Chapter 30

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Legends never die, League of Legends.

Mi rimisi seduta e allungai le mani dietro di me per poggiarle a terra, in modo da darmi una spinta per rialzarmi.
Tuttavia, però, non riuscii a causa del dolore al fianco, e pertanto restai seduta, osservando un Thanos disarmato che venne avvolto in una nube rossa.

Solo allora capii chi aveva evitato che il titano mi ghigliottinasse.

"Tu... mi hai portato via tutto." sibilò una voce femminile.

Avvolta dall'energia e dai capelli svolazzanti castano-rossicci, Wanda Maximoff avanzò fino a sorpassarmi, puntando le mani verso Thanos.

"Non so nemmeno chi sei." rispose sprezzante egli.

"Lo saprai." ribattè la ragazza, che riuscì a sollevare il Titano da terra con tutta la sua energia.

Riuscì a togliergli l'armatura, e lo scagliò lontano dopo che egli, urlante di dolore, riuscì a colpirla facendole perdere la concentrazione.

Finalmente sole, Wanda mi si avvicinò.
Il sorriso più sincero e amichevole che avessi mai visto comparve sul suo volto.

"Sembra tu mi abbia sostituito alla grande in questi cinque anni." esordì porgendomi una mano, che io afferrai per rimettermi in piedi, dolorante e con una smorfia dipinta sul viso.

"Già, ma ora sembra che tu sia tornata, perciò posso tornare a fare la mia parte." replicai in un sorriso commosso.

Avevo appena ritrovato la mia migliore amica.
Non importava che fossi ferita, che fossimo nel bel mezzo di un conflitto e che saremmo potute morire infilzate come spiedini nel giro di pochi secondi.
Avevo ritrovato Wanda. Stava bene. Tutto era passato in secondo piano.

"Sei ferita." osservò indicandomi il fianco.

"Lunga storia. Non è importante ora." tagliai corto.

Wanda scosse il capo incredula.
"Non molli mai, neanche se ti stai dissanguando. - commentò ammirata - Sono felice di rivederti, amica mia."

Non risposi, piuttosto agii.
Le parole erano superflue e preferivo dimostrare quel che provavo senza doverlo esprimere a parole.
Abbracciai Wanda di slancio, la strinsi una volta per tutti quei cinque anni in cui non avevo potuto farlo.
La mia amica ricambiò, e potei percepire la sua guancia, poggiata alla mia spalla, allargarsi in un sorriso.

Sciolsi l'abbraccio dopo poco.
"Devo trovare Clint con il guanto. Tu intrattieni bene Thanos, in attesa che trovi qualcosa per mozzargli la testa." dissi, prima di rivolgerle un altro sorriso e allontanandomi, tenendo una mano premuta sul fianco ferito.

Con l'altra mano, quella libera, scagliai fuoco a destra e a manca, facendo strada in mezzo alla carneficina che quella guerra stava causando.

Riuscii a farmi strada fino al gruppo dei nostri, e vidi Steve brandire Mjolnir e combattere assieme a Thor, che aveva con sè l'ascia. Alzai le sopracciglia e sorrisi, chiedendomi se l'Apocalisse stesse arrivando o se stessi avendo allucinazioni a causa della mia morte imminente da dissanguamento del fianco.
Nulla di tutto ciò, invece: ero viva e vegeta, più o meno, e ne ebbi la conferma quando sentii la voce irritante di Rocket ordinarmi di stare giù.

Come richiesto, mi abbassai, proprio un secondo prima che venisse sparato il proiettile che uccise un nemico che mi stava per sorprendere alle spalle.

Mi voltai e capii che non era stato Rocket a sparare, bensì quell'uomo che lo stava ospitando sulla sua spalla.

"Grazie per avermi salvato la vita." dissi avvicinandomi a Bucky Barnes.

Il procione saltò giù dalla spalla del Soldato d'Inverno, che mi sorrise e fece per replicare, ma proprio allora qualcosa atterrò violentemente al nostro fianco.

"Non siamo ad un banchetto nuziale, - fece notare il neo arrivato Sam Wilson - siamo nel mezzo di un combattimento. Chiacchierare non è un buon modo per salvarsi la pelle."

Bucky sbuffò.
"Per fortuna che ti ho sopportato solo cinque ore e non cinque anni. - commentò. Si rivolse a me - A proposito, grazie per averci riportato qui."

Strinsi leggermente gli occhi, confusa.
"Non ho fatto tutto io." osservai accennando un sorriso.

"La maggior parte di sicuro." ribattè Bucky.

"Sapete che c'è? Dovresti avere un po' più di fiducia nel tuo migliore amico. - replicai sorridente - È stato coraggioso e ha rimediato, come sempre. In questi cinque anni mi ha tenuto a galla... solo che io ero troppo impegnata a lamentarti e deprimermi per capirlo."

"È comprensibile, avevi perso tanto. - intervenne Sam. Poi sorrise divertito, rivolgendosi a Bucky - Oh, sai Grace, forse Bucky deve dirti qualcosa."

L'interpellato alzò gli occhi al cielo, per niente dello stesso parere del compagno.
"Ti prego, è imbarazzante." disse contrariato.

"Ti ringrazia per averlo riportato indietro anche per un altro motivo... - continuò Sam - Sai, il tuo ragazzo lo ha scambiato per Gesù."

"Wilson, stattene zitto." sibilò l'altro.

Ma io non riuscii a cogliere le successive battute dei due.
Ero focalizzata su 'il tuo ragazzo'.

"Il mio ragazzo?" ripetei con sguardo vacuo.

Sam e Bucky aggrottarono le sopracciglia.
"Sì, quel ragazzino, Parker, no? Non stavate mica insieme?" fece Sam.

Il terreno iniziò a fermarmi sotto i piedi.
"Sam... dimmi dov'è... ti prego. Devo vederlo." sussurrai, sentendomi tremare persino la cassa toracica.

Non era vero.
Non poteva essere vero.
Non era reale.
Peter?
Peter era vivo?
Peter era lì?
Temendo che sarei stramazzata a terra dall'emozione nel giro di pochi secondi, continuai a scuotere il capo per non restare ferma e rischiare il collasso sul campo di battaglia.

"Sarà da qualche parte ad aiutare Stark." rispose Bucky.

Annuii, e alzai una mano tremante.
"G-grazie... - balbettai - Ci si vede dopo."

Abbandonai i due, che tornarono uno a sparare e l'altro a svolazzare nel cielo, e mi recai... non seppi bene dove.
Solo cercai Tony.

Non sapevo dove guardare, perciò cercai in tutto il campo di battaglia, tralasciando la zona di Thanos che era occupata da Wanda che, a quanto pareva, stava dando del filo da torcere al titano.

In quel momento, numerose piccole esplosioni colpirono il campo, e mi obbligarono a fermarmi e ripararmi dietro una montagna di detriti.
Mi toccai il fianco: la ferita era indubbiamente riaperta, poiché sentii caldo e, quando spostai la mano, la scoprii nuovamente rossa scura.

"Dannazione."

Digrignai i denti e mi rialzai, pronta a raggiungere Tony e Peter.
Sul mio cammino incontrai Clint, che correva nella direzione opposta alla mia con il guanto ancora sottobraccio.

"Clint!" urlai per richiamarlo alla mia attenzione.

Lui si voltò e lasciò il guanto a T'Challa, su suggerimento dello stesso, che schizzò via allontanandosi il più possibile.
L'arciere si avvicinò a me e mi domandò:
"Tutto bene? Oh, no. - si rispose da sè - Stai sanguinando ancora... come fermo l'emorragia?"

Con la spada tagliò orizzontalmente un pezzo della sua maglia e me la legò alla vita. Certamente non sarebbe durata a lungo, ma era meglio di niente.

"Devo raggiungere Peter." constatai.

"Cosa? Peter è qui?" chiese.

Io annuii, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Anche Clint allora sorrise.

"Bene. Vai da lui, romanticona, e digli quello che avevamo pensato l'altro giorno. A questi bastardi ci pensiamo noi."

E detto ciò, impugnò l'arco e scomparve nel caos.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora