un casino?

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aprile 2015

Ti ricordi di quella sera? Forse no, perché eri completamente andato ed avevi bevuto di tutto. Bene, ci penserò io a ricordarti tutto.

Era il tuo diciassettesimo compleanno ed eravamo andati in un club sul lungo mare a festeggiare insieme agli altri del gruppo. Ci eravamo divertiti tantissimo, soprattutto tu, visto che fu un'impresa portarti via dal locale.

Con Lollo e Francesco decidemmo che sarebbe stato meglio se non avessi dormito a casa tua e farti vedere strafatto dai tuoi genitori. Quindi ti portai da me, che avevo casa libera, visto che mio padre avrebbe dormito a casa di Marika, che era diventata ufficialmente la sua compagna.

Mi era toccato persino guidare il tuo motorino, poiché tu non eri davvero in condizione. È stata un'impresa anche portarti dentro casa, dal momento che non la smettevi di ridere e ballare, come se niente fosse.

Non te l'ho mai detto, ma mi divertivo da morire a sentire i tuoi strani discorsi da ubriaco, ancor di più se lo eravamo entrambi.

Non so perché non ti ho mai parlato di alcune cose che pensavo, con te parlavo di tutto ma su certe cose rimanevo comunque imbarazzata e silenziosa. Avrei dovuto parlarti di tutto, anche delle cose più sciocche e dolci, senza farmi troppi problemi. Con te era tutto diverso.

"Ma pensa te se ti devo riportare a casa da ubriaco e strafatto. Ma poi quanto cazzo pesi!" sbuffai, mentre aprivo la porta di casa mia. "Ah boh."

"Eh amore mio, ti tocca." ridacchiasti, mentre io ti trascinavo verso la mia stanza. "Voglio bere un altro po'."

"Non ci pensare neanche."

"Dai." sbuffasti, facendo finta di pregarmi. "Ti prego, un altro pochino. Solo un altro drink."

"No, levatelo dalla testa."

"Va bene." sospirasti, una volta che ti feci sedere sul mio letto. "Faccio tutto quello che mi dici."

Solo tu sai controllarmi e ammazzarmi.

Era sempre stato così, ti avevo sempre detto qual era il meglio per te, arrivando al punto che ti fidavi di me ad occhi chiusi. Avevo un potere enorme sulle tue decisioni, qualsiasi cosa io dicessi per te era legge. Forse ti fidavi fin troppo.

"Bravo amò." sorrisi, per poi passarti un cambio. "Dimmi se devi vomitare."

"No amò, va tutto bene." ridacchiasti, mentre ti sfilavi la maglietta e ti cambiavi anche i pantaloni, come se fosse niente, ed appunto per questo mi voltai, dandoti un po' di privacy. "Sto davvero una favola, mai stato meglio di così."

"Amò, io mi vado a cambiare, dammi un attimo." mormorai, per poi andare in bagno a mettermi il pigiama e tornare da te. "Bel compleanno eh, non ti ricorderai nulla domani." scherzai, mentre sistemavo il letto.

"Sarà comunque il migliore di tutti i tempi, so sincero." ridacchiasti, per poi sbadigliare e guardarmi. "Fino ad ora. L'anno prossimo farò anche di peggio."

"Ma smettila, peggio di così non potresti fare."

"Ne sei sicura?"

"Dai vieni, mettiti a dormire ora." dissi, mentre ti stendevi sul letto, per poi poggiare la testa sulle mie gambe.

"Amò, stavo pensando."

"Dimmi."

"Devo vomitare, cazzo." sbuffasti, per poi tirarti su, mentre ti accompagnavo in bagno. Vomitasti di tutto e restammo là per circa dieci minuti, appoggiati entrambi alla tazza del water. "Grazie Ale."

"Figurati." mormorai, mentre ti sciacquavi la bocca, per poi tornare con me in camera. "Mo mettiti a letto, dai. Io vado in camera di papà." sospirai, facendoti sbuffare.

"Resta qui."

"Lù..."

"Dai, resta." mormorasti, mentre ti infilavi sotto le coperte. "Che poi non mi addormento senza di te. Ti prego."

Sapevo bene a che cosa saremmo andati incontro se avessi accettato. Tu eri ubriaco ed anche appiccicoso, io avevo il debole per te ed avevo voglia di saltarti addosso. In parte lo sapevi e lo volevi anche tu. Ed è proprio per questo che decisi di restare.

Ancora ad oggi non me ne pento.

"Va bene." dissi, prendendo posto al tuo fianco. "Basta che non mi vomiti addosso eh."

"No, ho già dato, stai tranquilla." ridacchiasti, per poi portare una mano sui miei fianchi ed accarezzarmi la guancia con l'altra mano libera. "Pensa quanto sarebbe bello."

"Cosa?"

"Stare tutte le notti così, insieme." mormorasti, per poi avvicinarti sempre di più.

Va a finire sempre così quando siamo io e te.

"Addirittura?"

"Sì."

Questa volta mi ricordo con certezza chi fu il primo ad iniziare. Ti scagliasti sulle mie labbra con foga, portando le mani sotto alla mia maglietta, mentre io allacciavo le gambe attorno al tuo bacino.

Ribaltai la posizione, mettendomi a cavalcioni su di te, che sembravi avermi lasciato il comando.

Eravamo consapevoli che il nostro bellissimo rapporto d'amicizia era andato a farsi fottere, ma ormai era impossibile rimediare. Non era più amicizia, tutto si era complicato, ma eravamo più uniti che mai, e ci andava bene.

Tu ti sei mai chiesto perché ad ogni scusa buona ci trovavamo l'uno appiccicato all'altro? Io sì. Avremmo dovuto provarci, Lù, e lo sai pure tu.

Quella notte ci saremmo spinti oltre il limite, se non fosse per il fatto che eravamo entrambi stanchissimi e tu eri ubriaco perso. Forse era meglio così, sarebbe stato un peccato.

"Cazzo, probabilmente domani non me lo ricorderò neanche. Mi pento di aver bevuto così tanto ora." mormorasti sulle mie labbra, per poi portare le mani sul mio sedere ed accennare un sorriso, dando fine al nostro bacio passionale. "Sarà un peccato, mi dispiace."

"Non ti preoccupare Lù, è tutto okay." dissi, rotolando al tuo fianco, per poi portare una mano sul tuo addome ed accarezzarlo con calma. "Non c'è problema."

"Vorrei ricordarlo."

"Già te ne ricordi uno."

"Non credi che stiamo facendo un casino?" mi chiedesti, voltandoti verso di me, per poi guardarmi negli occhi ed accarezzarmi un fianco. "Non che non sia bello ciò che c'è, forse domani dovremmo parlarne."

Ero felice di sapere finalmente cosa pensassi, ma sapevamo entrambi che non ne avremmo più parlato. Era meglio così. Nessuno dei due avrebbe avuto il coraggio di iniziare il discorso e non volevamo complicare o rovinare le cose. Alla fine, si trattava solo di un paio di baci, no?

Fossero stati solo quelli...

"Dai mo dormi, poi ci pensiamo." mormorai, per poi accarezzarti una guancia ed accennare un sorriso.

"Vieni qua." sussurrasti, stringendomi con forza.

"Buonanotte Lù."

"Notte amore."

Ricordi? | Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora