Venticinquesimo capitolo.

46 4 1
                                    

«Vieni a lezione?» mi chiede Hope ormai pronta, mentre io sono in pigiama a fare colazione.

«No, passo da Drew»

«Aurora, Drew sta bene, dovresti riprendere la tua vita di sempre» dice leggermente preoccupata.

Lei non sa, lui non sta bene. Io devo aiutarlo, devo proteggerlo.

«Domani, giuro» rispondo, solo per convincerla a lasciar perdere.

Sbuffa, arresa, ed esce.

Domani sera devo parlare con Styles, quindi devo chiedere a Drew qual è il solito posto di cui parlava quel messaggio.

Vado in ospedale per le 10 ed entro nella stanza di Drew, intento a leggere un libro.

«Aurora» mi saluta, aprendo le braccia per un abbraccio.

«Ciao» dico avvicinandomi al letto e abbracciandolo in un modo strano (lui era sdraiato ed io in piedi).

«Hai saltato le lezioni per venire qui?» chiede.

«Ma ora non sentirti importante» dico ridendo, trascinando anche lui.

Devo trovare un modo per farmi svelare il posto, ma non deve sospettare niente.

«Ma come hai fatto a conoscere gente che spaccia?» chiedo, tastando il terreno.

«C'è stato un periodo, circa un paio d'anni fa, in cui avevo un amico stretto, che iniziò a frequentare brutta gente, diventando come loro. Il mio amico cercò di farmi prendere parte al suo mondo, fatto essenzialmente dal niente, nessun obbiettivo, nessun valore, il vuoto; per fortuna ero abbastanza lucido da esser rimasto fermo sul mio no ad entrare in quell'illusione fatta essenzialmente di droga. Tagliai i ponti definitivamente col mio amico. Però circa una settimana fa ero curioso di provare quel mondo, così mi misi di nuovo in contatto con lui ed ora eccomi qui» conclude Drew.

«Ma il tuo amico era uno di quelli che ti stavano.. picchiando?» chiedo esitante.

«No, lui, insomma, ha rischiato di andare in overdose e ora sta cercando di disintossicarsi, quindi ha preso le distanze da quel mondo» risponde Drew, con aria triste.

«Oh..» sono senza parole, come si può rispondere ad un'affermazione del genere?

«Comunque ha detto il dottore che sicuramente entro due giorni possono dimettermi»

«Ma come farai con i soldi che devi a Zayn?»

«Non lo so, non li ho al momento, non cedono finché non do loro ciò che vogliono, lo so»

«Dove vi incontrate di solito per scambiarvi la merce

«Alla stazione vecchia, non ci va più nessuno, si sa che quella è la zona più "malfamata" della città, l'ideale per gli spacciatori»

Ora conosco il luogo, anche se non so dove si trovi. Devo seriamente fare un giro della città con qualcuno un giorno.

Dopo quasi altre due ore passate con Drew, prendo un taxi e torno nella mia stanza.

Hope dovrebbe tornare tra una mezz'ora, così mi sdraio sul letto.

L'aver rivisto Zayn mi ha fatto riaffiorare alla mente alcuni episodi, dei quali ignoravo l'esistenza o che comunque consideravo dimenticati.

Ho la sua felpa, quella che mi diede due giorni fa.

Profuma di lui.

Il mio profumo preferito, così familiare, che nonostante tutto il tempo passato, non ho ancora dimenticato e non credo dimenticherò mai.

Quel profumo era anche il mio una volta, ci eravamo mischiati, ormai facevano parte del mio guardaroba le sue felpe, che mi andavano larghe e questa cosa, per quanto stupida, mi faceva sentire amata e anche un po' più magra.

Ed ecco le lacrime che scendono, bruciano una ad una, ognuna contiene un dolore diverso perché si sa che quando si inizia a piangere per un motivo, si va a finire col piangere per tutto, anche la cosa più stupida.

Mi manca Zayn e come mi sentivo protetta con lui, come mi sentivo bella, perché lui tra tutte scelse me, anche se fu tutta una presa per il culo da parte sua.

All'improvviso entrano Hope, Liam e Luke in camera, così con la mano cerco di cancellare i segni delle lacrime, inutilmente, visti i miei occhi rossi.

Mi sforzo nel fare il miglior sorriso possibile, ma le facce dei tre mi fanno capire che ho fallito nell'intento di nascondere il mio stato d'animo.

Liam e Hope mi si avvicinano preoccupati.

«Amore, che c'è?» chiede Liam.

«Stai bene?» è Hope.

«Non è niente, sto bene» rispondo, ma non so perché mi si fanno di nuovo gli occhi lucidi e so che le lacrime stanno per scendere ancora.

Non voglio che mi vedano piangere.

Mi copro la faccia con entrambe le mani.

«Lasciami sola con lei, tu e Luke uscite un po'» sussura Hope a Liam.

Annuisce ed esce con Luke, come gli è stato detto.

«Ehy, so che non stai bene, a me puoi dirlo» mi incoraggia Hope.

Tolgo le mani dalla faccia, mi alzo dal letto e vado in cerca di fazzoletti.

«Davvero, non è successo niente, è stato solo un momento» dico, ancora in cerca di un pacco di fazzoletti.

«Perché stavi piangendo?» insiste Hope.

Prendo un fazzoletto, mi soffio il naso e torno sul letto, dov'è ancora seduta Hope.

«È una cosa stupida.. non lo so, solo che ho rivisto Zayn e ora non capisco più niente. Mi manca, Hope. L'ho capito appena l'ho visto. Mentre ero tra le sue braccia, ho dimenticato per un attimo che fossi a petto nudo, che Drew stesse morendo, che avessi paura. Ma a lui non è mai importato niente di me, mi ha sempre presa in giro. Poi ora ho Liam e.. non so, sono stanca»

«Lo ami?» mi chiede Hope.
Certo che lo amo! avrei voluto dirle, ma non volevo dar retta a quella vocina, e mi sembrava che dicendolo ad alta voce, l'avrei ammesso.

«Non lo so» dissi infine, «dovrei spiegarti tutta la storia che mi lega a Zayn, ma non saprei da dove iniziare. Sappi che siamo stati insieme per due anni, non interi però. È stato sempre un insieme di alti e bassi con lui».

Non ha detto niente. Mi ha abbracciata stretta e quell'abbraccio è stato meglio di ogni parola.

•••

Scusate la mia assenza in questi giorni, ma ho avuto davvero molte cose da fare.

Spero che la storia vi continui a piacere <3
Un abbraccio.

Escape.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora