Chapter 11

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Mad world, Gary Jules.

La porta dell'ufficio di Natasha si aprì, e fece capolino proprio lei.
Vedendomi con gli occhi lucidi, inclinò il capo accennando un sorriso incoraggiante.

"Non prendertela e non credere che non importi nulla se non ti chiedo subito cosa è successo, ma so che hai bisogno del tuo tempo. Mi dirai tu quello che vorrai e quando lo vorrai." disse comprensiva.

Alzai gli occhi verso di lei e le sorrisi.
"Grazie, Nat."

Spostò leggermente lo sguardo per fissare Steve.
"Bruce e Scott hanno fatto funzionare il tunnel. O meglio, Scott ha solo acceso il furgone. - precisò, quindi guardò Kevin e Amélie - Be', noi dovremmo fare le prove per il viaggio nel tempo, e credo che voi possiate prendere due camere libere al piano superiore. Grace, se vuoi loro illustrarle, poi servi anche tu al tunnel quantico."

"Certo. - asserii, quindi mi voltai verso Kevin e Zia Amélie per dir loro di seguirmi, ma trovai entrambi già in piedi, mio cugino con espressione che non riuscii a comprendere appieno - Che c'è?"

"Forse è meglio se noi non stiamo qui... non siamo al sicuro, e ostacoliamo le vostre missioni." disse Kevin.

"No... - replicai ferita - No, perchè? Siete al sicuro, non date fastidio, e..."

"Grace. - mi chiamò Zia Amélie - Non preoccuparti. È stato un piacere rivederti, ma tu ora sei una degli Avengers. La tua vita è qui, e noi siamo il tuo passato. Quando sarà tutto finito, quando saranno tornati tutti indietro, verrai a trovarci quando vorrai. Noi ti aspettiamo."

Annuii.
"Se è quello che preferite, andrà bene anche a me. Vi accompagno alla porta, se desiderate andarvene."

Loro annuirono, e io mi congedai da Steve per accompagnare Amélie e Kevin all'uscita.

"Stammi bene, Grace. Ci sentiamo appena vorrai." disse la zia, baciandomi entrambe le guance.

"Ciao Grace, chiamami non appena avrete fatto questo viaggio nel tempo. Saremo da te subito. - assicurò Kevin - Sia che abbia funzionato, sia che ciò non sia avvenuto. Ti voglio bene."

Mi strinse forte e mi abbandonai ad un abbraccio famigliare, inspirando il profumo di casa e di famiglia di sangue.

"Anche io te ne voglio Kevin. E anche a te, zia Amélie. - interruppi il contatto e salutai entrambi con un cenno - A presto."

Loro sorrisero un'ultima volta prima di voltarsi e incamminarsi lungo il sentiero di ciottolato per giungere sulla strada principale.

Richiusi la porta e mi ci appoggiai, sospirando.
E anche l'armonia di due famigliari accanto è sfumata.

"Grace! Vieni, siamo pronti!" urlò Steve dal garage.

Feci una corsa fino al grande garage - o magazzino come lo si voglia chiamare - e vidi un grande pannello di comandi dietro al quale Bruce stava abbassando e alzando piccole levette.

Natasha, accanto a lui, fissava le porte posteriori del furgone, spalancate per permettere la visuale del tunnel quantico. Sembrava assente e pensierosa.

Steve era ancora in tenuta elegante, e non sembrava essere preoccupato dal fatto che un possibile viaggio nel tempo avrebbe potuto danneggiare la sua camicia bianca attillata, i pantaloni o i capelli ingellati.

Scott stava invece davanti al tunnel con indosso una tuta. Si stava mettendo il casco giusto in quel momento, e sembrava piuttosto agitato.

"Fermatevi un attimo. - esordii alzando le mani come per dire 'Stop!'. Rivolsi l'attenzione interamente su Bruce: d'altronde, era l'unico a sapere veramente quello che stava facendo - Cosa dovrebbe accadere esattamente? "

Bruce finì di smanettare al pannello e alzò gli occhi su di me sorridendo e sistemandosi gli occhiali sul naso.

"Grazie al tunnel, manderemo Scott indietro di una settimana per un'ora, e lo faremo tornare qui in dieci secondi." spiegò.

Io assottigliai gli occhi voltandomi verso Scott dubbiosa.

"Vedi? - fece Scott indicandomi e guardando Bruce - Anche lei crede che sia una perfetta idiozia!"

"Non lo è. - ribattè Steve incrociando le braccia - Buona fortuna, Scott. Ce la farai."

Scott sembrò illuminato dal carisma di Steve, e quindi si ritrovò a sorridere e annuire.
"Ce la farò, Captain America!" esclamò, prima di scomparire nel tunnel.

Passai i successivi due minuti con un tremendo male al torace e una paura incalcolabile: Bruce aveva fatto quattro tentativi per riuscire a riportare indietro Scott, dopo che era diventato bambino, neonato e pure anziano.

Steve aveva scosso il capo sconsolato, Natasha sembrava non aver mosso un muscolo, mentre Scott era decisamente turbato e incredulo per essere tornato indietro tutto intero.

Era troppo pericoloso, aveva ragione Tony, e anche questa possibilità sembrava sfumata.

Uscii a prendere una boccata d'aria, distrutta.
Non potevo crederci. Ci eravamo andati così vicino, avevamo toccato con un dito quella possibilità di far tornare tutto come prima, e invece...

Il flusso dei miei pensieri si interruppe quando udii il rombo del motore di una macchina lanciata a tutta velocità.

Alzai gli occhi perplessa e vidi una macchina nera sgommare ed immettersi sul viale che portava alla porta di ingresso, sulla cui soglia mi trovavo io.

La macchina si avvicinò e quando fu nel cortile distinsi i quattro cerchi del marchio Audi.
L'auto si fermò davanti a me.
Quando abbassò il finestrino, Tony Stark si mostrò ugualmente sereno come lo era il giorno prima, e portava un paio di occhiali.

"È bello vederti." mormorai ancora con l'umore a terra.

"Vorrei poter dire lo stesso di te. - replicò. Scese dalla macchina e chiuse lo sportello - Che c'è, non ha funzionato, vero? È diventato un neonato? O un vecchietto decrepito?"

Alzai le sopracciglia.
"Veramente entrambi."

"Oh, lo immaginavo. Be', ma direi che ora sono qui, perciò tutti i problemi sono risolti." disse con il suo solito egocentrismo.

Sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi. Dimenticai l'esperimento andato storto per sputare con veleno:
"Certo, perchè tu sei Tony Stark e puoi tutto, vero? Fino ad ora hai passato cinque anni a pensare appena per te."

"Già, ma ti dimentichi che prima di questi ne ho passati dieci a salvare vite andando in giro con la mia armatura fiammeggiante. E sai, - aggiunse recandosi al portellone posteriore della macchina - non ho intenzione di fermarmi. O almeno, mi fermerò solo dopo questa missione."

"Il viaggio nel tempo è da escludere, il tunnel è danneggiato oppure Bruce è imbranato in quel campo. - dissi - Siamo fottuti, non ci sono altri modi."

"Si dà il caso - iniziò alzando leggermente la voce per sovrastare i miei sbuffi - che io abbia la soluzione."

Alzò il braccio e mostrò una specie di bracciale metallico che portava al polso.
Lo guardai assottigliando gli occhi perplessa.

Lo indicai.
"Quello sarebbe...?"

"Un GPS spazio-temporale. Un bracciale per ognuno di noi, con opzione per inserire coordinate spaziali e temporali. È da associare alle particelle Pym di cui parlava Lang."

La tristezza dal mio volto svanì quando mi resi conto che Tony aveva trovato un'altra possibilità concreta.
Sorrisi e scossi il capo.

geniale, signor Stark!" esclamai.

"Lo so, infatti proviene da me." borbottò fiero.

Lo ignorai e aprii la porta.
"Parcheggia pure, vado ad annunciare agli altri che sei arrivato."

"Riuniremo tutta la squadra, giusto?" domandò.

"Ci stiamo lavorando, sì." risposi.

Subito dopo mi fiondai dentro la base, non prima di sentire la voce di Tony esclamare:
"Come farebbe il mondo senza di me!"

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐋𝐚𝐬𝐭 𝐖𝐚𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora