CAPITOLO 18

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2080

< A sedici anni?!> Daisy copre le orecchie di Charlie dopo aver sentito che io e Lou quella sera facemmo l'amore.
Io per la prima volta.
< Quasi diciassette. > dico alzando le sopracciglia.
< A parte gli scherzi, io non voglio di certo dire che è giusto farlo a sedici anni piuttosto che diciotto, o venti.... >
Daisy mette su il suo muso da "ah si?" roteando piano la testa, quasi mi spaventa.
< ...io avevo sedici anni si. Ma in quel momento mi sentivo pronto, volevo farlo con la persona che amavo di più al mondo. Ed è stata una serata speciale, che dopo settant'anni non ho ancora dimenticato. >
Prendo le mani di Charlie nelle mie.
< Non importa quanti anni tu abbia quando deciderai di fare l'amore per la prima volta Charlotte, l'unica cosa che voglio è che non ti butti via per una persona che non è un minimo speciale per te, quanto lo sia stato Louis per me. Me lo prometti? >

< Si nonno. > mi abbraccia.
< Ma aspetta ancora qualche anno! > si intromette Daisy.

2010

La settimana della finale, quante emozioni...
Mi sento diverso dopo la serata con Lou, e non solo perché  ho sentito fastidio nel sedermi sulle sedie senza cuscini nelle ore successive, ma non so, quel momento così intimo tra noi due ha rafforzato il nostro rapporto.

< Tutto bene? > mi dice indicando con lo sguardo il mio fondoschiena.
< Si certo... > gli tiro un leggero pugno su una spalla che lo fa sorridere.
Mi lascia un bacio sulla tempia accarezzandomi piano una natica prima di uscire dalla camera, mi prende un colpo quando ci troviamo davanti Simon con qualche membro della troupe.
< Ragazzi... seguitemi. >
Niall mi guarda quasi impaurito mentre mi passa di fianco.
< Pensi che abbiano scoperto che abbiamo sequestrato della roba dal reparto scenografia? > mi sussurra nei corridoi.
< Non lo so... >

< Sedetevi prego... > indica il divano color crema del salone, dove ancora ci sono bicchieri di plastica sparsi sul pavimento.
< Questa settimana sarà la più dura di tutte. Siamo arrivati fino a qua insieme, dobbiamo vincere. Voi volete vincere giusto? > ci guarda uno per uno, ma si sofferma su di Lou.
< Si certo. > rispondiamo in coro.
< Allora non possiamo permetterci alcun tipo di distrazione. > riprende serio.
Io annuisco piano. La mia gamba sta toccando appena il ginocchio di Louis, che si muove nervosamente picchiettando il piede sul pavimento.

< A parte per il fatto che faremo un piccolo viaggetto di due giorni in tutte e cinque le vostre città. > ci fa un occhiolino sorridendo.
Non riesco a capirlo questo uomo. Un secondo prima sembra che ci stia per cacciare dal programma e quello dopo sorride e scherza come se fossimo amici da anni.
< Cosa?! > si lascia scappare Niall.
< Anche a Mullingar? > dice tutto eccitato.
Lo capisco, i nostri genitori vengono quasi tutte le sere ad assistere ai Live, i suoi, essendo in Irlanda fanno un po' più fatica ad essere sempre presenti.
< Sarà la nostra prima tappa! > Simon gli tocca una guancia.
Cerco di nascondere una risata quando vedo lo sguardo scioccato di Louis e Zayn nel vedere quelle scena.

< Ma secondo voi era ubriaco? > commenta Louis appena Simon lascia il residence.
< Louis! Abbassa la voce! > lo riprende subito Liam guardandosi intorno.
< Ma lo hai visto? > indica la porta sgranando gli occhi.
< Mi ha accarezzato una guancia. > Niall si tocca il viso ridacchiando.
< Magari è solo felice perché ci ha portati in finale no? > Liam inizia a preparare il borsone da portare via mentre ci parla con calma.
< O forse ieri sera ha festeggiato un po' troppo... > si lascia sfuggire Zayn.
< Come voi due... > continua guardando Louis sorridendo.
< Zayn! > Liam lo riprende ridacchiando.
< O eddai Lì. Ci siamo visti nudi tutti quanti uscendo dalla doccia. Viviamo 24 ore su 24 insieme da mesi ormai. Posso fargli battutine riguardo a una bollente nottata di passione... > gli da una leggera gomitata su una spalla.
< Ma si! Che male c'è. > dice Louis baciandomi lì in mezzo a tutti gli altri.
< Io amo Harry. > dice guardandoli uno a uno.
< E io amo Louis. > aggiungo fissandolo con un sorriso a trentadue denti.
< E io amo la pizza! > Niall parla con la bocca piena di pizza avanzata da ieri sera facendoci ridere tutti.
< A parte gli scherzi ... > continua serio finendo di masticare.
< Siamo tutti davvero molto felici per voi. Si vede che vi amate tanto, se voi siete contenti, lo siamo anche noi. È così che si fa in una famiglia. E se uno dei due farà mai soffrire l'altro... dovrà vedersela con noi tre. > abbraccia Liam e Zayn.

Ricaccio le lacrime che minacciano di uscirmi fuori e mi unisco all'abbraccio tirandomi dietro Louis.
< Vi voglio bene ragazzi. >
< Anche noi Harold. > Zayn mi stampa un bacio in fronte.

2080

< Poche ore dopo eravamo su un aereo diretto a Mullingar, era dicembre e faceva un freddo cane. Niall era così eccitato, ha avuto il sorriso stampato sul volto per tutto il tempo. Ci ha mostrato tutti i luoghi della sua infanzia, siamo stati un po' a casa sua con i suoi genitori e poi ci hanno portato a fare un'apparizione in una radio irlandese. Ad aspettarci fuori c'erano un sacco di persone, ragazzine con le nostre foto in mano, è stato pazzesco. >

< Avete fatto un giro di promozione praticamente? > mi chiede Charlie.
< Si esatto. Simon disse che in quel modo ci avrebbero votato più persone... >
< Ed è stato così? >
< Beh ci siamo fatti conoscere un po' di più, ma non so se abbia influito o no sul verdetto finale. > rimango a pensarci un po'.

< Comunque, dopo Mullingar andammo a Doncaster, la città di Lou, precisamente a suo vecchio liceo. > mi fermo a pensare a quanto fosse felice quel giorno, era ancora più bello dei giorni precedenti. Con quel sorriso stampato sul volto.
< Anche li, un sacco di gente ci aspettó fuori dai cancelli, e noi sembrò così surreale, sapete vivendo nel residence di Xfactor non avevamo avuto poi così tanto contatto con il pubblico fuori, si avevamo fatto qualche gita, e vedevamo le ragazze ai cancelli del teatro del programma, ma nulla a che vedere con quelle folle che vedemmo durante quella settimana.> 

2010

< Ragazzi non ci credo! Sono tantissimi! > Louis indica le persone attraverso il van nero in cui ci stavano scortando.
< Vi rendete conto di quello che sta succedendo? > domanda Liam.
< Sono qui per noi. > continua incredulo.
< Potremmo davvero farcela sapete? > Zayn saluta delle ragazzine che si mettono ad urlare proprio mentre ci rimettiamo in viaggio verso il mio villaggio Holmes Chapel.
< Avete visto quanta gente urlava i nostri nomi dentro quel liceo? > Zayn ci sorride incredulo.
< Beh si, erano lì per me, ma per non farvi rimanere male ci hanno buttato dentro anche i vostri nomi tra un urlo e l'altro. > dice Louis ridacchiando.
< Ora tocca a te Harold. Dove andiamo? > mi chiede stringendomi appena una gamba.

Mi sporgo verso l'autista.
< Riusciamo a passare da casa mia? > gli chiedo.
< Si è nel programma. Preparatevi perché hanno dovuto chiamare i carabinieri per la quantità di persone lungo la via. > ci dice.
Sgraniamo gli occhi.
< Non ci credo. > dice Niall.

Dopo un'oretta di viaggio eccoci arrivati a Holmes Chapel, indico la mia vecchia scuola ai ragazzi, il panificio dove lavoravo prima dei provini, la casa della nonna e il parco dove ero solito passare i miei pomeriggi con gli amici.
< Porco cazzo... > sento Louis esclamare.
< Louis! > lo riprende Liam.
< Si scusa mamma, ma guarda! > indica oltre il finestrino.
< Ommioddio. > mi porto una mano davanti alla bocca. La via di casa è completamente invasa da persone, non riesco a vedere il portone, i poliziotti cercano di crearci un varco tra la folla che urla i nostri nomi.
Sento Niall ridere mostrando una mia vecchia foto ad una telecamera, ma io sono troppo agitato per dargli attenzioni, saluto qualche persona, riconosco qualche mio compagno di scuola e entro in casa.

Mi prende un colpo appena entro in cucina, la mia famiglia ci accoglie con champagne e festoni, mia mamma mi abbraccia, saluta calorosamente gli altri ragazzi, soffermandosi su Lou.
< È un piacere avervi a casa, tu Harry, e il resto dei ragazzi, ormai siete parte della famiglia. > ci dice Robin.
Festeggiamo, mangiamo tutti insieme finché mia mamma non mi prende da parte portandomi in salotto.
< Ascoltami bene. > inizia accarezzandomi la guancia.
< Non importa quanto diventerai grande e famoso, tu resterai per sempre il mio bambino. Ti voglio un mondo di bene.> mi bacia.
< Anche io. >
Annuisco trattenendo le lacrime.

La guardo intensamente e non so se posso dirle tutto quello che sto provando, voglio raccontarle con tutto me stesso che il ragazzo dagli occhi color del cielo che ora sta parlando con mia sorella in cucina non è solo un semplice amico, ma è l'amore della mia vita.
Il cuore mi batte a tremila, lei mi sta osservando, sa che c'è qualcosa che mi turba, mi picchietta con le lunghe dita su un ginocchio, io alzo lo sguardo e noto solo ora le telecamere difronte a noi, deglutisco a vuoto e le sorrido.

Aspetterò.

When we were 18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora