Quinto capitolo.

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Quella ragazza si chiama Hope e ho scoperto che abbiamo in comune alcuni corsi.

In tutta l'ora non ha fatto altro che parlare a raffica, sembrava davvero buffa, in senso positivo; credo sia simpatica.

Il ragazzo col ciuffo biondo invece non mi ha parlato minimamente e in realtà mi va bene così.

Ho appena finito l'ora di matematica, materia in cui, al contrario del 70% dei ragazzi, sono sempre stata brava, e infine mi sto dirigendo a tedesco.

Appena entro in classe, noto la capigliatura bionda di Hope, che è intenta a parlare con un ragazzo.

Non volendola disturbare mi siedo in un posto abbastanza lontano dal loro, ma non faccio in tempo nemmeno a sedermi, che sento qualcuno che mi chiama.

E, ovviamente, è Hope.

«Aurora, Aurora!»

In questo preciso istante mi sento la faccia in fiamme e muoio di caldo e inizio a rimpiangere di non aver indossato qualcosa di più leggero stamattina.

Questo è un "difetto" al quale mi sono arresa anni fa: ogni volta che ho l'attenzione di più persone puntata addosso o sono in una situazione d'imbarazzo di qualsiasi tipo, divento rossa in viso.

E questa volta, con Hope che mi guardava tutta sorridente e il ragazzo vicino a lei che mi stava fissando in modo insistente, non sarebbe potuto essere diverso.

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