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"mi ha appena lasciata!" disse Ava piangendo. "ha detto che ama un'altra e non sa neanche lui come comportarsi, ha detto che mi ha scopata tutto questo tempo solo per dimenticare lei ma non ci è riuscito"

"l'avrà detto solo per ripicca" la incoraggia Charlotte "agli uomini non piace passare dalla parte dei cornuti" aggiunge poi.

"non lo so Charlotte, mi sembrava abbastanza sincero mentre lo diceva" continua a singhiozzare.

"chi è lei?" chiede curiosa Charlotte.

"non lo so" singhiozza "ma che importa?" continua Ava.

"Ava, tu l'hai tradito" le faccio notare senza peli sulla lingua.

"ma da che parte stai tu?" mi sbraita contro guardandomi in cagnesco con gli occhi rossi dal pianto.

"da nessuna delle due" rispondo tranquilla "avete sbagliato entrambi, forse te l'ha detto solo perché ha scoperto che sei stata con David" Charlotte mi fa segno di smettere di parlare ma comunque non avevo intenzione di aggiungere altro.

"vaffanculo Meg" mi urla in faccia Ava e non reagisco perché capisco la sua frustrazione, ma sono sua amica e devo essere in grado sia di difenderla che di rimproverarla quando serve.

Decido di porre fine a questa conversazione andando via alla ricerca di Brandon. Non può sempre passarla liscia anche se questa volta ha qualche ragione in più.

***

"bella la scusa dell'esserti innamorato di un'altra per uscirne pulito" dico sarcastica una volta raggiunto il parco e trovandolo a palleggiare sotto il canestro. Se c'è una cosa che ho imparato di Brandon è che quando è arrabbiato va a rifugiarsi al parco da solo.

Si gira verso di me ma non mi risponde. Alza gli occhi al cielo e sbuffa.

"sei una persona surreale. Una notte dormi con me, nel mentre stai con Ava e nel mentre ancora sei innamorato di una terza ragazza. Sei patetico!" continuo, non vorrà rispondermi ma almeno sarà costretto a sentirmi blaterare per un po'.

"lo so che sei arrabbiato con me, con Ava, con David e col mondo intero" dico gesticolando "ma non sarà ignorandomi che risolverai il problema"

Continua a tirare a canestro evitandomi. 

Mi avvicino minacciosa e gli sfilo il pallone dalle mani.

"ehi! Che fai?" si lagna lui.

"allora ce l'hai ancora una lingua" noto sarcastica tirando a canestro dalla linea dei tre punti.

"non ti facevo così brava a giocare a basket!" commenta il mio canestro.

"ti ricordo che ho due fratelli maschi" gli passo la palla.

"mi stai sfidando?" Sorride e gli occhi si illuminano. 

Annuisco con il capo e iniziamo a giocare.

Dopo vari palleggi, tiri, schiacciate, risate e imbrogli finiamo la partita 35 a 26.

Sapevo in partenza di non poter competere con uno che fa questo sport da anni, con dieci centimetri di  altezza in più di me e delle spalle grosse quasi il doppio delle mie ma comunque sono riuscita a difendermi bene.

"a volte vorrei che la mia vita fosse facile come vincere questa partita" mi guarda negli occhi stendendosi a terra affianco a dove mi ero seduta io. Mi fa strano vederlo così debole emotivamente.

"mi stai dando della schiappa?" cerco di farlo ridere.

"un pochino" continua a ridere "vorrei che anche interagire con te fosse così semplice" prosegue distogliendo lo sguardo da me "certe volte non riesco proprio a capire quello che ti passa per la testa" mi sdraio anche io al suo fianco inspirando lentamente "sei una mina vagante ad un certo punto esplodi" conclude. Sembra più un suo flusso di coscienza interiore che un dialogo vero e proprio con me. Non riesco a capire dove vuole andare a parare e il motivo per cui mi sta dicendo queste cose.

"non è vero" mi difendo io. E non riesco a credere che nelle sue parole ci sia una leggerezza innaturale. Sembra quasi che non sia più arrabbiato con me e che abbia trovato una sorta di equilibrio.

"sono davvero innamorato di un'altra" dice dopo un po' che eravamo allungati nel prato verde del parco con lo sguardo rivolto verso il cielo limpidissimo e la fronte un po' grondante di sudore. "non era una scusa" prosegue lentamente.

Si gira verso di me e non mi ero resa conto di essere così vicina a lui perché i nostri nasi si sfiorano e riesco a percepire il suo respiro addosso.

Sento che la distanza tra noi due diminuisce sempre di più, ma non sono pronta, il suo profumo (nonostante il sudore) mi inebria il cervello, il mio battito aumenta a un ritmo irregolare, la cadenza del mio respiro si fa sempre più veloce ma non posso permettergli di baciarmi così ora.

Scatto in piedi prendendo di nuovo in mano il pallone.

"voglio la rivincita!" 

Lui sbuffa deluso.


WhatsApp || Brandon ButlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora