Un ritorno poco ben visto

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La festa si trova in una delle tipiche case americane con giardino privato, al centro di una sfilza infinita di altre case. Atterrando veniamo accolti come VIP, tutti escono dalla casa per assistere all'atterraggio, non faccio nemmeno in tempo a far volar via le ali che veniamo circondati.

<Fammi fare un giro ti prego!> mi grida qualcuno, oppure: <Parker voli spesso con lei?> con un sorriso avvolgo le braccia attorno alle spalle dei due e mi faccio strada, la musica pimpante si sente bene fin da fuori, le luci psichedeliche sono riflesse su di una palla di fortuna da discoteca. 

Ma qui non sono tutti minorenni? Perché vedo che c'è molto alcol sul fondo del corridoio che da alla cucina, mentre sulla sinistra c'è un salotto e sulla destra una grande sala da pranzo. 

<Allora Peter, dimmi chi è lei> gli sussurro esaltata, fingendo di non essere arrossito si volta e con gli occhi mi indica dietro di se, una ragazza che va subito dopo a salutare voltandosi

<Hey Mj io...> la ragazza alza una mano sulla sua bocca come mi vede, scansandolo e porgendomi la mano, è una ragazza scura di capelli e un po' anche di pelle, è solo un centimetro o due più alta di peter 

<Mary Jane, piacere... io, beh insomma, non ci credevo...> dice indicandomi <Piacere mio, si io e Peter siamo amici diciamo, a parte l'età... bene, beviamo?> forse dovrei non farli bere? Tanto lo avrebbero fatto comunque senza di me.

Passiamo le prime due ore a parlare con chi si avvicina per autografo o foto, beviamo e devo fermare spesso Peter e Ned prima che si riempano ancora il bicchiere. Non voglio portarli a casa con una carriola per il fatto che non stanno in piedi.

Ho notato che Peter è più timido di quanto pensassi, è incredibile sapere che è Spiderman e poi vederlo arrossire, insomma, come si fa?! Ad un tratto quando vedo che gli è difficile provarci con lei, lo afferro per il polso trascinandomelo dietro.

 Per tutto il tragitto non fa preteste, finché non ci fermiamo accanto all'ingresso

<Senti, vuoi chiederle di uscire o rimaniamo ancora qui a pettinare i capelli alle bambole? Sei un Avengers o no? Fatti coraggio> gli dico sussurrando. Prende un bel respiro scuotendosi per prepararsi, poi mi sembra di vedere dell'entusiasmo, finché non si volta e fa solo due passi prima di tornare indietro. Santo cielo.

<Non ci riesco, eravamo già amici da prima ma ora... beh... non ci riesco e basta>  gli poso le mani sulle spalle sorridendogli dolcemente

<Senti, sei mio amico e puoi contare sempre su di me, ma se non ci vai tu glielo chiederò io e fidati, so far fare molte figuracce> gli alzo e smonto l'entusiasmo con solo due frasi. 

<E va bene, ora vado> evvai così ragazzo! Ho dovuto usare la carta "minaccia di fare figuracce" per convincerlo, ma sono contenta che ora ci stia parlando anche se gesticola troppo.

E va bene, dato che sono impegnati e non ho voglia di rispondere ad altre domande sugli Avengers e le nostre avventure, mi volto ed esclamo <Scateniamoci ragazzi!> scoppiano tutti in un urlo esultante, prendo il comando della radio e metto su qualcosa di carico, cominciando a ballare ed integrando tutti. 

Durante la serata va tutto alla grande, Peter e la sua MJ ballano tutto il tempo, mentre Ned sembra contento a starmi dietro mentre beve un semplice succo di frutta, ah come vorrei aver avuto la mia fedele bottiglia rossa per aumentare anche il mio di divertimento.

Insomma tutto bene, finché...

Prendo il telefono, vedo che ci sono 7 chiamate perse da Tony, due dal capitano ed un'infinita serie di messaggi, ma sono le prime che mi spaventano. Esco di corsa in giardino per farmi sentire e richiamo Tony, ci mette solo uno squillo per rispondermi

The genesi of Marvel, the six stone of power /Stark/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora