CAPITOLO 6: CASA

318 13 1
                                    


Clarke:

Ormai era da tempo che camminavamo per quella starda tortuosa fermandoci ogni tanto per aiutare e controllare le ferite di Indra, mentre Octavia continuava a imprecare per ogni singola cosa come se le fosse caduto il mondo addosso.

Octavia:

Indra sta sempre peggio a causa dalle ferite inflittele durante lo scontro avvenuto contro Pike e il suo esercito tra cui c'era pure mio fratello Bellamy - non ci voglio ancora credere -, mentre qui Clarke non ci sta con la testa..è tutto un maledetto casino.

Clarke:

Il tempo passava molto lentamente, ma la distanza che ci separava da Arkadia era sempre di meno, decidemmo di riposare un attimo.

*Ricordo che appena chiusi gli occhi iniziai a rivedere tutto quello che era successo tra me e Lexa la notte precedente.*

RICORDI:

Clarke:

La spinsi contro la porta della sua stanza e come i panini Lexa si trovò di schiena contro la porta ferma, dura e ruvida e di pancia contro il mio corpo caldo, morbido e profumato, il momento della nostra passione stava iniziando e lo avremmo vissuto al meglio - anche se era l'ultimo prima di andarsene da lì...da Polis..forse per sempre. -

Presi i suoi polsi e portai le mie e le sue braccia in alto dietro la sua testa, poi le accarezzai la chioma così sofficente, delicata e profumante, per andare a stuzzicarle con le labbra l' orecchio destro e successivamente quello sinistro. Continuai toccandole con una mano il seno ancora coperto dalla maglia, mentre l'altra mano sfiorava le sue labbra tremanti dall'eccitazione e dall'intensità di calore che si propagava nella stanza.

Decisi però di fermarmi, la guardai negli occhi e dissi:

"Non voglio farlo adesso perché è la nostra ultima notte assieme, lo voglio fare per sempre ogni volta che vogliamo senza che nessuno ci ostacoli."

"Lo capisco Clarke" - rispose lei sorridendomi e sfiorando la mia guancia.

*Quella notte non lo facemmo, ci abbracciamo, ci baciammo...parlare e dormire la soluzione migliore in quel momento di pura tristezza.*

PRESENTE:

Mi svegliai di colpo quando Octavia mi diede una botta sulla spalla perché era ora di ripartire, ma quando mi alzai e mi voltai verso la strada che una volta mi portava a casa, verso Lexa sentì le lacrime agli occhi. Esattamente in quel momento con il corpo stanco morto e gli occhi lucidi feci un sogno ad occhi aperti...mi vedevo in piedi a correre verso Polis, potevo slogarmi una caviglia, rompermi il braccio poteva succedermi ogni cosa, ma sapevo che tutto sarebbe finito per il meglio quando alla fine del viaggio, alla fine dei viaggi abrei toccato e mi sarei ricongiunta con le braccia della mia amata.

Eccola là in lontananza Arkadia, il nostro luogo sicuro, la nostra casa ...anzi la loro casa..io la mia vera casa l'avevo giò trovata, sentì urla e passi e vidi arrivare Jackson, mia madre *Abby*, Bellamy e altre due guardie.

"Pike vi sta aspettando." - disse Bellamy.

"Risparmia la voce disertore." - lo aggredì Octavia.

*Indra annuiva e sospirava soltanto*

Guardai malissimo Bellamy, sapevo esattamente cosa avesse fatto ma non me ne capacitavo...pensavo fosse una persoma diversa e invece no...ha dimostrato solo l'opposto.

Io, Octavia e Indra con fatica suddivisa in chi stanco e chi infetto dalle ferite lasciammo indietro il gruppetto di guardie e ci avviamo verso l'accampamento.

Narratore:

Clarke, Octavia e Indra accompagnati dal dottore Jackson e dalle guardie di Arkadia arrivarono presto alla base, dove lì di consuetudine tutti si abbracciarono alla vista di Octavia, ma sopratutto di Clarke che era stata ritenuta da tutti come inesperta, spacciata, sottona ecc... tra questi anche morta, in realtà è la più pronta del gruppo....a due palle assurde, carica, energica...sa quello che vuole.

SCUSATE IL CAPITOLO CORTO MA CERCO DI FAR COMBACIARE SERIE TV E FANFICTION.

CERCHERÒ' DI SCRIVERE UN CAPITOLO AL GIORNO . VI VOGLIO BENE.

Clarke e Lexa: Un finale inaspettato (COMPLETE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora