Capitolo 7

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La luce del sole filtra prepotentemente dalla finestra a lato del letto, strizzo appena gli occhi che mi bruciano appena a contatto con la luce chiara di quella mattina.

Mi prende un colpo quando capisco a cosa sono appoggiato, o meglio... a chi.
La mia testa è sul petto di Louis, il suo braccio circonda la mia schiena nuda tenendomi ben stretto al suo corpo, la mia mano è poggiata sulla pelle chiara del suo stomaco, sento i suoi respiri sotto di me, e il battito del suo cuore tremendamente vicino.
Alzo appena lo sguardo per guardarlo in faccia, è uno spettacolo, così bello da togliere il fiato.

Lo sento sospirare, d'istinto chiudo gli occhi fingendo di star ancora dormendo, prima che lui possa beccarmi a fissarlo mentre mi dorme accanto.
Si sta svegliando, si muove piano sotto al mio corpo.
Ad un certo punto si blocca, rimanendo immobile per qualche minuto. Mi starà sicuramente fissando, sento il suo sguardo bruciarmi addosso, anche se ho gli occhi chiusi.
Molla la presa salda del braccio sulla mia schiena, come se fosse qualcosa di sbagliato, ci siamo trovati inconsciamente a dormire abbracciati l'uno all'altro... non c'è nulla di male.
Lo sento allontanarsi piano dal mio corpo, poi si ferma di nuovo, sento il suo respiro bloccarsi.
La sua mano mi sta accarezzando delicatamente la fronte, si rigira un mio ricciolo tra le dita, sistemandomelo poi dietro l'orecchio.
Sorrido d'istinto.
< Harry? > sussurra bloccando ogni movimento.

Non rispondo, non voglio che smetta.
< Sei sveglio? >

Rimango immobile, cercando di tenere il mio respiro più regolare possibile e di non fare smorfie con il viso.
Mi accarezza ancora un po' la fronte, ma quando sente dei movimenti provenire dalla cucina si ferma di nuovo.
Scivola lentamente da sotto il mio corpo, sistemando la mia testa su un cuscino, un'ondata di freddo mi pervade. Apro lentamente un occhio per sbirciare le sue azioni, si mette un pantalone della tuta e esce dalla camera, socchiudendo la porta.

Parla a bassa voce con Niall, non riesco a capire bene cosa si stanno dicendo, mi sembra quasi di sentire il mio nome, ma non ne sono sicuro.
< Dorme. > sento dire da Lou.
< Buongiorno Liam. > dicono all'unisono.
< Spostiamoci in giardino, così non svegliamo Zayn.> li sento spostarsi aprendo la porta sul retro, poi il silenzio.
Mi tiro su sedendomi in mezzo ad un letto vuoto, le lenzuola completamente arricciate tra quello che era lo spazio tra le nostre gambe, e l'odore di Louis ancora sul cuscino accanto al mio.
Ci affondo la faccia inalando quell'odore il più possibile.

Il mio telefono segna le 10.30, non è così presto come pensavo, scrivo a mia mamma che è tutto ok, che la luce non è ancora mai saltata come invece aveva previsto Robin.
Mi chiama poco dopo, e io le rispondo subito parlando sottovoce.
< Buongiorno tesoro! >
< Buongiorno mamma. > sussurro.
< Gli altri stanno ancora dormendo? >
Guardo la parte del letto dove ha dormito Louis e sorrido.
< Solo Zayn. Gli altri sono in giardino, ora mi faccio una doccia e li raggiungo. > dico grattandomi la testa.
< Come sta andando? >
< Molto bene. > dico sincero.
< Penso che potremmo davvero farcela sai? >
< Ne sono sicura amore mio. > so che sta sorridendo dall'altra parte del telefono.
< Mi raccomando, se dovessero esserci problemi con la corrente, o il gas, chiamami subito. O chiama Robin, come preferisci tu, ma non mettere mano su nulla. >
< Si, non ti preoccupare. È tutto sotto controllo. > la rassicuro.
< Ci sentiamo più tardi allora. >
< Si. A dopo. > ci salutiamo.

< Sei sveglio... > mi giro di scatto verso la porta.
Louis è appoggiato allo stipite con addosso solo i pantaloni della tuta, i piedi scalzi, e il torso nudo che mi mostra la sua pelle perfetta.
< Si, mia mamma ha appena chiamato svegliandomi.>
I capelli spettinati gli donano.
< Vieni di là con noi? > mi chiede prendendo una maglietta dal suo borsone.
< Mi faccio una doccia e arrivo. >
< Vieni prima a fare colazione per favore. > mi dice serio.
Lo guardo fisso negli occhi.
< Come vuoi... >
Mi alzo, mi sciacquo la faccia, mi lavo velocemente i denti e lo raggiungo ancora in boxer.
< Rimani così? > mi squadra.
< Ti crea problemi? > gli dico ridacchiando.
< Di solito vado in giro completamente nudo, ma per questo penso ci voglia un po' più di confidenza. > continuo ridendo da solo.
Lui continua a fissarmi in modo serio.

Arriviamo in giardino, le sedie sono ancora riposte in cerchio come ieri sera, al centro, sul tavolino di legno ci sono pancake, bacon e uova strapazzate.
Appoggio il succo di frutta per terra guardandoli leggermente sorpreso.
< È opera di Niall. > dice Liam rispondendo alla domanda che ancora non avevo fatto.
< Spero che non ti dispiaccia. > ridacchia lui.
< Che io abbia cucinato come se fossi in cucina mia.> commenta imbarazzato.
< No ma va figurati. Fate come se foste a casa vostra.>
Guardo Louis facendogli notare che anche Niall indossa solo i boxer, non penso ci sia nulla di male, siamo cinque ragazzi che stanno cercando di diventare amici, meglio che inizino ad abituarsi al fatto che una delle mie abitudini sia di andare in giro nudo.
< Buongiorno... > Zayn ci raggiunge ancora un po' assonnato, si siede di fianco a Liam e prende un bicchiere di succo.
< Hai dormito bene? > gli chiede.
< Si si, benissimo. >
< Com'era il divano? > chiede Niall.
< Sorprendentemente comodo. > sorride.
< E non ho dovuto combattere con nessuno per le coperte... Louis e Harry si sono dimenati per tutta la notte. > perdo un battito sentendogli pronunciare queste parole.
Louis mi guarda ridacchiando.
< Ti muovi parecchio durante la notte Harold. > i due scoppiano a ridere all'unisono.
< Ah si? > commento.
< Si. Non sei stato un attimo fermo. > continua Louis facendo sorridere anche gli altri due.

< Vorrà dire che stanotte sul divano ci dormirò io. > il mio sguardo rimase fisso su Louis, che sgranó gli occhi di scatto.
< No no, il divano è mio. > Zayn addenta delle uova mentre fa segno di no con il dito.
< Ti è andata male Harold. > Louis mi scompiglia i capelli facendomi alzare gli occhi al cielo.

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< Quindi avete continuato a punzecchiarvi per tutto il resto del tempo? > Charlie ha le gambe incrociate mentre mi parla.
< In realtà questa cosa l'abbiamo portata sempre con noi... > sorrido al pensiero di tutte le frecciatine che ci siamo tirati nel corso degli anni.
< Ma si, durante quel piccolo raduno non è successo nulla. Ci siamo conosciuti meglio, abbiamo cantato tanto, davvero tanto e abbiamo parlato. Tutto qui. >
Daisy mi guarda male, sta per dire qualcosa, me lo sento.
< Dimmi tesoro. > la incoraggio.
< Perdonami papà, ma se sapevi di piacergli, perché non gli hai detto nulla? Perché lasciare le cose appese in quel modo per tutto quel tempo?>

< Io non sapevo proprio nulla Daisy... è complicato da spiegare, ma io avevo solo 16 anni, ero ancora praticamente un bambino. > mi fermai un attimo a guardarle entrambe.
Se avessi avuto la testa di adesso, non avrei aspettato tutto quel tempo, avrei agito subito. Me lo sarei goduto di più.
< Non sapevo ancora nulla sull'amore. Non sapevo se quello che provavo fosse una cosa giusta da provare, e soprattutto non avevo l'assoluta certezza che Lou ricambiasse i miei sentimenti. >

Rimasero un po' in silenzio, negli occhi di mia figlia si manifestò della compassione.
< Quindi in quel mese passato da soli al lago non è successo nulla? > continuó Charlie.
< Assolutamente nulla. >

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