Seduto in veranda coperto dal sole caldo di luglio, con in mano un succo alla pesca ghiacciato e i miei bellissimi nipotini che giocano tutti insieme in giardino sotto il mio sguardo attento, sento che non mi manca niente. In questo momento, col vento tra i riccioli corti, chiudo gli occhi per godermi le risate lontane dei bambini che si rincorrono felici.
Hai vissuto a pieno la tua vita Harry Edward Styles, è arrivato il momento di goderti la vecchiaia, senza più pensare alla fama e al successo che ti hanno dato gli anni passati in tour.
< Nonno! Guarda cos'ho imparato! >
Emma corre verso di me tirandomi per un braccio.
< Piano tesoro! Nonno si è fatto vecchietto. > dico alzandomi con fatica dalla vecchia sedia a dondolo.
Raggiungiamo l'erba del giardino, che sotto ai piedi nudi pizzica leggermente, mi fermo un attimo per ammirare la sensazione di libertà che mi da.
< Ti porto la sedia qui nonno, così puoi stare con noi. >
< Grazie tesoro mio. > le tocco piano i capelli aspettando di potermi sedere di nuovo.
Le ginocchia scrocchiano rumorosamente quando mi abbandono di nuovo sul legno della sedia che Emma mi ha gentilmente trascinato fino a qua.
< Guarda cosa mi ha insegnato Jake. > fa due passetti indietro prima di mostrarmi una piccola ruota poco aggraziata, distolgo lo sguardo per paura che le sue braccia magroline possano cedere sotto al peso di tutto il corpo. Guardo male Jake prima che Emma possa posare il suo sguardo su di me per attendere un mio giudizio.
< Non insegnarle cose pericolose. > gli dico piano.
< Mi hai vista nonno? > si siede davanti a me guardandomi con i suoi occhioni chiari come quelli della madre.
< Certo piccola. Sei stata bravissima. > la faccio sedere sulle mie gambe dondolandomi piano.
< Ma non devi fare queste cose se sei da sola. Me lo prometti? >
I suoi occhi si fanno più grandi.
< Si nonno. >
In tempo zero gli altri mi si siedono attorno, Alex ha ancora il fiatone dopo la corsa fatta con Jake per inseguire il vecchio cane del vicino, Lesly si sistema il fiocchetto che le teneva in ordine i bellissimi capelli arancioni e Charlie rimane seduta per soli quarantacinque secondi prima di sparire dietro il capanno degli attrezzi, si, li ho contati.
< Lesly, piccola, vieni qui che ti sistemo i capelli. > si alza a fatica, muovendosi in modo buffo, come solo una bimba di due anni e mezzo con addosso il pannolino che pesa più di lei sa fare.
Le raccolgo i lunghi boccoli in un codino al centro della testa, e glielo fermo con quel fiocchetto giallo che ama tanto.
< Nonno Harry! > Charlie corre verso di noi con in mano la mia vecchia chitarra.
< Cantaci qualcosa. > me la porge risedendosi nel punto esatto in cui si era seduta prima.
< Nonno non canta da tanto Charlotte. > strimpello qualche accordo accorgendomi che la chitarra è completamente scordata.
< Per favooore. > Emma salta giù dalle mie gambe sedendosi con i cugini.
< Ok, ok. Vediamo se mi ricordo ancora come si fa. >
Intanto che accordo la mia vecchia chitarra, Ginny ci raggiunge a passo lento con in mano un vassoio pieno di biscotti al cioccolato appena sfornati, seguita da Daisy, la più giovane delle nostre figlie, che accorgendosi della situazione, raccatta due sedie sparse nel giardino per potersi unire.
< Ecco mamma, siediti. > le mette la sedia di fianco alla mia, le sorrido e poi inizio a cantare sotto lo sguardo dei piccoli, che non hanno mai avuto l'opportunità di venirmi a vedere in concerto.
Sento una strana sensazione allo stomaco suonando i primi accordi, chiudo gli occhi immaginando di trovarmi su un palco di tanti anni fa, mentre migliaia di ragazzine urlano il mio nome.
< You gotta see it to believe it, sky never looked so blue, so hard to leave it, that's what I always do, so i keep thinking back to, a time under the canyon moon. >
Noto con immenso piacere che Ginny e Daisy hanno le lacrime agli occhi, sono ancora in grado di emozionare anche dopo tutti questi anni, mentre i bambini si sono alzati a ballare facendomi sorridere.
Solo Charlie rimane seduta a fissarmi, con quegli occhioni verdi come i miei che le si fanno più grandi ad ogni parola che dico, la bocca le si muove mentre canta sottovoce con me. >
< The world's happy waiting, doors yellow, broken, blue, i heard Jenny saying " Go get the kids from school", and I keep thinking back to, a time under the canyon moon. > la mano di Ginny si muove sulla mia gamba andando a stringermi piano il ginocchio, le sorrido a mia volta e lei mi sussurra un "ti amo".
< I'll be gone too long from you... >
Finisco di cantare con un groppo alla gola, cazzo quanto mi manca stare su quel palco, ma più di tutto, mi mancano i ragazzi, l'esperienza da solista mi ha fatto capire chi fossi veramente, ma la band rimane la parte migliore di tutta la mia carriera.
< Sentirti cantare di nuovo mi ha fatto ringiovanire di trent'anni amore mio. > Ginny mi bacia, ridacchiamo come due ragazzini quando sentiamo versi di disgusto provenire dai bambini.
< Sei ancora meglio di quando eri giovane nonno. > Charlie mi abbraccia forte, mi da un bacio su una guancia e si riprende la chitarra stringendola a se.
< Mi insegni a suonare? > mi chiede.
< Un giorno, forse. > le sorrido scompigliandole i capelli, sapendo che le da fastidio, infatti protesta, col sorriso sulle labbra, ma protesta.
< Le tue canzoni parlano sempre della nonna? > Jake fa la fatidica domanda, sua madre, Kristine, la più grande delle mie figlie, me lo aveva chiesto fino a farmi perdere la pazienza. La verità è che nessuna delle mie canzoni parla di Ginny, parlano di amore, di come ci si sente ad essere innamorati, ma la persona alla quale sono state dedicate, non è lei.
La guardo, è da anni che ho il presentimento che lei l'abbia sempre saputo, sa che la amo, ma sa anche che c'è stato qualcuno prima di lei, che io ho amato, e tutt'ora amo molto di più.
< Non tutte tesoro. > risponde lei per me, e le sono grato.
< Perché no? > Emma torna a sedersi sulle mie gambe.
< Perché molte delle canzoni che ho scritto, le ho scritte prima di conoscere vostra nonna. > questa è la verità.
< Quando vi siete conosciuti allora? > Alex ha l'aria confusa, sorrido a guardarlo.
< Quante domande che fate! > Daisy li riprende sorridendo a sua volta.
< Ma mamma, noi vogliamo saperlo! > continua alzando un po' il tono della voce.
< Si sono conosciuti nel 2026, ad un concerto del nonno. >
Cerca di finire il discorso il più presto possibile, ha paura che io possa rivelare qualcosa che potrebbe non piacerle, glielo leggo negli occhi.
< E tu l'hai capito subito? Che era l'amore della tua vita? Come nelle favole? > Emma si attorciglia i miei capelli alle sue dita, come è solita fare prima di addormentarsi.
< Si, come nelle favole. > le sfioro la punta del nasino con il mio.
Questa invece, era una piccola innocente bugia, Ginny mi è piaciuta molto appena i nostri sguardi si sono incrociati, aveva ventisei anni, e i suoi occhioni color ambra mi avevano colpito molto, ma non era stato amore a prima vista, perché nella mia testa c'era un'altra persona.
< Ci racconti come è andata? Come vi siete conosciuti e innamorati? > Charlie crea il silenzio tra noi adulti, guardo Daisy che si alza rientrando in casa.
< Era il 21 giungo del 2026, andai al concerto del nonno insieme alla mia migliore amica, Savannah. >
Ginny inizió a parlare subito, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto coperto dalle rughe della vecchiaia, so perfettamente che non vedeva l'ora di potergliela raccontare questa storia, ma per me, non è del tutto un ricordo felice.
< La zia Savannah? >
< Si Alex, la zia Savannah. > gli da un pizzicotto su una guancciotta paffuta.
< Ero riuscita a conquistarmi la prima fila, e incrociai lo sguardo di Harry un paio di volte quella sera, nulla di più. Ma, come se il destino volesse qualcosa di più per noi, qualche giorno dopo ci incontrammo per caso in un piccolo bar del paese, e a me prese un colpo. >
Non posso ascoltare questa storia, non posso far finta che quello che stia raccontando sia la verità dei fatti, mi alzo a fatica dalla sedia seguendo Daisy dentro casa, ho bisogno di parlarle.

STAI LEGGENDO
When we were 18
FanfictionHarry ha ottantasei anni, ha avuto un'esistenza abbastanza felice, qualche alto e basso come è normale che accada, una moglie che lo ha accompagnato durante tutto il cammino della vita, tre figlie che ama alla follia, e cinque piccoli nipotini per i...