Roma.

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maggio 2015

Ho saputo che la tua canzone preferita del disco è 20. Mi è capitato di leggere in un'intervista, ed hai detto che piangevi mentre la registravi. 20 sei tu, ti rappresenta a pieno, e piace molto anche a me.

La mia preferita invece è Forte e Chiaro. Probabilmente già lo saprai, te lo puoi immaginare. Anche Uno squillo non è male, tutt'altro, ma mi fa piangere quasi tutte le volte, quindi cerco di ascoltarla il meno possibile. Entrambe mi fanno emozionare, molte frasi parlano di me, di noi e altre le hai scritte quando stavo ancora a Salerno.

Sei ovunque Lù. Ormai tutti ti conoscono, Tesla è il tormentone dell'estate e il tuo disco d'esordio sta facendo dei numeri pazzeschi. Purtroppo anche Uno Squillo è una hit ed è ovunque. Sei l'idolo di tantissimi ragazzi ed hai portato in alto il nome della città. Chissà se sei rimasto sempre lo stesso. Credo di sì, o almeno lo spero.

Ti ricordi di quando siamo andati a Roma?

La scuola era quasi finita, così mi convincesti ad accompagnarti a Roma insieme agli altri per un weekend, visto che volevi partecipare ad un contest, che avevi vinto tra l'altro, portando a casa ben duecento euro.

Stavamo andando di corsa a prendere la metro B per raggiungere Roma Termini, ma tu sembravi aver qualcosa di meglio da fare, nonostante avessimo i minuti contati.

"Amò di fretta una foto." esclamasti, per poi prendermi per un braccio e dare il tuo cellulare a Lollo.

"Ma è tardi."

"Muoviti dai, non ne abbiamo una decente. Poi è d'obbligo farla con il Colosseo." mormorasti, per poi metterti seduto su un muretto, mentre prendevo posto tra le tue gambe. "Sei bellissima amò." sussurrasti, per poi appoggiare il mento sulla mia spalla e stringermi.

"È venuta bene?"

"Siete bellissimi entrambi, un amore." ridacchiò Lollo, per poi sistemarsi gli occhiali da sole sul naso.

"Faccene un'altra fra, dai." mormorasti per poi prendermi in braccio, facendomi sedere su una tua gamba. "Grazie."

"Mo possiamo andare?"

"Certo."

Non so se per fortuna o per altro, riuscimmo a prendere il treno che ci avrebbe riportato a casa giusto in tempo.

Mentre gli altri stavano parlando e scherzando tra loro tu prendesti il cellulare tra le mani e mi mostrasti tutte le foto.

"Guarda questa com'è bella, siamo venuti bene entrambi. Incredibile."

"Piace anche a me." mormorai, mentre iniziavi a smanettare anche sul mio cellulare.

"La metto come sfondo."

"Anche io." dissi, per poi riprendere tra le mani il mio cellulare. "È bellissima."

"Molto." sorridesti, lasciandomi un bacio sulla guancia. "Anche l'unica che abbiamo."

"Sai, sono molto fiera di te, sei stato bravissimo ieri." mormorai, per poi prendere una felpa dallo zaino ed infilarmela. "Davvero, hai spaccato."

Eri bravo già a quei tempi, il salto di qualità l'hai fatto dopo Sulamente Nuje, ma già scrivevi belle strofe. C'era del potenziale e lo sapevi anche tu. Proprio per questo eravamo tutti sicuri che saresti arrivato lontano.

"Eddai." sospirasti, per poi diventare rosso ed abbassare lo sguardo.

Da quando in qua ti imbarazzavi così facilmente?

"Non ti imbarazzare, sono io." ti canzonai, meritandomi un'occhiataccia.

"Non usare le mie frasi contro di me." sbuffasti, per poi portare un braccio sulle mie spalle. "Non è giusto."

Ricordi? | Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora