CAPITOLO 25

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< A parte quel piccolo intoppo della modella, ci divertimmo davvero un sacco a registrare quel video, fummo persino fermati dalla polizia durante le riprese. > ridacchio da solo.
Charlie mi fissa con gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta.
< Cosa?! > si lascia scappare in un urletto strozzato.
Rido per la tonalità così acuta della sua voce.
< Nulla di grave tesoro. > scuoto la testa con il sorriso sulle labbra, ricordandomi di quel giorno.
< Louis era alla guida di questo pulmino arancione in stile Hippie, su una strada americana, e beh ecco... andava troppo piano. >

Le ragazze scoppiano a ridere, e io con loro.

Agosto 2011

< Harry? >
Sento Louis chiamarmi dal salone, esco dal bagno con solo un'asciugamano legato in vita e lo raggiungo.
< Dimmi... > dico cercando di far sgocciolare i capelli con un'asciugamano, lui è seduto sul divano con lo sguardo fisso al televisore.
< Stavo pensando... > si blocca appena si gira vedendomi appena uscito dalla doccia... e io arrossisco come se mi guardasse in quel modo, con la bocca leggermente aperta, per la prima volta.
< Vieni qua piccolo. > si picchietta sulle ginocchia incitandomi a farmici sedere sopra.
Lo raggiungo sforzandomi di non sorridere come una ragazzina in calore, ma prima di sedermi sulle sue gambe decido di prenderlo un po' in giro.

< Sai... dovresti smetterla di chiamarmi piccolo. > inizio serio...
< Sto diventando più alto di te di qualche centimetro... quindi... > faccio una piccola piroetta che alza leggermente l'asciugamano scoprendo di più me mie gambe prima di sedermi comodamente su di lui, che ascolta con espressione seria le mie parole.
< ... quello piccolo qui... sei tu. > gli tocco la punta del naso sorridendo.

Lui si lecca le labbra sorridendo, e cazzo, devo davvero trattenermi dal saltagli addosso e morderle.
< Chiariamo una cosa... PICCOLO. > mi tira i capelli umidi per farmi esporre il collo, che morde.
< Non importa di quanti centimetri tu possa superarmi. Rimani e rimarrai per sempre il mio piccolo Harry. >
Mi bacia lo stesso punto procurandomi i brividi lungo la schiena, che percorre con un dito, fino alla base, per poi tornare sul collo.

< Di... di cosa volevi parlarmi? > prendo un bel respiro per non fargli intuire quanto mi tremasse la voce.
Le sue dita scendono sempre più in basso, iniziando a stuzzicarmi proprio lì. Chiudo gli occhi e cerco di ritrarmi da lui.
< Vorrei portarti al Leeds Festival il 27. Ti va? > continua il suo gioco di dita, introducendone piano uno in me, facendomi schiudere le labbra.
< Sai per festeggiare l'uscita del singolo... > continua spingendosi sempre di più nelle mie carni.

Annuisco.
< Le parole tesoro. Usa le parole. > inserisce un secondo dito facendomi scattare d'istinto in avanti.
Deglutisco a vuoto.
< Si va bene. Tutto quello che vuoi. >
< Ottimo. Avevo già prenotato una tenda. > esce da me di botto e mi fa alzare, lo guardo confuso e leggermente frastornato mentre saltella felicemente verso la camera da letto.

2080

< Ci divertimmo un mondo a quel festival, incontrammo anche tante fan, erano tutte così gentili. Io e Lou avevamo comprato degli stivali uguali per quell'occasione, per proteggerci dal fango, eravamo davvero davvero felici, e anche leggermente brilli per gran parte del tempo. >
< Papà! > Daisy mi guarda male, indicando Charlotte.
< Cosa? Ha 14 anni Daisy, non 5! > scuoto la testa.
< Comunque, da quel momento, iniziarono le varie teorie dei fan sulla nostra "presunta" relazione. Perché alcuni di loro a quel festival ci avevano visto dormire nella stessa tenda. Inizió il delirio, si parlava dei Larry ovunque. Alle interviste iniziarono a farci domande abbastanza mirate, mi chiesero cose anche abbastanza imbarazzanti come... se avessi preferito vivere con qualcun altro dei ragazzi al posto di Louis.  Assurdo. >

When we were 18Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora