CAPITOLO 15

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2010

Siamo alla quinta settimana, è stata davvero la più stressante di tutte, perché ieri, giovedì, due giorni prima del Live, Simon era incerto sulla canzone che ci aveva assegnato domenica mattina, decidendo di cambiarla.
Ieri.
DUE GIORNI PRIMA DEL LIVE.
Anche se eravamo tutti d'accordo appena ci ha proposto il titolo della canzone nuova, è comunque molto molto stressante avere così poco tempo per arrivare alla perfezione.

Abbiamo provato come matti per due giorni di fila, adesso, che sono le 20.30 di venerdì sera, abbiamo chiesto a Savan se possiamo provare ancora dopo cena, perché, giustamente, non ci sentiamo pronti per nulla.

Dopo ore e ore di prove per tutta la notte, siamo esausti, ma la sera, dopo aver dormito poco più di 3 ore, diamo comunque il meglio di noi, come sempre, e il pubblico ci premia ancora una volta mandandoci avanti per un'altra settimana.
Louis e io fatichiamo a rimanere separati, durante i video diari continua a toccarmi, anche solo sfiorandomi la mano.

Io sento la necessità di dormire con lui, ogni notte. A volte mi ritrovo a piangere per il nervoso, perché non possiamo passare le sere a parlare distesi nel letto, come facevamo alla casa al lago, perché posso vederlo mentre si aggira seminudo per la stanza, ma non posso toccarlo come voglio davanti agli altri ragazzi.
Ci lanciamo continuamente sguardi provocatori per tutta la giornata, ma io ho comunque paura che prima o poi si possa stancare di me, e so che è presto per dirlo, ci conosciamo solo da quattro mesi, ma già so che non potrei vivere senza Louis al mio fianco.

< A cosa pensi Harold? > la sua voce acuta mi distrae dai miei pensieri, è appoggiato con i gomiti sul pianoforte nero in sala prove, piegato quasi a novanta mentre mostra un po' troppo quel suo culo perfetto stretto nei pantaloni della tuta, sfrego un po' le gambe per alleviare la tensione che mi si sta già formando lì sotto.
< Harry? > continua cantinelando un po' il mio nome.
< Ti sei incantato ... >
< No, stavo pensando... > dico guardando ovunque ma non il suo perfetto sedere. Ho già detto quanto sia perfetto?
Perché davvero. Lo è.
< A cosa? > mi si avvicina.
< Niente... >
Savan ritorna con gli spartiti in mano, Zayn si alza svogliato dal pavimento, Niall e Liam si finiscono un pacchetto di patatine mentre ci raggiungono.
< Dimmi a cosa stavi pensando Harry... >
Mi avvicino al suo collo, soffiandoci sopra prima di arrivare al suo orecchio, appoggio quasi le mie labbra al lobo sussurrandogli...
< Non te lo posso dire... >
Noto come si morde piano le labbra, sorridendomi poi in modo del tutto malizioso.
< Harry... Harry... Harry... > rotea gli occhi verso l'alto in un modo che mi fa quasi impazzire, quanto vorrei ficcargli la lingua in gola in questo momento.
< Inizierò anche io il tuo stesso gioco allora... poi non implorarmi di toccarti però. > mi dice raggiungendo gli altri.

Cazzo.
Cazzo Lou.

2080

< Finivamo di provare sempre verso le 19.30, ci stavamo avvicinando alla semifinale, quindi la tensione aumentava sempre di più, così come le eliminazioni... >
Prendo un bel respiro dopo aver bevuto un po' d'acqua fresca.
< Mamma! > Alex fa irruzione in salotto tuffandosi sulle gambe di Daisy.
< Amore! Cos'è successo? > gli accarezza i capelli bagnati dal sudore.
< Niente, solo che fuori fa molto caldo, e la nonna continua a parlare del nonno... > ridacchia.
< Le ragazze sono lì che continuano a farle domande, soprattutto Emma, e la nonna parla e parla e parla...> Daisy lo abbraccia ridacchiando insieme a lui.
< Vuoi stare qui un po' con noi? > gli chiedo.
< Cosa state facendo? >
< Anche il nonno ci sta raccontando una storia. > gli spiega Charlie.
< Oh no grazie. Ne ho abbastanza di storie per oggi.> dice, e la madre gli da una pacchetta sulla gamba scoperta.
< Posso andare a giocare un po' di là con la Play nonno? >
< Certo tesoro. >
Corre con i piedi nudi e sporchi sul pavimento che Ginny aveva appena pulito... posso vedere le impronte da qui...
< Va beh... continua dai... > Charlie si rannicchia con le gambe al petto.
< La sesta settimana fu quella più bella per quanto mi riguardó, ci invitarono alla premiere di Harry Potter. Assurdo. >
< Cos'è? > a quella domanda sgranai gli occhi.
< È una delle saghe migliori di tutti i tempi! Non dirmi che non l'hai mai vista perché ti tolgo dalla mia eredità. > le dico serio.
< No. Mai vista. > dice grattandosi la testa.
< Roba da matti... > mi lascio scappare.

When we were 18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora