la scelta è tua.

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settembre 2015

Quell'estate, secondo me, fu la migliore in assoluto, anche se nessuno dei due sapeva che quella sarebbe stata praticamente l'ultima che avremmo passato insieme.

Ma ci pensi? Mi sembra ieri, e invece sono passati già tre anni. Tutto andava bene e non ci mancava davvero nulla.

La nostra routine estiva era sempre la stessa, quando non andavamo al mare uscivamo al centro. La sera non si faceva altro che stare in piazza o andare da chiunque avesse casa libera, quindi quasi sempre da Lollo. Sennò, quando avevamo abbastanza soldi andavamo a ballare.

Ti ricordi di quel giorno?

Tu e Peppe avevate iniziato a fare musica insieme ed avevate appena contattato Diego, in arte Izi, che era venuto per fare una canzone con voi. Era un ragazzo genuino, sempre con la battuta pronta ma anche molto intelligente.

Proprio come Gionata, chi avrebbe mai detto che anche lui sarebbe arrivato così in alto?

Mi vengono i brividi al solo pensiero, ho visto tutti e tre all'inizio della vostra carriera, ed ora siete tra i rapper più conosciuti ed amati in Italia.

Avevamo appena riaccompagnato Diego alla stazione ed eravamo tornati sul tetto del nostro palazzo, giusto in tempo per vedere il tramonto, dopo aver passato la giornata intera in studio.

"Sono stanchissimo."

"A chi lo dici." mormorai, per poi prendere il pacchetto di sigarette e passartelo. "Diego è molto simpatico, mi piace."

"Sì, è vero." sorridesti, mentre portavi un braccio sulle mie spalle. "Ha detto che tornerà a novembre per chiudere il singolo e per fare il video."

"Sono convinta che andrà bene. È molto bravo."

"Domani inizi scuola, no?"

"Sì, quest'anno ho persino la maturità." sospirai, per poi scrollare le spalle, facendomi prendere dalla malinconia. "Sembra essere volato il tempo, no?"

"Già, quando ci siamo conosciuti eravamo dei bambini in confronto ad ora." sussurrasti, per poi appoggiare la testa sulla mia spalla. "Hai già pensato all'università?"

Qualche giorno prima mamma mi aveva chiamato, proponendomi di raggiungerla a Firenze l'anno successivo. Mi aveva detto che le avrebbe fatto piacere se l'avessi raggiunta e avrei potuto fare l'università lì, anche perché era giusto che passassi un po' di tempo anche con lei.

Figuriamoci, ero agitata per la maturità, di sicuro l'ultima cosa a cui stavo pensando era l'università, ma prima o poi avrei dovuto pensarci.

Era inevitabile.

"Niente di concreto, ancora non so che cosa fare. Sono un po' indecisa." mormorai, per poi abbassare lo sguardo. "Mamma mi ha detto che posso andare da lei, se voglio. A Firenze non dovrebbero essere male."

"Meglio di Salerno sicuro." sospirasti, cercando di non appesantire il tutto.

"Tu sei agitato?"

"Quarto anno nella privata? Nah, per niente, anche se non ho molta voglia, ecco." ridacchiasti, per poi scrollare le spalle. "Non sarò mai preoccupato per la scuola."

Restammo in silenzio per un po', ad ascoltare del rap americano, mentre io pensavo al futuro. Sarebbe stato davvero l'ultimo anno che avrei passato a Salerno?

Il tempo sembrava essere volato e già stavo in quinto.

"Stai pensando sul serio di andare a Firenze l'anno prossimo?" mormorasti di punto in bianco.

A quanto pare non ero l'una a pensarci.

"Non lo so, non voglio lasciare Salerno, e neanche te." ammisi, per poi abbassare lo sguardo.

"La scelta è tua, Ale."

"Sì, però..." sbuffai, per poi mordicchiarmi un'unghia e scrollare le spalle.

"Non puoi scegliere in base agli altri, se vuoi andarci ci vai. Qua si parla di te, non di nessun altro. Men che meno di me, okay?" esclamasti, prendendomi il volto tra le mani, affinché ti guardassi negli occhi.

"Non lo so."

"Poi hai tempo, non pensarci troppo ora."

"Hai ragione." mormorai, per poi prenderti per mano. "Non mi va di parlarne."

"Neanche a me, per niente." sospirasti, accennando un sorriso non molto convincente.

Sapevo che eri del tutto contrario all'idea, ma a differenza del solito, non stavi cercando di farmi cambiare idea, tutt'altro.

Hai sempre voluto il mio meglio, nonostante questo comportasse avermi lontana.

Te lo leggevo negli occhi, stavi soffrendo alla sola idea che io me ne andassi, ma cercavi di mantenere la calma.

"Andiamo al mare, domani pomeriggio?"

"Certo." mormorasti, per poi alzarti in piedi ed accarezzarmi una guancia. "Io piuttosto ora devo andare a prendere l'erba per la festa di sabato."

"Stai attento." ti dissi, alzandomi, per poi prenderti le mani tra le mie ed accennare un sorriso.

"Sì, non ti preoccupare." sorridesti, per poi stringermi con forza, lasciandomi qualche bacio tra i capelli. "Sai che ho smesso di fare stronzate, te l'ho promesso."

Mi avevi raccontato che quando eri piccolino ne avevi fatte di tutti i colori e che non ti tiravi mai indietro quando si trattava di guai, risse o stronzate varie. Anche quando ci eravamo conosciuti continuavi a farle, fino a quando non riuscisti a mettere la testa a posto. E per fortuna.

"Lo so." mormorai, per poi accarezzarti il volto. "Allora ci vediamo dopo?"

"Certo amò, alle nove." ridacchiasti, per poi abbassarti e prendermi sulle spalle, mentre io scoppiavo a ridere.

"Oddio."

"A dopo baby." mormorasti, per poi riportarmi per terra e lasciarmi un bacio sulla fronte.

"Baby?"

"Sì. Ciao amò."

"Ciao Lù." dissi, per poi accarezzarti una guancia.

Sembrava tutto perfetto, no? Eravamo così felici.

Ricordi? | Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora