l'ultima notte.

2.3K 118 16
                                    

agosto 2016

Ti ricordi la mia ultima sera?

Quella volta avevamo deciso di fare nottata per goderci al meglio le ultime ore. Avevamo preso la pizza e qualcosa da bere, infine ci eravamo messi su un telo. Era molto improvvisato, forse un po' squallido, ma si stava comunque bene.

Era tutto molto strano, te lo ricorderai, entrambi sembravamo un po' più silenziosi. Eravamo tesi ed anche parecchio freddi, come se non sapessimo cosa fare o cosa dire. Non avevamo capito però che quelli sarebbero stati i nostri ultimi momenti e che sarebbe stato uno spreco passare l'ultima sera in quel modo.

Nessuno dei due sapeva come animare la serata, o perlomeno nessuno riusciva a trovare un'alternativa a quel silenzio logorante ed insopportabile.

Dopo avermi fatto sentire la tua nuova canzone, Nisida, avevamo passato la maggior parte della sera ad ascoltare un po' di musica, stesi sul telo e ad osservare le stelle.

"Stai pensando a me?" mormorasti, di punto in bianco, mentre io sorseggiavo un po' d'acqua.

"No." mentii, per poi schiarirmi la voce. "Sto solo guardando le stelle, niente di più."

Dici 'no' ma ti manco e lo so.

"Tu stai bene?" ti chiesi, mentre tu iniziavi a girare l'ennesima canna della serata.

"Sì, tutto apposto Ale." dicesti, con lo sguardo basso. "Tu?"

Dico 'sì, tutto apposto' ma boh.

"Anche io."

"Bene."

"Perché non stiamo parlando?" domandai, mentre tu ti voltavi verso di me.

Probabilmente anche tu stavi pensando la stessa cosa, non era da noi comportarci in questo modo. Ogni scusa era buona per parlare, anche di cazzate, e due come noi non stavano mai in silenzio.

"Io... non lo so." sospirasti, per poi passarmi la canna ed accennare un sorriso. "Solo... è strano."

"Senti, è la nostra ultima sera. Non ho intenzione di passarla in silenzio, quindi troviamo qualcosa da fare." dissi, mentre tu annuivi con convinzione.

"Vieni qui, dai." sussurrasti, per poi prendermi per i fianchi, facendomi stendere su di te, mentre davamo vita ad un bacio passionale.

Non so perché, ma forse era sul serio il momento giusto, me lo sentivo.

Lù, io ad oggi continuo a non pentirmi di nulla di ciò che è successo quella sera.

Ribaltasti la situazione, mentre io ti sfilavo la maglietta, non staccandomi neanche un attimo dalle tue labbra.

"Amò ne sei sicura?" ansimasti, già affaticato dal caldo afoso di metà agosto.

"Sì."

Fu imbarazzante e strano, almeno all'inizio, ma allo stesso tempo era tutto naturale, come se l'avessimo fatto già altre mille volte.

Era bellissimo, non avrei mai pensato di potermi sentire così felice e in pace con il mondo come in quel momento. Era come se fossimo un corpo ed un'anima sola, ed io avevo aspettato per anni di sentirti così tanto vicino che non mi sembrava vero. Averti solo mio per una notte. Forse era tutto troppo perfetto, ma quella notte fu indimenticabile e davvero bellissima.

Ti ricordi quando parlammo delle emozioni che avrei dovuto provare? Forse è stupido dirlo ora, ma le ho provate.

"Perché sorridi?" ti chiesi, mentre tu continuavi a sorridere come uno scemo.

"Sono solo felice amò." mormorasti, con gli occhi che ti brillavano.

Avrei voluto chiedertelo, ma credo che anche tu le abbia provate quelle emozioni.

"Sono solo molto felice..." continuasti, per poi lasciarmi un bacio sul collo ed accennare un sorriso. "...di stare qui con te. È stata una bella serata."

"Hai ragione." dissi, per poi lasciarti un bacio a fior di labbra. "Che ore sono?"

"Le quattro." mormorasti, mentre io appoggiavo la testa sul tuo petto. "Hai sonno?"

"Un po'."

"Mettiti giù, ti sveglio quando è l'alba." dicesti, per poi stringermi, mentre io mi addormentavo tra le tue braccia. "Dormi amore mio, e non ci pensare."

Una volta che fu mattina mi stringesti con forza, per l'ultima volta, ed entrambi scoppiammo a piangere. Mi dispiaceva che tu stessi così per me, ma non c'era più nulla da fare.

Quando fu ora di partire, dopo pranzo, scesi in piazzetta, dove incontrai Lorenzo, Peppe e Francesco, visto che il giorno prima non avevo fatto in tempo a salutarli. Erano venuti, per me.

Avrei voluto che tu fossi lì con noi, a darmi un ultimo abbraccio e a salutarmi un'ultima volta. Ma tu non c'eri.

Adesso non so se non sei venuto perché stavi male o perché non volevi piangere di nuovo, ma comunque avresti potuto esserci. Sapevi che ci tenevo.

E comunque non saresti stato l'unico a piangere, visto che persino Lollo si era lasciato andare.

Non so, ma d'istinto alzai lo sguardo, per dare un'ultima occhiata a quello che ormai era diventato il mio ex palazzo, e ti vidi. Stavi in balcone, appoggiato con gli avambracci sulla ringhiera e con una sigaretta in bocca, ma avevi lo sguardo basso.

Volevi esserci, ma non avevi il coraggio di guardarmi.

In quel momento speravo solamente che tu posassi lo sguardo su di me, per un'ultima volta. Volevo solo quello.

Magari è come dici tu, in tutte le canzoni che hai scritto, no?

Vabbene così, manco ti guardo se passi, doveva andare così.

Ma va sul serio bene?

Volevo solo che tu mi guardassi un'ultima volta, un accenno di sorriso. Ma niente. Volevo riguardare quegli occhi scuri che mi avevano fatto innamorare praticamente dal primo momento, ma erano fissi per terra.

Abbassai anche io lo sguardo, era inutile continuare ad aspettare qualcosa che non sarebbe successo.

Mo se passi manco ci guardiamo.

Il tuo atteggiamento mi ha fatto davvero male, stavo ancora peggio.

Speravo solo che tu non avessi superato il tutto nel giro di una notte. Eppure sembrava così, visto che stavi facendo finta di nulla.

Faccio finta non mi manchi, tanto tutto passa, faccio finta vada bene, tanto tutto passa.

Ma forse non era così, visto che a distanza di due anni parli di me nel tuo disco.





































settembre 2018

Ripensare a tutto mi ha fatto venire i brividi, credo di essermi fermata per almeno un'ora, e pensare che ci abbiamo passato notti intere.

Ho passato l'intera adolescenza con te, su questo tetto.

Stare qui è emozionante e se chiudo gli occhi quasi mi ricordo la tua voce roca, quando mi salutavi e ti scusavi per il ritardo, ogni santa volta.

Vorrei davvero tornare a tre anni fa e vorrei non averti perso.

Forse dovrei sul serio tornare dentro casa, è inutile aspettarti o continuare a deprimersi, pensando a ciò che è stato e a ciò che non siamo.

Ripensandoci, la nostra è una storia di baci rubati, notti insonni e mille discorsi sul futuro. È travolgente, che lascia senza parole e che purtroppo è finita di colpo.

Ma lo è sul serio?

Ricordi? | Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora