Through the eyes of a child, AURORA.
"Posso sapere perchè ti ficchi a capofitto nelle situazioni senza pensare alle conseguenze?" domandò Tony chiudendosi alle spalle la porta della mia camera.
Erano quasi le due di notte, e avevamo terminato la ricerca sulla collocazione spazio-temporale delle gemme.
La mattina, prima della missione, avremmo buttato giù le squadre. Tanto sarebbe stato un lavoro semplice che ci avrebbe occupato solo pochi minuti.Avevamo deciso che sarebbe stato meglio riposare: dopo un saluto generale, ognuno si era ritirato nella propria camera.
Prima che potessi entrare nella mia, Clint mi aveva trattenuta."Vorrei che potessi mettermi in squadra con te. - disse con un sorrisetto sghembo - Così potrei dissuaderti dal fare cazzate e cacciarti nei guai."
Sbuffai teatralmente e sorrisi.
"Come se fossi la solita impulsiva spregiudicata! - esclamai - Credo che in realtà sia il contrario, che sarò io a mettermi in squadra con te per tenerti d'occhio."Lui sorrise. Mi diede una pacca sulla spalla.
"Riposa. Ci vediamo tra qualche ora." concluse, e si ritirò.Anche io mi ero recata verso la mia stanza, e quando avevo fatto per chiudere la porta avevo sentito dei tonfi come dei passi di elefante; riaprendola e mettendo fuori appena la testa, avevo visto Tony salire le scale tre gradini alla volta e fiondarsi sulla soglia della mia stanza.
Avevo riaperto la porta confusa, e mi ero allontanata da essa facendo sì che lui entrasse.
Solo in seguito aveva iniziato a darmi contro a gran voce."Non mi ficco a capofitto nelle situazioni senza riflettere! - smentii la sua accusa - E ci penso bene alle conseguenze."
Lui incrociò le braccia.
"A me non sembra, signorinella. Visto che l'epilogo sarebbe la tua dipartita, direi che non hai pensato proprio a niente.""Troverò un altro modo! - ribattei - E se non lo troverò mi sacrificherò. Una vita non ostacolerà quella di tre milioni e mezzo, signor Stark."
"E come la mettiamo con Peter?" chiese, e a quella domanda cambiò tutto.
"Peter cosa? " domandai calcando la voce per non far notare che mi fermasse, come succedeva sempre quando veniva nominato il suo nome.
"Se lui torna indietro e tu muori... pensi che lui non soffra come hai sofferto tu?"
Non aveva tutti i torti.
Avrei voluto che Peter vivesse, certo, ma non avrei nemmeno voluto sapere vivo ma sofferente e addolorato."È... diverso. - balbettai - Ci penseremo dopo a quello, okay? Ora dobbiamo portarli indietro."
Lui annuì e si tranquillizzò.
"Ci conto che lo faremo. Ma questo argomento non è chiuso qui."Feci di sì, mentre sbadigliai e mi sedetti sul letto.
"Signor Stark?"
Lui mi guardò, gli occhi nocciola pieni di una dolcezza che avevo visto rare volte occupare i suoi occhi: una di quelle, quando il giorno prima, l'avevo visto osservare sua figlia Morgan.
"Cosa ti turba?" domandò.
"E se non dovesse funzionare? - mormorai -E se anche questo tentativo risultasse vano? Non riuscirei a stare senza Peter."
Lui si sedette sul letto al mio fianco.
"Ehi, lo porteremo indietro. Te lo posso assicurare."Rivolsi lo sguardo su di lui, incontrando i suoi occhi.
Mi dava sicurezza sentirlo vicino, e non percepivo quella sicurezza da quando ero stata su Titano con lui, Peter, Strange e i Guardiani.
Da allora, infatti, da dopo la sconfitta contro Thanos, non l'avevo più visto.
![](https://img.wattpad.com/cover/189972330-288-k606706.jpg)
STAI LEGGENDO
𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫
Fiksi Penggemar• SEQUEL di "Avengers: The Ultimatum" • Tempo di ambientazione: Endgame Sono passati cinque anni. Grace continua a struggersi per le perdite accusate contro Thanos, perchè lei stessa avrebbe potuto impedirle. Gli Avengers sono praticamente smantell...