Ottavo capitolo.

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Quel pomeriggio, dopo aver terminato i pochi compiti che ci avevano assegnato, Hope ed io parlammo un po' di noi, per conoscerci meglio.

Mi aveva detto che i suoi erano davvero troppo ricchi e che tutta quella ricchezza aveva dato loro alla testa.

Io ero stata molto vaga nel raccontare il mio passato, mi ero limitata a dirle che sono pugliese e ho preferito venire qui, in un college, al posto di cominciare l'università in Italia; al suo «perché?» ho detto «perchè in Italia ci sono i raccomandati» ma non era vero. O almeno, non del tutto.

Cosa avrei potuto dirle?

Che mio padre aveva a che fare con la mafia?

Che i miei unici amici erano quelle persone da cui tua madre ti consiglia di stare alla larga e che io stavo diventando come loro?

Non me la sentivo proprio, non la conosco ancora abbastanza per raccontarle qualcosa di tanto personale.

Lei ha fatto finta di non importarsene e ha subito ribaltato la situazione.

«Auro, aiutami a prepararmi che ora usciamo e ti presento i miei amici».

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