gelosia.

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febbraio 2015

Quella sera faceva un freddo tremendo, ma nonostante questo ci incontrammo sul tetto, come al nostro solito.

"Eccomi, scusa per il ritardo."

"Ti pare." sorridesti, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia. "Sto per rotolare, ho mangiato come un maiale a cena."

"Ma non mi dire." ridacchiai, per poi accennare un sorriso e voltarmi verso di te. "Ho una bella notizia per te."

"Dimmi tutto."

"Ho mollato Matteo."

"Non è una... okay sì, lo è." esclamasti, non nascondendo minimamente la tua gioia. "Come mai? Non me ne hai manco parlato."

"Non sentivo più trasporto verso di lui. Era come se non provassi nulla. L'altro giorno un ragazzo mi ha fatto un complimento e mi fa ha fatto piacere, prima avevo occhi solo per lui e un episodio del genere non mi avrebbe toccato. Invece mi ha fatto molto piacere." ti spiegai, mentre tu sembravi più felice che mai. "Poi non mi va più di essere impegnata, al momento."

"Hai fatto bene." dicesti, per poi portare il braccio sulle mie spalle. "Ed io ne sono felice."

"Ma dai."

"Guarda che è così. Quello non mi piaceva per niente, è meglio se non ci stai più insieme." sospirasti, per poi prendere l'erba dalla tasca ed accennare un sorriso.

"Sì, ormai mi annoiavo e non provavo più nulla." ammisi, appoggiando la testa sulla tua spalla.

"Meglio così. Sono contento."

"Lo so."

"Davvero molto contento."

"Ma sei contento solo perché è lui?" ti chiesi, voltandomi verso di te, che sembravi pensieroso.

"Non so, forse sarebbe lo stesso con altri ragazzi." mormorasti, per poi ricambiare il mio sguardo. "È normale che io sia un po' geloso, no?"

Non volevo ammetterlo, ma io stessa ero gelosa di te. Forse ero troppo orgogliosa per ammetterlo e quindi feci finta di niente.

"Io... non lo so."

"Vabbè, si insomma... è normale." sospirasti, per poi fare la mista ed accennare un sorriso. "Intendo solo dire che per te voglio un bravo ragazzo che ti piaccia. Penso sia normale."

"Credo di sì."

"Poi ammettilo, era alto quanto te." scherzasti, facendomi ridere.

Sapevo bene che ti stavi pentendo di aver iniziato a parlare di quell'argomento e stavi cercando in tutti i modi di cambiare discorso.

"Tu mica sei così alto." ti ricordai, colpendo un tuo punto debole.

Avevi sempre avuto la fisima dell'altezza, poiché non arrivavi al metro e ottanta, anche se a mio parere andavi bene così.

"Vabbè, sono comunque un po' più alto di te."

"Ammò stavo scherzando, lo sai."

"Certo che lo so." sorridesti, per poi darmi una gomitata e finire di chiudere la canna. "Quindi ora che sei libera potresti uscire con Peppe."

"Non avevi detto che sarebbe stato strano?" dissi, mentre tu annuivi con convinzione.

"Infatti sì, non uscirci. Per carità." sbuffasti, per poi accendere il joint e passarmelo. "Poi è pure alto quanto Matteo! Non farlo."

"Non te ne va mai bene nessuno!" esclamai, mentre tu ridacchiavi.

"La mia approvazione è importante."

"E Paolo lo trovi carino?" ti chiesi, nominando un ragazzo che veniva a scuola con me e che mi aveva scritto su Instagram qualche giorno prima.

"È un coglione." dicesti, mentre ti ripassavo la canna in mano. "Non riesco a trovare nessuno che sia abbastanza per te, che non sia io."

E allora perché non tu?

Ripensando a questa sera, ma non solo, mi chiedo perché non ci abbiamo provato. C'era tutto tra di noi. Chimica, attrazione fisica, parlavamo di tutto e stavamo bene.

Lù, perché non ci abbiamo provato?

"Ah sì?"

"Certo. A meno che non trovi uno con la mia stessa capa, non mi piaceranno." mormorasti, per poi farmi l'occhiolino.

Nessuno ha la tua stessa capa, e lo sapevi anche tu. In qualche modo sapevo che mi stavi dicendo che eri quello giusto.

"Spero di trovarlo allora."

"Lo troverai." sorridesti, per poi ripassarmi la canna. "Se va male ad entrambi ci mettiamo insieme."

"Facciamo come quelli che pensano di essere single a vita?!" esclamai, mentre tu ridevi sotto i baffi, sempre più convinto del tuo piano.

"Sì. Se a trent'anni non abbiamo trovato nessuno ci sposiamo noi due." mi dicesti, per poi scrollare le spalle ed appoggiare la testa sulla mia spalla. "Poi è improbabile che divorzieremo, andiamo troppo d'accordo."

"Non siamo neanche sposati e già pensi al divorzio?! Inizi male." scherzai, mentre tu annuivi.

"Scusa amore, non lo faccio più, giuro." ridacchiasti, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia. "Comunque credo di essere geloso sul serio."

"C'ero arrivata." ammisi, per poi prendere il tuo braccio e posarlo sulle mie spalle, stringendomi a te.

"Tu non lo sei, nemmeno un po'?"

Non volevo ammetterlo, ma visto che tu eri stato sincero con me, decisi di esserlo anche io.

"Sì, un po' sì."

"E tu che dicevi che non lo sapevi!" esclamasti, dandomi una gomitata, mentre io sorridevo e mi coprivo il volto con le mani, essendo diventata rossa come un peperone. "Vedi, è normale esserlo."

"Eh allora sì."

"E di chi?" domandasti, facendomi voltare verso di te, per poi prendermi le mani, affinché ti guardassi negli occhi.

"Come?"

"Di chi eri gelosa."

"Letizia, penso." mormorai, per poi mordicchiarmi un'unghia ed accennare un sorriso.

"E basta?"

"Sì? Non lo so, penso solo di lei. Con le altre non provi a legare." ammisi, mentre ti buttavi su di me, facendomi stendere per terra.

"Vita mia tu sei l'unica, lo sai." esclamasti, per poi prendermi il viso tra le mani e sorridere. "Nessuna sarà mai come te." dicesti, per poi lasciarmi qualche bacio sul volto. "Mai, nessuna!"

Ora non chiedermi perché, ma quando ti penso ho quasi sempre in mente la stessa frase, e sono alquanto sicura che questa sia dedicata a me.

Lei vuole solo scoparmi, solo tu sai controllarmi.

"E nessuno come te."

Ed è così, nessuno è mai stato come te.

Ricordi? | Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora