bruce spiegò agli altri il nostro incontro con mio nonno nel 2010.

"Ho scoperto parecchio su di me, - aggiunsi - tipo che il responsabile della morte dei miei è Thanos."

Mi premurai di non tralasciare nulla dell'incontro con mio nonno, raccontai di quanto già sapevo sui miei e di quanto avevo scoperto poi, ossia che non era stato un asteroide a colpire la navicella bensì un chitauro, a zonzo per l'universo poichè Thanos voleva verificarne l'efficacia per il suo piano malvagio di distruzione del mondo.

"Già all'epoca voleva le gemme. - osservò Scott - E ha impiegato così tanto per recuperarle tutte. Cosa stiamo tralasciando noi, che nel giro di un paio di ore le abbiamo prese tutte?"

"Nulla. - intervenne Tony - L'unica differenza con Thanos è che noi abbiamo qualcosa per cui combattere: riportare tutti qui. E ormai stiamo per riuscirci."

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora